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Pagelle d'Europa: Juventus prigioniera di se stessa, Lazio spuntata, Inter e Napoli "comodi"

Roberto Beccantini

Aggiornato 22/02/2019 alle 11:07 GMT+1

Diamo i voti alle squadre italiane: da Wanda a Wanda, i casi principali sono la sconfitta della Juventus a Madrid e l'Inter che continua a vincere nonostante sia senza Icardi.

Opinion Juventus

Credit Foto Eurosport

Le promozioni di Inter e Napoli erano scontate, così come probabile, sempre in Europa League, era l’uscita di una Lazio che non segna più, terza della lista dopo Atalanta e Milan. Da Wanda al Wanda, il caso della settimana è stato il k.o. della Juventus in Champions: non perché ha perso, ma «come». Ecco i miei voti.

Juventus: 4

Un’altra lezione di Cholismo. L’Atletico le ha lasciato uno sterile possesso palla e si è preso tutto il resto: le occasioni e i gol - entrambi da calci piazzati, in mischia - di Gimenez e Godin, i totem uruguagi della difesa. La Var ha sorretto Madama finché ha potuto, dopodiché, come le «lepri» nell’atletica, si è tolta dai piedi. Per Allegri, tre sconfitte in sette partite. Gli avevano dato Cristiano per conquistare la Champions, o almeno tentarci, e invece, salvo un miracolo, uscirà già negli ottavi. L’Atletico è stato verticale, la Juventus orizzontale. Te le do io le gite fuori porta in campionato. Da multa, lo svenimento-con-periscopio di Bonucci. Da rivedere, una volta per tutte, il ruolo di Dybala e il valore della rosa al cambio europeo.
E poi un dato: fra il 3-0 al Barcellona di Messi, Suarez e Neymar (11 aprile 2017) e lo 0-2 di Madrid (20 febbraio 2019) c’è tutto il cerchiobottismo tattico di un mister che trasformava i limiti in forza e adesso, viceversa, la forza in limiti.

Lazio: 5

Nell’arco di due partite, gli infortuni e gli episodi pesano:
e il rigore negato sullo 0-0 e lo scialo di Acerbi sullo 0-1 hanno pesato. Ciò premesso, poco Immobile, pochissimo Milinkovic-Savic e la velocità di Correa sacrificata per un tempo. Non il miglior Inzaghi, non la miglior Lazio. E dire che la Maginot del Siviglia di varchi ne offriva. Su tutti, Ben Yedder, a segno come all’andata. Il rosso a Vazquez ha sparigliato il mazzo, quello a Marusic l’ha riconsegnato agli spagnoli, furbi e meno amletici sotto porta, le rare volte che vi si affacciavano, come ha documentato il raddoppio del talentuoso Sarabia.
Attacco sfiorito, cinque schiaffoni in otto gare: non sarà tutto, ma mi sembra abbastanza.
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Sevilla celebrate v Lazio

Credit Foto Getty Images

Napoli: 6,5

Il 3-1 del Letzigrund forniva ad Ancelotti il pretesto per una placida messa a punto. Largo a Chiriches, spazio alle ali Ounas e Verdi. Pregevoli i gol (Ounas per Verdi, Mertens per Ounas), ricami assortiti, piccoli cali e, in generale, l’idea di un allenamento non preso sotto gamba. Il massimo, da un impegno che, ribadito il livello dello Zurigo, proprio il massimo non era.

Inter: 7

Procede la marcia dei senzaicardi. Il Rapid di rapido ha poco; e così, dopo l’1-0 di Vienna, ecco il 4-0 di San Siro. Spalletti gongola, Inter subito dentro la partita. Vecino, Ranocchia (felice per lui, soldatino ligio e generoso), Perisic (in grande spolvero), Politano. Le "amichevoli" non eccitano Nainggolan che, difatti, se l’è presa comoda. Una passeggiata, come al San Paolo.
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