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Atalanta, da talento indolente a fenomeno: Josip Ilicic, il Benjamin Button della Champions

Matteo Zorzoli

Aggiornato 11/03/2020 alle 16:02 GMT+1

Il poker calato al Mestalla è stata la consacrazione dello sloveno nel Gotha europeo. Da 10 anni nel nostro calcio, l'ex Palermo e Fiorentina ci ha abituato a colpi di genio e periodi di down, ma a Bergamo con la fiducia di Gasperini ha trovato continuità e numeri da fenomeno. Una crescita iniziata negli spogliatoi di Copenaghen dopo la cocente sconfitta ai preliminari di Europa League

Josip Ilicic

Credit Foto Getty Images

Nella serata trionfale dell'Atalanta al Mestalla c'è un particolare che descrive alla perfezione l'evoluzione di Josip Ilicic da talento indolente e ribelle a leader assoluto di una delle 8 regine d'Europa. Lo ha raccontato Gian Piero Gasperini a fine partita.
Dopo il 3-3 mi ha chiesto il cambio, ma io l'ho tenuto dentro. Anzi ho richiamato in panchina il Papu. Perchè? Per fargli fare il quarto gol. Gli ho detto: "Dammi un minuto che poi ti faccio uscire". So che quando fa un'azione, poi fa fatica a recuperare, ma dopo due minuti va più forte di prima. Gliel'ho detto: "Guarda che fai il quarto...".
In una parola: fiducia. Due minuti dopo, puntuale come un orologio svizzero, lo sloveno apre il piattone del suo mancino fatato e sigilla un poker storico al Valencia, diventando il quarto giocatore di sempre a segnare quattro gol in una gara di Champions ad eliminazione diretta dopo Messi, Mario Gomez e Lewandowski. Il primo a farlo in trasferta. E al triplice fischio rincara la dose.
Quando ho detto che più invecchio e più sono forte, dicevo sul serio.
I numeri di Josip Ilicic nel 2020

Nel 2020 nessuno come lui: il segreto fiducia e continuità

Il Benjamin Button del calcio, insomma. Nel panorama calcistico mondiale difficile trovare un caso simile al classe '88 di Prijedor, città ora bosniaca distante circa 250 km da Sarajevo. Come Brad Pitt nel film David Fincher, più passano gli anni e più sembra ringiovanire, calcisticamente parlando. I numeri disegnano un climax ascendente, una curva nettamente positiva nella sua esperienza italiana, iniziata nel 2010 al Palermo alla corte di Zamparini. Si passa dal misero bottino di 6 gol della seconda stagione con i rosanero ai 14 in soli due mesi e mezzo nel 2020: Ilicic ha fatto meglio di sua Maestà CR7 e della rivelazione Haaland da inizio anno.
StagioneSquadraGol
2010/11Palermo11
2011/12Palermo6
2012/13Palermo11
2013/14Fiorentina6
2014/15Fiorentina10
2015/16Fiorentina15
2016/17Fiorentina6
2017/18Atalanta15
2018/19Atalanta13
2019/20Atalanta21
Fiducia del proprio allenatore e continuità le chiavi della redenzione del Professore, così lo chiamano i compagni per rimarcare che quando lo sloveno ha il pallone tra i piedi porta a scuola gli avversari. Gasp quest'anno lo ha utilizzato sempre, fatta eccezione per tre giornate di stop obbligato, due per squalifica e una per un fastidio alla coscia. Gli ha affidato le chiavi dell'attacco della Dea e l'ex viola, con Gomez, Zapata, Muriel, Pasalic e il supporto del centrocampo gli ha restituito finora la miglior performance realizzativa della Serie A (70 gol, 20 in più della Juventus capolista). Un'autentica rinascita che trova le radici all'inizio della scorsa stagione, da una sconfitta cocente, seguendo il copione della più romantica narrazione sportiva.

Dall'infezione batterica alla rinascita

Nell'agosto 2018 l’Atalanta viene eliminata nell’ultimo turno dei preliminari di Europa League contro il modesto Copenaghen. Ilicic viene colpito da un’infezione batterica che ne limita utilizzo e rendimento per due mesi (“Ho avuto paura di non riuscire più a camminare, pensavo di non poter più giocare a calcio, ho avuto paura per la mia vita”), ma negli spogliatoi del Parken Gasperini e i nerazzurri gettano le basi del progetto ambizioso che li ha portati nel Gotha del calcio che conta. E' lo stesso tecnico di Grugliasco a raccontarlo in un'intervista alla Gazzetta dello Sport di qualche mese fa.
L’eliminazione con il Copenaghen è stata molto dolorosa, perché avevamo lavorato tanto per conquistare l’Europa League. Ma non eravamo nelle condizioni di competere, eravamo incompleti e gli acquisti erano arrivati tardi. Dalle ceneri di quell’amarezza è nata la nostra reazione e la spinta per una stagione esaltante. Nel momento più critico chiesi ai ragazzi di scrivere alla lavagna quale sarebbe stato il nostro traguardo. Nessuno scrisse Champions. Un paio dei più giovani, ottimisti, scrissero Europa League. I più: togliersi in fretta dai guai. Ilicic: la salvezza.

Quanto vale Josip Ilicic?

Fiducia, continuità e... umiltà dunque. Il trionfo del Mestalla è stata la consacrazione europea di "Giuseppe": il silenzio dello stadio del Valencia stride con il rumore del telefono di Percassi che quest'estate sarà tempestato di chiamate dai top club del Vecchio Continente. La scorsa estate il Napoli aveva fatto tentennare la dirigenza nerazzurra con un'offerta di 20 milioni più il prestito di tre giocatori. Una proposta fortemente voluta da Ancelotti che stravedeva per lo sloveno. Ora che Ilicic segna più di tutti in Europa quella proposta sembra quasi uno scherzo e forse 40 milioni non basterebbero nemmeno. Ma prima di tutti questi discorsi c'è un quarto di finale da giocare e un quarto posto da difendere. E chissà...
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