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Caso Psg-Basaksehir, il quarto uomo Coltescu si difende: "Chi mi conosce sa che non sono razzista"

Stefano Fonsato

Aggiornato 09/12/2020 alle 17:41 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - "Sto cercando di rimanere calmo, in un momento delicato come questo: non guardo quello scrivono siti e giornali in queste ore: chiunque mi conosca sa che non sono assolutamente razzista". Poche, laconiche parole quelle rilasciate alla testa rumena ProSport dal quarto uomo Sebastian Coltescu dopo i fatti di PSG-Basaksehir.

Sebastian Coltescu (M.) meldet sich zu Wort.

Credit Foto Getty Images

Sto cercando di rimanere calmo, in un momento delicato come questo: non guardo quello scrivono siti e giornali in queste ore: chiunque mi conosca sa che non sono assolutamente razzista, spero almeno questo.
Poche, laconiche parole quelle rilasciate alla testa rumena ProSport dal quarto uomo Sebastian Coltescu che, durante la sfida Champions tra PSG e Basaksehir, si è rivolto al viceallenatore del club turco, il camerunense Perre Webò, con un appellativo a sfondo razzista

Già in passato al centro dell'attenzione

Subito dopo l'accaduto e il rientro delle squadre negli spogliatoi, Coltescu è stato portato in albergo da altri due commissari Uefa senza venire in contatto coi giocatori. Su di lui incombe, ora, la scure della radiazione immediata dopo 16 anni di carriera arbitrale. Ma chi è Sebastian Coltescu? Ingegnere 43enne (classe 1977) di Craiova, nella sua lunga esperienza da fischietto ha estratto oltre duemila cartellini. Negli anni è stato al centro dell'attenzione per alcune pesanti polemiche arbitrali in patria - in cui ha collezionato 355 presenze: quelle più pesanti, dopo uno 0-0 tra Gaz Metane Brasov, l'avevano portato alla temporanea sospensione dall'attività.

"Il mio, un eccesso di confidenza"

Dai primi passi dell'indagine aperta dal'Uefa, sta emergendo che Coltescu avrebbe ammesso l'infelicità di un'espressione "pronunciata - ha detto lui stesso - per eccesso di confidenza".

Le reazioni istituzionali

A stretto giro di posta sono arrivate anche le reazioni di stampo istituzionale. "Siamo incondizionatamente contro il razzismo e la discriminazione nello sport e in tutti i settori della vita - ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdoan, peraltro particolarmente legato al Basaksehir -. Credo che la Uefa debba per forza di cose intervenire". Di origini rumene è anche il ministero dello Sport francese Roxana Marcacineanu, che si è congratulata coi giocatori "per aver preso - ha detto - una desisone fortemente simbolica come interrompere la partita e uscire dal campo in coda a un episodio così censurabile".
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