Champions League, Inter-Real Madrid 0-2, le 5 verità: perché il Conte-bis ha fallito
Pubblicato 26/11/2020 alle 10:37 GMT+1
La fiducia incondizionata a Vidal, la gestione scriteriata del caso Eriksen, la difesa a tre e i risultati deludenti dei nerazzurri nelle prime quattro giornate di Champions rischiano di compromettere la qualificazione agli ottavi. Conte si deve assumere le proprie responsabilità e togliersi il paraocchi
1) Conte tradito da Vidal e da un errore inammissibile
Doveva essere l'uomo in più e, invece, si è trasformato in una zavorra dell'intero progetto Conte-bis, nato da una promessa a Steven Zhang in un pomeriggio di mezza estate a Villa Bellini. Arturo Vidal non è sono uno dei principali responsabili della prestazione vergognosa contro il Real a San Siro con un'espulsione evitabilissima (si attendono provvedimenti da parte della società a riguardo), ma anche il colpevole del 2-2 casalingo contro il 'Gladbach con l'ingenuità che porta al rigore per i tedeschi e la leggerezza su Hofmann, e degli svarioni in fase di interdizione nel 3-2 di Valdebebas. Il Vidal visto in questo primo scorcio di stagione è impresentabile e l'ex c.t. l'ha utilizzato sempre. Prima colpa.
2) Una gestione scriteriata del caso Eriksen
Attenuante: il Christian Eriksen dell'ultima (mezza) stagione al Tottenham non viveva il momento migliore della sua carriera già con Mourinho, ma da qui a trasformarlo in un reietto e far giocare Gagliardini al suo posto ce ne passa. I 4 minuti concessi contro le Merengues sanno di presa in giro, di punizione infantile, e, anzi, si trasformano nella più grande sconfitta dell'allenatore nerazzurro. Già perchè non riuscire ad integrare un top player, finalista di Champions, in 11 mesi è una colpa. La seconda.
3) La tattica col paraocchi di Conte non funziona
La difesa a tre fa acqua da tutte le parti: l'Inter ha preso almeno due gol in casa in 6 partite consecutive (Fiorentina, Milan, Gladbach, Parma, Torino, Real Madrid) e ha all'attivo solo due clean sheet in stagione con Shakthar e Genoa. Non succedeva dal 2012 con Stramaccioni. Perchè non passare ad un assetto a 4? Conte sembra intrappolato nelle sue idee e ormai succube delle sue convinzioni. O meglio: rassegnato. Ai microfoni di Sky Sport con la barba incolta è sembrato vittima degli eventi, privo di quel mordente e di quella adrenalina che ha sempre contraddistinto i suoi interventi. Sembrava un replicante. Fin qui deve solo ringraziare una persona: Romelu Lukaku che non è Superman a anche lui si prende delle pause, a volte.
4) Il paragone con la scorsa stagione è impietoso
Nella stagione 2019/20 dopo 8 giornate di Serie A e quattro partite di Champions League la prima Inter di Conte veleggiava al secondo posto in classifica a -1 dalla Juve di Sarri e si barcamenava a quota 4 nel girone di ferro con Barcellona, Slavia Praga e Borussia Dormtund. Quest'anno i punti in Europa sono 2 in un girone se possibile più abbordabile, mentre in campionato i nerazzurri gravitano al quinto posto a - 5 dai cugini capolisti. La svolta? La ferocia? Niente di tutto questo. Il processo all'allenatore sarà inevitabile in caso di eliminazione ai gironi, la terza di fila per il club.
5) Un Real mediocre sfata il tabù Ramos
Il Real Madrid che si è presentato al Meazza mercoledì sera non era una squadra certo imbattibile (la prestazione di Hazard, va detto, è stata forse la migliore da quando veste la camiseta blanca), ma il gruppo è riuscito ad andare oltre le tante assenze (Ramos, Benzema e Jovic su tutti) e al tabù Ramos: nelle 8 gare di Champions saltate dal terzino spagnolo dal 2018 in poi, infatti, la squadra di Zidane aveva ottenuto 7 sconfitte e una sola vittoria. Diciamo che anche l'Inter ci ha messo del suo per sfatarlo.
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