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Champions League: Musiala, il Bayern e l’ennesima lezione dei tedeschi all'Italia

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 02/03/2021 alle 20:39 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE – La Germania non è un paese per vecchi. Jamal Musiala, giovane del Bayern Monaco, è il primo 2003 a segnare in Champions League. La vittoria contro la Lazio è l’ennesima dimostrazione del divario calcistico tra noi e i tedeschi.

Champions League, Jamal Musiala esulta dopo aver segnato contro la Lazio

Credit Foto Getty Images

Nel 2007 Joel ed Ethan Coen lanciano nelle sale di tutto il mondo "Non è un paese per vecchi": un film tratto dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy. Quando la pellicola sbarca nelle sale, Jamal Musiala ha appena 4 anni. È un giovane ragazzo di sangue misto (madre tedesca e padre nigeriano) che sceglie il calcio tra i passatempi della sua giovane esistenza. Fin da subito è piuttosto bravo, tanto che nemmeno un trasferimento in Inghilterra gli fa perdere il feeling con il football. Southampton, Chelsea e poi, causa Brexit, di nuovo in Germania. Torna nella terra natìa e il Bayern Monaco lo prende sotto la sua ala protettrice. Scala le graduatorie dei favori di Flick (e Klose) e raggiunge la prima squadra.
Ieri sera, martedì 23 febbraio, è diventato il primo 2003 a segnare in Champions League. Con 17 anni e 115 giorni è stato il più giovane esordiente della storia del Bayern in Bundesliga, e con 17 anni e 205 giorni il più giovane marcatore della storia del club bavarese (togliendo il record a Roque Santa Cruz che lo deteneva dal 1999). Ha scelto di giocare per la Nazionale tedesca (aveva la possibilità di scegliere anche l'Inghilterra) compiendo una "The Decision" discretamente generazionale.
Ha la qualità per fare il titolare al Bayern, il futuro è suo. Ha tecnica, velocità, fantasia. E soprattutto è veloce, cosa che nel calcio moderno è fondamentale (Ottmar Hitzfeld)

L’Italia è un paese per vecchi

Quando parliamo di giovani in Serie A, c’è sempre una sorta di retropensiero. Tutti li vorrebbero vedere titolari ma nessuno si fida realmente di loro. Durante lo show del Bayern contro la Lazio, la bolgia dei social ha messo la lente d’ingrandimento : il giovane classe 2001 della Juve che ha esordito in Serie A lunedì sera contro il Crotone.
Musiala segna in Champions e la Juve non ha il coraggio di far giocare Fagioli (la frase più ricorrente)
Capisco che vedere un 2003 anglo-tedesco che segna in Champions sia motivo di sconforto per tanti - soprattutto per quelli che portano avanti la superiorità calcistica del nostro campionato - ma la rivoluzione non si può fare in una notte. Da quando la Germania ha riformato il proprio calcio (2002), non si fanno più prigionieri. La linea di percorrenza è una sola: non c’è ripensamento, non c’è dubbio, non c’è sbandamento. Philipp Lahm - una sorta di monumento di Bayern e Germania – all’età di 34 anni ha detto basta con il calcio. E all’età di 31 ha chiuso con la nazionale. Il suo status gli avrebbe permesso di continuare fino a 60 anni, ma lo spirito sportivo con cui è stato educato lo ha portato ad auto-rottamarsi.
In Italia, invece, è esploso il culto dei 40enni. Giocatori come Zlatan Ibrahimovic Gianluigi Buffon e Giorgio Chiellini sono ancora oggi nuclei fondanti di Milan e Juve: due tra i club più vincenti del nostro paese (e del mondo). Lahm è stato un fenomeno tanto quanto loro, ma quando poteva continuare ha deciso di smettere. Rispettando sé stesso e le nuove generazioni. Germania e Italia corrono in due campionati diversi, ed è per questo che da noi "Fagioli non gioca".

La Nazionale insegna (fino in fondo?)

L'unica via d'uscita per cambiare qualcosa nel breve periodo è aggrappata ad una sola speranza: la Nazionale. Da quando Roberto Mancini è seduto sulla panchina azzurra - prendendo una squadra incapace di qualificarsi al Mondiale e riportandola nell'elite europa - il cuore del tifo è tornato a battere.
Da qui a pochi mesi l'ex allenatore dell'Inter avrà una grande responsabilità: le convocazioni. Mancini è sempre stato un giocatori anti-sistema (e non è un caso che abbia vinto a Genova e a Roma), ma la pressione di una grande manifestazione potrebbe schiacciare anche il suo physique du role. Euro2021 è la prova del nove. Al netto dello stato di forma, mi aspetto una bella dose coerenza. Giovani, calcio propositivo e tanto coraggio: chiedo tanto? Musiala è l’ennesima lezione. Imparare spetta solo a noi.
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