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Champions League, Juventus dal passo indietro allo snodo Villarreal fra infortuni e fantasmi

Roberto Beccantini

Aggiornato 21/02/2022 alle 15:27 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - La Juventus ha frenato di brutto sul piano del gioco: quel poco, intendo, che cominciava ad affiorare. Il peccato mortale è stato credere, come ai tempi del Marziano, che sarebbe bastato un rinforzo, non dico per migliorare tutti, ma per cambiare tutto.

Focus Allegri, la Juventus è questa

Credit Foto Eurosport

Non è per scaramanzia o per gufaggine: "é". Perché mai, o in base a quali misteriosi algoritmi, la Juventus del derby dovrebbe essere favorita martedì, contro il Villarreal, nell’andata degli ottavi di Champions? Nel 2019, con Massimiliano Allegri e Cristiano Ronaldo venne eliminata nei quarti dall’Ajax; nel 2020, con Maurizio Sarri e Cristiano, proprio negli ottavi dal Lione; nel 2021, con Andrea Pirlo e Cierre, ancora negli ottavi dal Porto. E allora: por qué?
I fatturati pesano, il campo conta. Per la cronaca, e per la storia, il Villarreal ha vinto l’ultima Europa League, ai rigori sul Manchester United. E il suo allenatore, Unai Emery, ne ha alzate ben quattro: quella di Danzica e tre con il Siviglia. Non solo: sabato, in campionato, i gialli erano di scena a Granada; 4-1, tripletta di Arnaut Danjuma, un puntero olandese che, fra andata e ritorno, ne aveva inflitti tre all’Atalanta.
Esultanza di gruppo al gol di Danjuma durante Granada-Villarreal - Liga 2021/2022
Allegri si attacca al tram della strisciolina di 7 successi e 5 pari. Non ha più Cristiano, ha perso Federico Chiesa, non sa ancora che difesa schierare. "Salta" pure Paulo Dybala, problemini alla coscia sinistra. Chi l’avrebbe mai detto. Alla terza partita di fila, quando ci arriva, dà sempre l’impressione di pensare se giocherà la quarta. Contro il Toro ha corricchiato, tocchettato lontano dal cuore dell’ordalia. Il rientro di Danilo garantisce, almeno, un cerotto: centrale d’emergenza con Matthijs De Ligt? E’ stato il derby degli stopper, il batavo e il brasiliano (Bremer).
La Juventus ha frenato di brutto sul piano del gioco: quel poco, intendo, che cominciava ad affiorare. Il peccato mortale è stato credere, come ai tempi del Marziano, che sarebbe bastato un rinforzo, non dico per migliorare tutti, ma per cambiare tutto. Fra parentesi, Dusan Vlahovic ha 22 anni ed è "vergine" di Champions. Ha debuttato il 6 febbraio allo Stadium, gol e molto altro al Verona, poi alti e bassi fino alla sostituzione con il Toro, venerdì sera. E Denis Zakaria? Come il serbo, bel gol all’Hellas ma poi dentro e fuori, fuori e dentro.
Belotti esulta per il gol del pareggio nel derby Torino-Juventus - Serie A 2021/2022
Giornalisti vil razza d’annata o dannata (compreso il sottoscritto, naturalmente): nel giro di due settimane siamo già qui a rimangiarci le coccole anticipate con servile trasporto. Tanto, nel dubbio, pagherà l’allenatore. Che, beninteso, ha le sue colpe: e non sono lievi. L’attacco non tira - in senso letterale - e il k.o. della Joya costringe subito a smontare il tridente. Parlando in generale: che senso ha, o aveva, affiancare Alvaro Morata a Vlahovic e Dybala se poi li si obbliga a "terzineggiare"? In casi del genere servirebbero un centrocampo con più idee e più pressing; e una Maginot meno bassa. Esaurito il filone di Miralem Pjanic, smarrito Juan Cuadrado (era lui, il "regista occulto") e con Leonardo Bonucci disponibile ma destinato alla panchina, chi lancia, chi governa? Tra Dea e Toro, Madama ha segnato esclusivamente da calcio d’angolo, di testa (Danilo, De Ligt).
Orfano di Gerard Moreno, il Villarreal si raccoglie attorno al mestiere di Raul Albiol. E’ la classica formazione serpente. Ondeggia, s’imbosca, sembra appisolarsi e, d’improvviso, morde. Quarto posto, quarti d’Europa e Coppa Italia: alla Juventus non rimane altro. Ad Allegri, male che vada, nove milioni l’anno fino al 2025. Complimenti.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini
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