Borussia Dortmund-Real Madrid: la "normalità" di Ancelotti e le insidie del pronostico facile

CHAMPIONS LEAGUE - L'atto conclusivo non si presta mai, o quasi, a divari netti. Le ultime quattro finali (Bayern-Paris, Chelsea-Manchester City, Real-Liverpool, Manchester City-Inter) hanno onorato il corto muso dell'1-0. O un episodio la incendia subito, o la tensione potrebbe spegnerne il fuoco. Si scrive Real, si pronuncia (spesso) Champions. Il Borussia avrà sicuramente studiato.

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Video credit: Eurosport

Prima che la linea passi alla Germania degli Europei (14 giugno-14 luglio), e dopo che l'Europa League ha celebrato l'Atalanta e la Conference l'Olympiacos, è tutto pronto per il gran ballo di Wembley: sabato 1° giugno ore 21, Borussia Dortmund-Real Madrid, secondo l'etichetta dell'Uefa. In palio, la 69a edizione della Champions League, nata Coppa dei Campioni a metà degli anni Cinquanta e poi allargata ai meglio piazzati e ai migliori offerenti (televisioni, sponsor, eccetera).
Si torna a Londra. L'ultima volta era stata nel 2013, un derby tedesco: il Bayern di Jupp Heynckes, il Borussia di Jurgen Klopp. Vinsero, in rimonta, i bavaresi: 2-1. Arbitro, Nicola Rizzoli. Coriandoli di storia. La cronaca sa tanto di Davide contro Golìa: un trofeo, il Borussia; quattordici, addirittura, il Real. Il suo unico scalpo, il Borussia lo strappò alla Juventus di Marcello Lippi, nel 1997, e anche lì dovette rovesciare i pronostici.
Vi arrivano, i Blancos, da campioni di Spagna. Gli avversari, da quinti della Bundesliga. Mai stato a Wembley, il Real, per una «bella». Nei quarti, Carlo Ancelotti ha eliminato ai rigori i campioni uscenti del Manchester City (3-3, 1-1 dts); e in semifinale il Bayern (2-2, 2-1), non senza veleni e stridori di moviole. Edin Terzic, da parte sua, si è sbarazzato dell'Atletico cholista (1-2, 4-2) e del Paris Saint-Qatar di Kylian Mbappé (1-0, 1-0). Tipo strano: quarantunenne, buttò nella spazzatura uno «scudetto» già vinto. Era la primavera del 2023. Stavano per cacciarlo. La scampò. Punto e a capo. Svolta e scossa. Mats Hummels è il play difensivo; Emre Can, ex Madama, il bastione di mezzo; Jadon Sancho e Karim Adeyemi le frecce; Niclas Fullkrug la torre. Non hanno nulla da perdere, i gialli: e questo aiuta.
A 64 anni, Carlo Ancelotti va per la quinta da allenatore: due con il Milan, due con il Real. Più la doppietta rossonera da giocatore. Gli esperti s'interrogano, golosi: è il più bravo? Per molti, sì. Cresciuto a pane e Sacchi, ha imparato a essere flessibile. Oggi, un Roberto Baggio al Parma non lo rifiuterebbe più. Fu un grave errore, lo ha confessato al «Times». Lascia che siano i protagonisti a decidere le partite. Si accontenta di prepararli. All'Etihad Stadium alzò un catenaccione da piccolo mondo antico; lo denunciò e non se ne vergognò.
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Aspetta Mbappé. È preparato all'addio di Luka Modric. Ha trasformato Jude Bellingham in un mortifero pistolero. Come centravanti, da Karim Benzema è passato a Joselu, una riserva che gli ha steso il Bayern. Schiera due «vespe», Vinicius Junior e Rodrygo. In cabina di regia, Toni Kroos. Tra i pali, si parla del recupero di Thibaut Courtois: un rischio? Non ha inventato nulla, l'hombre di Reggiolo. Ha poppato un po' di qua e un po' di là, ha miscelato, ha capito che il genio era Albert Einstein, non il Pep e nemmeno l'Arrigo, che pure ci hanno suggestionato. Il Vate di Fusignano, solo al Milan: con «quel» Milan. E lui, Ancelotti, al Napoli e all'Everton proprio tra gli applausi non si congedò.
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L'atto conclusivo non si presta mai, o quasi, a divari netti. Le ultime quattro finali (Bayern-Paris, Chelsea-Manchester City, Real-Liverpool, Manchester City-Inter) hanno onorato il corto muso dell'1-0. O un episodio la incendia subito, o la tensione potrebbe spegnerne il fuoco. Si scrive Real, si pronuncia (spesso) Champions. Il Borussia avrà sicuramente studiato. Occhio al presidio degli spazi. Vinicius Junior e Rodrygo ci sguazzano. Le difese, viceversa, sono banche dai lucchetti distratti. Andranno scassinate. Il peso del talento e della tradizione schiaccia gli «sfidanti» di Dortmund. Ma in una notte molto può succedere. La mente libera non è zavorra: a patto che non diventi tatticamente «libertina». Il Real deve, il Borussia ci prova. Scrivo 55% a 45%, e so di essere banale. Forse.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini http://www.beckisback.it.
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Video credit: SNTV


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