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Champions League - Inter-Salisburgo 2-1, 5 verità: in Europa è fort-Meazza, applausi a De Vrij

Francesco Sessa

Pubblicato 25/10/2023 alle 07:22 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE - Grazie alla vittoria contro il Salisburgo, al giro di boa l'Inter è già praticamente sicura della qualificazione agli ottavi di finale. Merito di un grande rendimento al Meazza in Europa con Simone Inzaghi, di una rosa profondissima e di un Lautaro che sa essere il partner perfetto di tutti, anche di Sanchez. E il difensore olandese torna a dominare dietro

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Inter-Salisburgo, match valido per la terza giornata del girone D di Champions League, è terminato con il punteggio di 2-1, frutto delle reti di Sanchez, Gloukh e Calhanoglu. In virtù di questo risultato, la formazione di Simone Inzaghi si porta a 7 punti in classifica. Di seguito, vediamo le 5 verità che ci ha lasciato la sfida di San Siro.

1) Inter, gli ottavi sono a un passo

Il girone era ampiamente alla portata dell’Inter e i nerazzurri stanno facendo la loro parte bene: provare, in fretta, a strappare il pass per gli ottavi. Sette punti in tre partite sono tanti, in Champions League. Solitamente con nove, circa, si è sicuri di qualificarsi. Nelle due edizioni precedenti, la squadra di Inzaghi è arrivata seconda con 10 punti, in gironi in cui tra l’altro c’era una squadra nettamente più debole contro cui era facile che tutte facessero bottino pieno. Questo girone D è livellato, verso il basso ma livellato e dunque tutte le partite sono da vincere, come dimostrano le prime tre giornate dell’Inter: quasi bottino pieno, ma non in scioltezza. Ora i nerazzurri hanno l’occasione, di fatto, di chiudere la pratica già a Salisburgo alla quarta giornata.
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Simone Inzaghi durante Inter-Salisburgo (2-1), match valido per il terzo turno della fase a gironi di UEFA Champions League 2023-24

Credit Foto Getty Images

2) Fortezza San Siro con Inzaghi in Champions

Da quando Simone Inzaghi è alla guida dell’Inter, i nerazzurri a San Siro in Champions League hanno perso solo con: Real Madrid, Liverpool, Bayern Monaco. Squadre affrontate partendo da sfavoriti e non con la consapevolezza attuale. Per il resto, l’Inter ha sempre vinto al Meazza in Europa, con l’eccezione del 3-3 ai quarti contro il Benfica nella passata stagione, pari che però valeva come un trionfo. I nerazzurri di Inzaghi, in Champions, giocano davanti ai propri tifosi con l’autorevolezza delle grandissime squadre, dopo stagioni in cui invece tanti punti erano stati buttati per strada contro avversari abbordabili. E anche quando non è bella, l’Inter d’Europa riesce a portare a casa il risultato. Applausi al tecnico e alla mentalità internazionale che ha dato alla squadra.

3) La rosa dell'Inter fa paura

Ogni partita è buona per evidenziare la profondità di una rosa che può davvero lottare fino in fondo su tutti i fronti. E anche la gestione delle ammonizioni da parte di Simone Inzaghi, così, acquisisce una logica nuova: Mkhitaryan ammonito? Nessun problema, dentro Barella. Sanchez ha dato tutto, con tanto di gol segnato? Dentro Thuram, tra i migliori di inizio stagione. E poi che lusso, poter lasciare in panchina giocatori come Dimarco e Acerbi. Il tutto con un Arnautovic ancora da recuperare, elemento che sarà fondamentale per far rifiatare Lautaro Martinez, l’intoccabile in una rosa ricca di soluzioni. Con questo materiale umano a disposizione, l’Inter può affrontare senza paura anche settimane toste come quella attuale: Torino e Salisburgo sono archiviate, ora testa alla Roma.

4) Lautaro, il partner perfetto

Si è accennato a Lautaro. Ecco: il Toro, oltre a essere un grande realizzatore e ormai un leader riconosciuto da tutti, pare essere anche il partner perfetto. Affianco all’argentino rendono tutti: in principio era Lukaku, poi Dzeko, infine Thuram e pure Sanchez. Martinez si incastra alla perfezione con il partner di turno, grazie alla capacità di poter indistintamente ricoprire il ruolo di prima e di seconda punta. Thuram e Sanchez sono due interpreti diversi, eppure la coppia di turno funziona sempre, tanto che Alexis ha trovato il gol che ha aperto la partita e il Toro, con il francese subentrato al cileno, aveva realizzato il tris. Non a caso, forse, Lautaro è un 9 che indossa la 10: un solo numero, per lui, sarebbe limitante.
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L'esultanza di Alexis Sanchez, Inter-Salisburgo, Getty Images

Credit Foto Getty Images

5) Applausi a De Vrij

Spesso i grandi giocatori fanno i capricci. Se perdono minuti, alzano un polverone. E magari lasciano male. Ecco: tutto questo non è e non è stato Stefan de Vrij, l’uomo passato da titolare a riserva di Acerbi senza battere ciglio. È rimasto al suo posto, ha risposto presente quando Inzaghi lo ha utilizzato, ha pure rinnovato il contratto. E ora, nel giro di tre giorni tra Torino e Salisburgo, si conferma un grandissimo difensore: avercene di “riserve” così, tornando al secondo punto. Tra le note più liete delle due ultime vittorie nerazzurre c’è sicuramente il rendimento di De Vrij.
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