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SPAGNA REGINA

Eurosport
DaEurosport

Pubblicato 30/06/2008 alle 00:51 GMT+2

Un gol del Niño regala alla Spagna il secondo successo europeo della sua storia dopo quello del 1964. La squadra di Aragones si impone 1-0 su una Germania troppo lenta difensivamente per arginare le avanzate iberiche

Sorride Luis Aragones, sorride il vecchio allenatore della giovane Spagna che ha battuto il giovane allenatore della vecchia Germania esaltando la superiorità del calcio tecnico e rapido a discapito dell'esperienza e dei muscoli tedeschi.
Nel primo quarto d'ora è la partita che non ti aspetti, con la Germania corta e reattiva mentre le Furie Rosse - schiacciate - si vedono costrette a ricorrere sovente a lanci lunghi che diventano incontrollabili per il solissimo Fernando Torres. Klose e Hitzlsperger, però, sprecano un paio di palloni buoni, così al 13' il primo brivido è per i tifosi tedeschi, con Lehmann che respinge un goffo tentativo d'autogol di Metzelder.
Il possesso di palla iberico, però, cresce lentamente e quando la Germania abbassa troppo la linea difensiva allora sono dolori: al 22' Sergio Ramos trova lo spazio per il cross da destra e sul secondo palo lo stacco del Niño è perfetto, ma la palla sbatte contro la base del primo palo a portiere battuto.
I tedeschi capiscono che la chiave del match è nel controllo del pallone e provano ad abbassare il ritmo, ma faticano a pungere in avanti perché Podolski non riesce ad interagire con Klose, mentre Rosetti forse sbaglia a non fischiare un penalty per un tocco di mano in area di Capdevila che controlla male e si sistema la sfera con un movimento galeotto.
La velocità di Torres, però, è un'arma troppo potente per la difesa della Germania e dopo un paio di squilli d'avvertimento ecco la volata decisiva del bomber iberico: corre il minuto 33 quando il Niño si lancia sull'assist di Xavi, beffa un Lahm in versione burattino e scavalca Lehmann con il destro.
La reazione tedesca produce solamente un paio di angoli, così Löw nell'intervallo è costretto a cambiare, scegliendo Jansen al posto di Lahm con l'intenzione di accendere Podolski, ma la velocità del gioco spagnolo ha il sopravvento anche in avvio di ripresa, con Xavi e Silva vicini al bersaglio grosso dalla distanza.
Lehmann al 55' esce bene sullo scatenato Torres e cinque minuti dopo ecco finalmente un guizzo di Ballack che spara di destro contro l'esterno della rete sulla sponda di Schweinsteiger, mentre dopo un altro giro di lancette sono i guantoni di Casillas a levare il pallone dalla testa del neoentrato Kuranyi (in campo al posto di Hitzlsperger).
Al 64' Rosetti non punisce una testata di Silva a Podolski e Aragones fa bene a togliere il fantasista del Valencia per non accendere ulteriormente gli animi. La grinta rabbiosa dei tedeschi, però, porta a un paio di indecisioni difensive, con Lehmann che alza in angolo il colpo di testa di Sergio Ramos, mentre Frings respinge sulla linea il destro di Iniesta.
Il finale è nervoso, con la Germania che si affida anche al fantasma di Gomez ma non riesce a combinare nulla, mentre le Furie Rosse sfiorano a più riprese la rete del raddoppio in contropiede. Il fischio finale sancisce quindi il trionfo della squadra più forte, agli Europei non accadeva da molto tempo.
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