Europa League - Le 5 verità di Milan-Slavia Praga 4-2: Leão decisivo anche in pantofole, che succede a Maignan?
Pubblicato 08/03/2024 alle 08:52 GMT+1
EUROPA LEAGUE - Luci e tante ombre per i rossoneri, che mancano l'opportunità di chiudere i discorsi nonostante la superiorità numerica e gli assist decisivi del portoghese: al ritorno a Praga servirà tutta un'altra concentrazione. E la fase difensiva continua a preoccupare.
Milan-Slavia Praga, match valido per l'andata degli ottavi di finale di Europa League, è terminato sul punteggio di 4-2, frutto delle reti di Giroud, Doudera, Reijnders, Loftus-Cheek, Schranz e Pulisic. Espulso Diouf dopo 26 minuti. Gara arbitrata dal turco Halil Umut Meler. Il ritorno è in programma a Praga, in casa dello Slavia, giovedì 14 marzo alle 18.45. Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la gara di San Siro.
1) Al ritorno servirà tutta un'altra concentrazione
Poco da fare: senza quel guizzo quasi in extremis di Leão, tramutato da Pulisic nel punto del definitivo 4-2, saremmo qui a parlare di una notte sprecata dal Milan. Inconcepibile il modo in cui i rossoneri hanno approcciato la ripresa, in vantaggio di due gol e di un uomo: lenti, molli, senza verve, senza idee. Tanto da consentire allo Slavia Praga, che già si era rimesso in corsa una volta dopo l'espulsione di Diouf, di riaprire clamorosamente tutti i discorsi portandosi sul 3-2. Poteva finire in goleada, è finita con un +2 rossonero: meglio di nulla. Ma rimane la curiosità di capire cos'avrebbe combinato in 11 contro 11 il pimpante e organizzato Slavia, partito meglio del Milan nel primo quarto di gara. E rimane soprattutto un monito, pur tenendo in considerazione la complessiva superiorità rossonera: guai a presentarsi così al ritorno, o si rischierà grosso.
2) La fase difensiva del Milan continua a preoccupare
Altri due gol subiti. Si dira: è un ottavo europeo, ci sta. Ma se si pensa che il Milan ha giocato più di un'ora in superiorità numerica, viene evidentemente da chiedersi il perché di così tanti blackout difensivi da parte dei rossoneri. Vedi la rete di Schranz, clamorosamente lasciato solo in area sugli sviluppi di un calcio di punizione. Il Milan è letale in attacco, ma dietro continua a soffrire, in una continua girandola di emozioni. In questa stagione è un leit-motiv, in Europa (i tre gol presi dal Rennes sono un chiaro esempio...) ma anche in Serie A, dove la squadra di Stefano Pioli vanta la seconda peggior difesa delle prime dieci. Di più: per la settima volta in questo 2024, il Milan ha rimediato due o più gol in una singola partita. Se non altro l'emergenza è finita con i rientri di Thiaw e di Tomori. Basterà per sistemare la fase difensiva?
3) Se Leão è decisivo in pantofole...
Ha dormicchiato per quasi tutta la partita, Rafael Leão. Poi vai a vedere il tabellino e scopri che, in fondo, l'uomo chiave della partita è stato proprio lui. Anche senza segnare, anche senza incantare. Assist per Giroud nel primo tempo, in realtà un mezzo tiro in porta, e assist per Pulisic nel finale, questo sì voluto e cercato al termine di una splendida azione personale. Rafa ha il dovere di dare di più, di trovare quella continuità – non soltanto realizzativa – che pare sempre mancargli, ma intanto fa quel che fanno i grandi calciatori: decide le partite anche nelle notti in cui sembra essere uno dei tanti. E il Milan ringrazia.
4) Loftus-Cheek, è un 2024 da ricordare
Domandona a bruciapelo: chi è il capocannoniere del Milan nel nuovo anno? Non è un attaccante come Olivier Giroud e nemmeno un esterno offensivo dal piede caldo come Rafael Leão. No, è Ruben Loftus-Cheek. Uno che solo nel 2018/19, con la maglia del Chelsea, aveva segnato con una simile frequenza. Fanno otto gol stagionali di cui sette, appunto, in un 2024 individualmente di altissimo livello. Presenza fisica, inserimenti, qualità: l'inglese è sempre più intoccabile tra centrocampo e trequarti. Dopo aver già punito per due volte il Rennes nell'andata del playoff, doppietta che alla fine si è rivelata fondamentale in ottica qualificazione, ecco anche il colpo di testa vincente contro lo Slavia. Anche questo importantissimo per indirizzare il match sui binari rossoneri giusto prima dell'intervallo.
5) Maignan, che succede?
Un'altra nota stonata del Milan, in una serata che si sarebbe potuta concludere con contorni ancora migliori, si chiama Mike Maignan. Non si può parlare di papera vera e propria, questo no. Ma non si può nemmeno definire incolpevole il portiere francese sul destro da fuori di Doudera, bello e stiloso quanto si vuole, ma non esattamente imparabile. Non è il primo errore che Maignan commette in un 2024 piuttosto buio: vengono alla mente le incertezze di Udine, di Frosinone, contro il Bologna. I tempi belli della muraglia francese sembrano lontani. Che succede?
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Scaricala
Scannerizzala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo