Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Europa League - Le 5 verità di Roma-Milan 2-1: De Rossi è il futuro, game over Pioli?

Stefano Silvestri

Aggiornato 19/04/2024 alle 09:19 GMT+2

EUROPA LEAGUE - Il capolavoro giallorosso, nonostante l'inferiorità numerica, conferma la bonta della scelta dei Friedkin di mantenere il tecnico della rinascita anche nelle prossime stagioni. Per l'allenatore rossonero, invece, la pressione rischia di divenire insostenibile.

Pioli duro: "Derby? Se giochiamo così non abbiamo alcuna chance"

Roma-Milan, match valido per i quarti di ritorno di Europa League, è terminato sul punteggio di 2-1, frutto delle reti di Mancini, Dybala e Gabbia. Gara arbitrata dal polacco Szymon Marciniak. Con questo risultato la Roma approda in semifinale, dove affronterà il Bayer Leverkusen, mentre il Milan deve abbandonare la competizione.
Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la gara dell'Olimpico.

1) È bella e sa soffrire: la Roma di De Rossi è un capolavoro

Un capolavoro. La qualificazione della Roma alle semifinali di Europa League si può definire così. Perché è arrivata in un sentitissimo derby tutto italiano, ma soprattutto per come è arrivata: con due vittorie su due, la seconda nonostante un'inferiorità numerica di un'ora, in una delle notti più gloriose della storia recente giallorossa. Bella, organizzata, combattiva, gagliarda. E pure capace di soffrire in situazioni teoricamente estreme, tanto da renderle meno estreme: vedi il secondo tempo dell'Olimpico, alla fine meno terribile di quanto ci si potesse aspettare. La Roma di Daniele De Rossi ha tutto. Lo abbiamo detto dopo la gara d'andata: DDR si è meritato la riconferma. E i Friedkin, che ne hanno annunciato il rinnovo poche ore prima della partita, lo hanno capito.
picture

De Rossi: "Espulsione? Ecco cosa ho detto ai miei giocatori nell'intervallo"

2) Pioli, game over? La pressione rischia di diventare insostenibile

Quante scelte discusse e discutibili. Giocatori fuori posto, tattiche difficilmente comprensibili, un'idea di gioco rapidamente naufragata dopo il micidiale uno-due della Roma e mai più ritrovata. Nemmeno con un'ora di gioco a disposizione in superiorità numerica per l'ingenuo rosso diretto a Celik. Stefano Pioli non è riuscito a trovare le mosse giuste per ribaltare la situazione, ha fallito nel portare maggiore peso in attacco con Jovic, non ha dato spazio dal primo minuto a un Chukwueze che forse l'avrebbe meritato (e che comunque ha combinato meno di quanto ci si sarebbe attesi, va detto). Scelte discusse e discutibili, appunto. Anche sui social, dove da tempo il #Pioliout va più di moda che mai. Una pressione che, dopo la figuraccia di ieri sera, rischia ormai di diventare insostenibile in chiave conferma per la prossima stagione.
picture

La delusione di Pioli, Roma-Milan di Europa League

Credit Foto Getty Images

3) Mancini-Dybala: i pilastri della Roma di DDR sono loro

Di nuovo Gianluca Mancini. Come all'andata. E come nel derby. Che momento per il centrale umbro: il migliore della carriera, semplicemente. Solidissimo in difesa, letale in attacco. Così come letale è stato Paulo Dybala, autore di un gol gioiello nel contesto di una prestazione impreziosita da primizie e astuzie da campione. Mancini da una parte, Dybala dall'altra: uno difende e segna, l'altro porta quel qualcosa in più. I simboli della Roma di De Rossi, di quel mix di solidità, organizzazione, cuore e calcio finalmente di gran livello, sono loro due. E non è un caso che la qualificazione sia passata proprio da qui.
picture

DDR bacchetta i giornalisti: "Così mi inca**o, mai detto Pioli è all'ultima spiaggia"

4) Ci risiamo: croce e delizia, un Leão così non può bastare

Un passo avanti, due passi indietro. Il super gol del Mapei Stadium, quello splendido zigzag concluso da un destro mortale alle spalle di Consigli, è già stato messo in un cassetto. Dopo il flop totale dell'andata, ecco quello parziale del ritorno. Perché c'è poco da girarci attorno: uno come Rafael Leão non può farsi bastare un cross per Gabbia, o l'aver fatto espellere Celik, per salvare una prestazione ancora una volta sonnolenta e priva di qualsiasi parvenza di costanza. Leão è fatto così, del resto: prendere o lasciare, croce e delizia. Uno da tutto o niente, da risposte da campione alternate a notti ectoplasmatiche. Alla vigilia di gara-2 il portoghese diceva: “Le critiche? Ci sono, ma la pressione è buona”. Bene: si prepari, perché ne arriveranno altre. Inevitabilmente.
picture

Leao, Roma-Milan, Europa League

Credit Foto Getty Images

5) Il nuovo El Shaarawy non può essere ignorato da Spalletti

Che dire di Stephan El Shaarawy? Non si prenderà le copertine come i Dybala, i Lukaku, i Mancini, ma è un elemento al quale De Rossi non ha intenzione di rinunciare. Mai. Sia che il Faraone giochi da esterno offensivo puro in un classico 4-3-3, sia che arretri sulla fascia con il compito di divorarsela, tra scatti e ripiegamenti, guizzi e chiusure. Tanto da chiudere con i crampi. All'Olimpico si è visto tutto questo: non è esagerato parlare di prestazione tra le migliori della carriera di un trentunenne che non ha rispettato pienamente le alte aspettative dei primi anni. De Rossi ha rigenerato anche lui, Luciano Spalletti prende appunti: a un calciatore così difficilmente si può fare a meno. Anche in azzurro.
picture

Klopp blocca la conferenza: "Scusate, mi sta chiamando il dentista..."

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità