Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Dalla conquista della Premier al pericolo League One: la triste parabola del Blackburn

Stefano Fonsato

Aggiornato 02/05/2017 alle 21:25 GMT+2

Sono lontani i fasti di Alan Shearer e Chris Sutton, che trascinarono i Rovers verso quell'impresa mitica targata 1994-95. Ora, Graham e compagni, lottano per evitare la terza serie dopo anni di cattiva gestione della compagnia indiana Verky's. Se la giocheranno negli ultimi 90' di Championship contro Birmingham e, soprattutto, Nottingham Forest, altra nobile decaduta.

Chris Sutton e Alan Shearer in trionfo dopo la conquista della Premier League 1994-1995 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Nel tourbillon di favole fornito come sempre dalla FA Cup, tutte le attenzioni di quest'anno, si sono comprensibilmente concentrate alle storie "dilettantistiche" di Sutton United e Lincoln City. In realtà, il 19 febbraio, a Ewood Park nel Lancashire, andava in scena una sfida dal significato fortissimo, che in molti hanno dimenticato ma ceto non da quelle parti. Era la riproposizione, ormai ingiallita, di quel testa a testa che - nella stagione 1994-95 - appassionò i tifosi di calcio di mezza Europa tra Blackburn Rovers e Manchester United e che consegnò a quartoni biancazzurri il titolo di campioni d'Inghilterra.
Il terzo della storia dei Rovers ma, in realtà, era come se fosse il primo dato che l'ultimo conquistato era datato 1914, 91 anni prima. In Italia, per dire, fu la stagione dello scudetto del Casale. La storia del Blackburn di quei tempi assomigliava un po' a quella della Pro Vercelli dei sette scudetti (tanto per restare, con Casale, nei confini del mitico Quadrilatero del calcio): una città tutto sommato raccolta ma che nel calcio si esaltava con due campionati vinti e ben 6 FA Cup conquistate fino al 1928.
Poi, un fisiologico assestamento sino alla grande impresa del 1995 trascinato dai 34 reti di Alan Shearer, assistito alla perfezione da Chris Sutton: la coppia del gol che i romantici del calcio non potranno mai dimenticare e che oggi più che mai rievocano, ora che il Blackburn Rovers sta rischiando una clamorosa retrocessione in League One, la terza serie del calcio inglese.

L'incredibile Premier conquistata nel 1995

Nel '95, la cavalcata in Premier appassionò - si è detto - mezza Europa.
Una favola alla Leicester, che non riuscì a varcare proprio tutti i confini mondiali, solo perché i diritti tv non eran ancora così "worldwide" come oggi.
Quel campionato fu stranissimo: i Rovers, dopo un secondo posto della stagione precedente, partirono a spron battuto e furono tallonati da diversi avversari: prima dal Newcastle, poi dal Liverpool ma, al momento decisivo, la corsa la fece col Manchester United dei ragazzi terribili di Alex Ferguson.
E terzo chi si piazzò? Il Nottingham Forest (bicampione d'Europa con Brian Clough nel 1980 e 1981), squadra con cui i Rovers, oggi, condividono il terzultimo posto di Championship a quota 48 punti. Un finale thrilling, a cui partecipa anche il Birmingham City (due lunghezze più su in classifica) del dimissionario Gianfranco Zola. Ma questa è un'altra storia. Molto probabilmente, una delle due società storiche del calcio d'Oltremanica, sarà costretta ad annegare mestamente nella terza serie.
picture

Un momento di Blackburn Rovers-Newcastle United, Sky Bet Championship 2016-2017 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Che favola, in quei "rampanti" anni '90...

Certo che, ripensando a quel mitico 1995, dovesse toccare al Blackburn Rovers, non ci si riesce proprio a credere.
Una squadra sensazionale, quella quidata dall'allora giovane manager Kenny Dalglish, cuore Liverpool, a cui fu data carta bianca da un presidente dal cuore d'oro, Jack Walker, l'uomo delle industrie inglesi dell'acciaio, che a 62 anni decise di buttarsi nel calcio per realizzare il sogno della sua città. Il classico presidente britannico d'altri tempi, che faceva leva su cuore, passione e competenza.

Dal presidente innamorato Walker al disastro speculativo "Venky's"

Esattamente tutto ciò che manca, secondo i tifosi dei Rovers, all'attuale dirigenza indiana "speculativa" Venky's, che acquisì il club nel 2010, sanando un debito pregresso di 23 milioni di sterline, "ma arrivando ad accumularne un altro da 123 milioni", sottolinea il "trust" dei supporter biancazzurri. Otto gli allenatori cambiati, un progressivo impoverimento della squadra. Che ha portato a mancanza di risultati e ad un progressivo svuotamento di Ewood Park.
picture

L'ingresso di Ewood Park, casa del Blackburn Rovers (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Le proteste, a suon di "We want Venky's out", proseguono senza sosta, in uno scenario che accomuna mezza Inghilterra del calcio nelle mani di dirigenze straniere: pensiamo ai guai di inizio stagione patiti dall'Hull City, o alla brutta fine fatta da altre due pietre miliari del calcio d'Oltremanica come Charlton Athletic e Coventry City. Insomma, non ci sono più i presidenti di una volta...
picture

I tifosi del Blackburn Rovers protestano contro la società durante il match casalingo di Sky Bet Championship 2016-2017 contro il Newcastle United (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Una stagione irripetibile

Si trattò di una stagione strana in tutto e per tutto quella. Fu, tanto per cominciare quella del calcione rifilato da Eric Cantona a un tifoso del Crystal Palace, quella della vittoria dell'Everton in Fa Cup, del Real Saragozza nella Coppa delle Coppe (in finale contro l'Arsenal), del Parma in Coppa Uefa nella finale tutta italiana contro la Juventus, dell'Ajax in Champions League. Che tempi, quelli. In cui decise di inserirsi, come detto, anche patron Jack Walker, il quale costruì un Blackburn da urlo.

Dall'opinionista Shearer all'avvocato Pierce: che fine hanno fatto?

In porta c'era Tim Flowers, che ha provato con poca fortuna a intraprendere la strada di manager con le compagini di Northampton Town e Kiddderminster.
In difesa agiva un trio di tagliaboschi inossidabile come l'irlandese Jeff Kenna, lo scozzese Colin Hendry e Greame Le Saux, che scrisse la storia anche del Chelsea e che oggi è tra i più fotografati, con signora, sulle tribune di Wimbledon.
picture

L'ex Chelsea e Blackburn Rovers Graeme Le Saux a Wimbledon con signora (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Sugli esterni agivano, a destra, il laterale fluidificante norvegese dalla zazzera bionda Henning Berg (oggi calvo e allenatore dei magiari del Videoton, dopo una nefasta esperienza di 57 giorni nel 2012 proprio sulla panchina dei Rovers) e Ian Pierce sulla sinistra.
A corroborare la coppia d'attacco Sutton-Shearer (che certo non ha bisogno di presentazioni), i centrocampisti Stuart Ripley (che oggi fa l'avvocato) e il mastino (per usare un eufemismo) David Batty - che ogni tanto si rivede in qualche spot inglese di beneficenza, insieme a capitan Tim Sherwood,
Che patron Walker - scomparso nel 2000 - preferì a un signore di nome Zinedine, scoperto da Dalglish al Bordeaux e poi accasatosi alla Juve dopo che mister acciaio dichiarò: "Cosa me ne faccio di questo Zidane quando posso avere Sherwood?".

Il finale thrilling, questa volta, è per evitare la League One

Oggi i Rovers si aggrappano ai gol di Danny Graham, che peraltro segnò - nel match di FA Cup contro lo United - il gol del momentaneo 1-0 prima che i Red Devils di Mourinho ribaltassero (2-1) risultato e qualificazione. Sia Shearer - oggi assennato opinionista tv insieme a Gary Lineker e Frank Lampard - che Sutton si sono spesi molto su twitter contro l'attuale società, specie dopo l'esonero - tre giorni dopo quella sfida di coppa - dell'irlandese Owen Coyle, appannaggio dell'attuale tecnico Tony Mowbray.
Come andrà a finire, oggi, tra Blackburn e Nottingham? Entrambe saranno impegnate contro squadre che non hanno più nulla da chiedere ai rispettivi campionati (anche se, si sa, questo in Inghilterra c'entra poco): i Rovers - con una media gol inferiore - saranno di scena a Londra contro il Brentford, il Forest in casa contro l'Ipswich. L'incognita Birmingham, in vece, se la vedrà in trasferta contro il Bristol City.
picture

La statua, davanti a Ewood Park, di Jack Walker, presidente scudettato del Blackburn Rovers 1994-1995 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Nel '95 i quartoni biancazzurri con la rosa sul petto, persero 2-1 a Liverpool ma si laurearono campioni perché lo United non andò oltre l'1-1 a "Boleyn Ground" contro il West Ham. Domenica, negli ultimi 90 minuti di un campionato così disgraziato, rischiano molto di più.
picture

MLS: LA Galaxy-Philadelphia Union 0-0, gli highlights

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità