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Italia d’Europa: quattro avanti, una quasi, due in bilico fra il ritorno di Osimhen e la scintilla di Svilar

Roberto Beccantini

Pubblicato 23/02/2024 alle 10:38 GMT+1

CALCIO - Quattro italiane agli ottavi di Europa League e Conference League (Atalanta, Milan, Roma e Fiorentina); una (l’Inter) a buon punto, e due in bilico (il Napoli del terzo ribaltone e la Lazio dell’1-0 a un Bayern sull’orlo di una crisi di nervi). Sette eravamo e in sette resistiamo. Al di là di ogni ragionevole dubbio...

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Italia d’Europa. E’ stato un "giro" povero di gol, almeno per noi, ma non banale. E comunque in linea con i pronostici. Che non è mai dettaglio da buttare nel cestino. In Champions, l’Inter ha regolato l’Atletico, avversario rognoso se ce n’è uno, mentre il Napoli, galvanizzato dal recupero del suo totem, Victor Osimhen, ha arginato il Barcellona, regalandosi l’orgoglio di una trasferta orientata ma non più segnata. Il Milan, nonostante la difesa fru-fru, e la Roma, con una sofferenza che non ne ha scalfito i meriti, hanno raggiunto l’Atalanta negli ottavi di Europa League. Ottavi ai quali, in Conference, era già approdata la Fiorentina. Ricapitolando: quattro avanti; una (l’Inter) a buon punto, e due in bilico (il Napoli del terzo ribaltone e la Lazio dell’1-0 a un Bayern sull’orlo di una crisi di nervi). Sette eravamo e in sette resistiamo. Al di là di ogni ragionevole dubbio.

Champions League (ottavi, andata): Inter-Atletico Madrid 1-0

INTER 7. Con il Cholo è sempre così, "rumble in the jungle". Anche se adesso palleggia un po’ di più. Partita a scacchi, con torri, alfieri e cavalli bloccati per un tempo. Alla distanza, più Inter che Atletico, più Inzaghi che Simeone. E dal momento che il destino era libero da impegni, l’ha decisa colui che, in caso contrario, sarebbe stato fucilato per eccesso di sprechi: lo «sciagurato» Arnautovic, vice del dolorante Thuram. Con l’austriaco, Lautaro: tranquilli, si appisolava persino il grande Omero. E in mezzo? Barella su, Mkhitaryan e Çalhanoglu giù. L’ingresso di Morata, una piuma al vento. Sommer, zero parate. E nel 2024, solo vittorie: già nove tra campionato e coppe. "Molto" sotto controllo, a naso.

Champions League (ottavi, andata): Napoli-Barcellona 1-1

NAPOLI 6. Due pazienti in cura. Il Napoli, affidato dal "cupio dissolvi" del padrone a Calzona, scuola Sarri & Spalletti, dopo gli esoneri di Garcia e Mazzarri. Il Barcellona, aggrappato alle flebo del tiki taka che lo ha reso famoso con Xavi regista e fumoso, oggi, con Xavi in panca. L’1-1 è il ritratto di una ordalia lenta, solcata dal predominio territoriale dei catalani e dalle scosse di una squadra che il Maradona ha sorretto negli attimi di panico. Fra i guizzi di Lewandowski e Osimhen, le staffette. Una, drastica: Lindstrom al posto di Kvara. Da 5, ma toglierlo non è mai comodo, prigioniero come sei del risultato. Il rinvio della sentenza al 12 marzo sembra proprio un segno di vita.
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Europa League (spareggi, ritorno): Rennes-Milan 3-2 (andata 0-3)

MILAN 5. In ballo non c’era il passaggio del turno, in tasca dal Luna park di San Siro. C’era, se mai, la curiosità di verificare la salute del Diavolo post Monza. Risposta: la solita. Fragile in copertura (7 gol in due gare), frizzante in attacco (al netto della mira). Il Rennes ha inflitto ritmi frenetici, trovando in Bourigeaud uno straripante Attila: tripletta, con il supporto di due penalty (nebbioso il primo). Jovic aveva fissato l’1-1, Leao il 2-2. Il portoghese, ecco: se ne è divorati non meno di altri tre, a conferma di un istinto ancora colpevolmente vago. Poi se la prendono con il turnover di Pioli: mah. Le praterie offerte dai bretoni avrebbero giustificato vampiri, non dietologi. Onore ai vinti.
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Europa League (spareggi, ritorno): Roma-Feyenoord 1-1 dts, 4-2 ai rigori (andata 1-1)

ROMA 6,5. Tu chiamale, se vuoi, intuizioni. Mile Svilar. De Rossi l’ha preferito a Rui Patricio. E il belga-serbo l’ha ricambiato parando due rigori su quattro al tiebreak. Uno, lo aveva sbagliato addirittura Lukaku; ha "chiuso" Zalewki. E così, per la terza volta dallo squillo di Zaniolo a Tirana, il Feyenoord si è arreso alla Lupa. La trama, aspra come nei voti e nel pressing, ha stappato subito i gol: di spalla, Gimenez; d’interno destro, Pellegrini (ripescato da Daniele alla periferia di Mourinho). Uscito il capitano, è "entrato" Dybala, reduce da un decollo sordo e grigio. E Big Rom? Fantasma sino al 120’, e da lì cliente dei riflessi di Wellenreuther: su azione e da fermo. Irriducibili, gli opliti di Slot: ma fra Rotterdam e l’Olimpico, Roma capoccia.
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Svilar abbracciato dai compagni di squadra dopo la serie di rigori contro il Feyenoord

Credit Foto Getty Images

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