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Kroos: "Non riesco a vedermi lontano dal Real. Federer? Il miglior sportivo di sempre"

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Aggiornato 15/05/2020 alle 14:31 GMT+2

In un'intervista ESCLUSIVA per Eurosport Germany, Toni Kroos ha parlato del suo ultimo periodo e del suo imminente futuro: dalla quarantena forzata per proteggersi dal Coronavirus, al suo futuro al Real Madrid. Il suo contratto scadrà tra 3 anni, ma il centrocampista dei blancos ha le idee ben chiare: non andrà a svernare altrove, vestirà la maglietta merengue fino alla fine.

Toni Kroos - Real Madrid

Credit Foto Getty Images

Dalla sua dimora spagnola, anche Toni Kroos è pronto a ripartire. L'attività agonistica gli è mancata parecchio, anche se il centrocampista tedesco non ha negato di essersi goduto la famiglia durante questo periodo di quarantena. La redazione tedesca di Eurosport ha avuto il piacere di intervistarlo; tanti i temi in gioco: Coronavirus, famiglia, Real Madrid e... l'amore per il tennis.

Sulla ripartenza della Bundesliga

Dalla Spagna attendiamo con impazienza gli sviluppi della situazione, speriamo che la Bundesliga – il primo torneo a partire – non si arresti immediatamente, e che questo possa avere un impatto positivo sul nostro futuro.

Sulla ripartenza in Spagna

Lentamente sta ricominciando tutto, da questa settimana abbiamo ricominciato ad allenarci senza contatto. È una situazione strana, un modo di allenarsi insolito. Puoi vedere tutti, ma non ti puoi avvicinare. È persino proibito passarsi la palla tra compagni.

Sugli effetti del Coronavirus a Madrid

Madrid è stata colpita duramente, ci sono ancora alcune situazioni di quarantena. È una situazione difficile, ma io e la mia famiglia stiamo bene. E per chi mi conosce sa che rimanere in casa non è una delle punizioni più insopportabili per me.

Sulla sua vita quotidiana a Madrid ai tempi del Coronavirus

Io e mia moglie abbiamo dovuto abituarci a questa situazione con i nostri figli rispettivamente di 1, 3 e 6 anni. È stata una sfida abbastanza complicata. Ci siamo divisi i compiti: uno si occupava dei compiti a casa dei due fratelli maggiori e l’altro si prendeva cura del più piccolo, che non è ancora tanto indipendente. Quindi le giornate erano già belle piene. Inoltre mi sono costruito un angolo dove tenermi in forma.

Sulla panchina nel match di Champions contro il Manchester City

Era la prima grande partita in cui non sono partito nell’11 titolare. Ovviamente mi turba. Sarebbe strano se non mi turbasse un po’. In tal caso potrei anche ritirarmi. Ero amareggiato, ma ho dovuto accettarlo.

Sul suo addio al Bayern nel 2014

Guardando indietro, si potrebbe dire che una tra le due parti si è certamente pentita di questo addio. Io non sono quest’ultima. (Ride) Per me è stata la soluzione migliore. Non andavamo d’accordo allora. Io avevo le mie idee, il Bayern aveva le sue. Poi c’è stata la rottura. Il Bayern non era abituato a vedere giocatori che se ne andavano, ma così è stato. Ad ogni modo, non ho problemi con alcuna persona in quel club, auguro il meglio a ciascuno di loro. Perciò il Bayern – dopo l’Union Berlino (dove gioca il fratello Felix, ndr.) – è la squadra che supporto.
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Zwei Jahre ein Team: Toni Kroos und Jupp Heynckes beim FC Bayern

Credit Foto Getty Images

Sul suo contratto col Real, che scade nel 2023

3 anni, nel mondo del calcio, sono lunghi. 3 anni col Real Madrid lo sono ancora di più. (Ride) La mia intenzione è quella di spendere questi 3 anni col Real. Poi, a 33 anni, verrà il momento di chiedersi: come sto fisicamente? Sono abbastanza motivato? Me la sento di continuare? E a quel punto vedremo.

Su un futuro lontano da Madrid

Una notizia su di me che non leggerete mai sarà ‘Kroos va in Cina per altri due anni’ o storie simili. Scordatevelo. Non riesco a immaginarmi in un posto diverso. Dovesse succedere una situazione in cui mi diranno: ‘Ok, un altro anno con noi perché sei ancora bravo e perché hai voglia’, allora la prenderei in considerazione. Se dovessi considerare un altro trasferimento, magari in Inghilterra dove giocano un calcio molto fisico… Non mi ci vedo a 33 anni.
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Sulla sua reputazione in Germania

Da quando gioco a Madrid, penso che le persone mi vedano in maniera diversa. In Baviera avevo già questa impressione: ero uno dei tanti giocatori nazionali che circolavano, e non ero uno dei più accattivanti dal punto di vista tecnico o stilistico. C’era la percezione che io fossi una semplice pedina di una squadra. Ma quando diventi l’unico giocatore tedesco nella rosa del Real Madrid, ti esponi maggiormente. Molte persone avranno pensato che per me a Madrid non avrebbe funzionato. E invece, ops, ha funzionato. Alla grande. Questo mi ha permesso di cambiare molte opinioni sul mio conto. Prima o poi sarebbe successo. Ma non è l’aspetto più importante per me. Ho sempre saputo ciò di cui ero capace e che cosa desideravo. È ciò che mi ha spinto a raggiungere questo livello.

Sui suoi commenti a proposito del taglio di stipendi

Oggi ripeterei la stessa cosa. Tutti coloro che hanno più di 3 neuroni sanno che cosa significassero quelle parole. Perciò non mi sono scusato, non lo dovevo fare. L’ho spiegato un’altra volta. Ma c’è una differenza tra il non capire e il far finta di non capire. (…) Ho espresso quelle dichiarazioni in un momento in cui non era stata intavolata nemmeno una discussione col Real sul taglio di stipendi. Tutti sanno che il Real è una società ricca. Quindi per me era chiaro: dal momento in cui la società non ce lo chiede espressamente per pagare i lavoratori, non è necessario che mi tagli lo stipendio. Preferirei percepire la somma intera e devolverla ai più bisognosi. (…) Ma quando la società ci ha contattato, è stato chiaro fin da subito che avremmo rinunciato a una parte (10%, ndr.) per aiutare i lavoratori.

Sulla stima per Roger Federer, che ritiene il migliore sportivo di sempre

Ne sono assolutamente convinto, anche se posso parlare solo per il mio tempo. Non posso valutare il resto, ma anche in quel caso, sarebbe difficile superare Roger. (…) Penso sia per via di un mix di vittorie e di spettacolarità del suo tennis. L’ho incontrato un po’ di volte e posso confermare che è un ragazzo simpatico. Si presenta come un uomo di famiglia, gli interessa il calcio – anche se non è stato fortunato col suo Basilea, ma deve sopportarlo per forza. Per me è scontato essere un suo fan.
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Roger Federer y Toni Kroos

Credit Foto Getty Images

Sull’erede di Roger Federer

Una volta mi sono sbilanciato dicendo: in 5 anni Dimitrov diventerà il numero 1. Il modo in cui si muove, gioca, mi è piaciuto sin dall’inizio. Ma probabilmente ho visto qualcosa che non c’era veramente. Oggi mi piace guardare Stefanos Tsitsipas. Se solo riuscisse ad ottenere più continuità, l’erede potrebbe essere lui. Zverev mi deve ancora convincere. Certo, in quanto tedesco credo molto in lui. L’ultimo giocatore tedesco che mi piaceva guardare da tifoso era Tommy Haas. Boris invece era troppo presto per me. Quando guardo le gare di Sascha, noto ancora qualcosa che manca. Secondo me Tsitsipas è ancora un passo avanti. Se dovessi scegliere, Tsitsipas gioca un tennis migliore, a mio modesto parere.

Sul suo rapporto col tennis

Cerco di giocare a tennis con regolarità qui a Madrid, con un allenatore. Semplice, mi piace divertirmi. In Germania stiamo costruendo un campo da tennis nel giardino di casa. Sarà un’opportunità in più per giocarci. Ricevere una racchetta da Federer è stato un onore. Dovrò testarla sicuramente.
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