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Maradona: i racconti di Ottavio Bianchi e Salvatore Esposito

Carlo Filippo Vardelli

Pubblicato 26/11/2020 alle 18:09 GMT+1

MARADONA - L’allenatore del primo storico scudetto partenopeo e l’attore di Gomorra si raccontano ai colleghi Eurosport Francia. La scomparsa di Diego Maradona ha lasciato un vuoto incolmabile. Un buco nella vita di tutti. “Maradona ha amato direttamente il Napoli, e il Napoli ha amato direttamente Maradona”.

Ottavio Bianchi saluda a Diego Armando Maradona

Credit Foto Getty Images

Maradona ha amato direttamente il Napoli e il Napoli ha amato direttamente Maradona.
Non poteva che iniziare così l’intervento di mister Ottavio Bianchi. Lo storico allenatore del primo scudetto partenopeo, passato a Napoli dal 1985 al 1989 e poi di nuovo negli anni 90, si è confidato con i colleghi di Eurosport Francia. La morte di Diego ha unito tutti. Due città lontane come Napoli e si sono avvicinate. Lontane ma vicine, da sempre.
“Napoli e Buenos Aires sono due città che si somigliano: mentalità, stile di vita e filosofia. Il Napoli ha sempre accolto con grande entusiasmo i giocatori sudamericani. Maradona ha permesso il riscatto sociale di un'intera città. Era il leader della situazione. I napoletani lo hanno fatto diventare il portavoce di tutti i loro problemi. È un'unione indelebile. L'idolatria era totale e rimane ancora oggi, supera tutte le barriere del semplice essere umano”.

"Nessuno ha mai dovuto sopportare la pressione che ha portato Maradona"

Quella vista in campo, e fuori, non era semplice unione. Era fusione. Diego era un tutt’uno con Napoli. Si prendeva tutte le responsabilità, anche quando la gente non gliele chiedeva.
"Bisogna rendersi conto che Diego aveva una pressione enorme - ricorda Bianchi. Nessuno al mondo ha mai dovuto sopportarla. Né i politici, né gli attori. Ovunque andasse era pressato dall'opinione pubblica, dai tifosi e da persone che non conoscevano il calcio”.
Una pressione che finché Diego ha saputo sopportare, ha portato grandi benefici alla squadra azzurra. Lo scudetto del 1987 è una perla incastonata nel cuore della città.
“Insieme abbiamo vissuto i nostri momenti migliori. I ricordi mi tornano alla mente con il passare del tempo, da ieri (mercoledì), e queste sono le immagini più belle. Lo vedevamo cadere e poi rialzarsi, è successo più volte negli ultimi anni. È sempre riuscito a dribblare i suoi problemi. Ma questa volta no”.
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Ottavio Bianchi y Maradona en una entrenamiento con el Napoli

Credit Foto Getty Images

Ora resta solo il ricordo. Quella memoria trasmessa da padre in figlio che scavalca ogni barriera e ogni paese. Maradona è di tutti.
"Mi sembra abbastanza normale e giustificato, è il percorso di Maradona che prosegue nel Napoli” - conclude Bianchi, molto commosso dalla perdita del suo ex giocatore. “Un giorno ero in vacanza alle Maldive. Visitai un piccolo posto sperduto dove c'era una capanna con una famiglia di 4-5 bambini. Avevano una radio e un pallone. I bambini ci giocavano e dicevano: Io sono Maradona! Ecco cosa rappresenta quel giocatore”.
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Cori ed emozione al San Paolo, l’ultimo saluto a Maradona

"Maradona è semplicemente un Dio, un fenomeno con un cuore grande"

Il pianto di una città non coinvolge solamente coloro che hanno "lavorato" con lui. Insieme all'ex mister partenopeo, Eurosport Francia ha raccolto anche la testimonianza di chi, oggi, sta esportando il marchio di Napoli attraverso il cinema e la televisione: Salvatore Esposito.
“Per noi, come per gli argentini, Maradona è semplicemente un Dio. A Napoli tutti crescono con la leggenda di Maradona, nella speranza di poterlo imitare. Ha aiutato i ragazzi ad avere un sogno, tenendoli lontani dalle cose brutte che esistono in tutte le periferie del mondo. Era un uomo dal cuore grande. Per me incontrarlo è stata un'emozione incredibile e sono felice di averla condivisa con mio padre e mia madre”.
Un amore, come scrivevamo sopra, indissolubile.
“È il più grande giocatore di tutti i tempi e ha segnato il gol del secolo, credo che riassuma tutto. Maradona sarà sempre nel mio cuore e in quello di questa città".
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