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Modric, Mbappé, Salah e Ignaševič: gli Oscar 2018 ai protagonisti del calcio estero

Simone Eterno

Pubblicato 30/12/2018 alle 15:27 GMT+1

Un anno di calcio estero vissuto attraverso i protagonisti più illusti: dalla stella Modric, campione di tutto (o quasi) al giovane fuoriclasse Mbappé, pronto a prenderne il posto. Ma anche la sorprendente vena realizzativa di Salah a Liverpool e l'incredibile veterano Sergej Ignaševič, capace a 39 anni di guidare la difesa della Russia fino ai quarti di finale dei mondiali. E poi anche...

Copertina Focus - Luka Modric - Pallone d'Oro

Credit Foto Eurosport

La stella: Luka Modric

Nessuno ha brillato più di lui. Un 2018 davvero incredibile per il croato che ha vinto tutto col il Real Madrid – Champions e Mondiale per club – e dove ha contribuito a portare in finale della Coppa del Mondo la Croazia. Tra le tante stelle, è stata senza dubbio quella di Modric la più brillante di tutte. Un anno probabilmente irripetibile e una consacrazione tra i mostri sacri della disciplina che in molti, probabilmente, così in altro, non credevano sarebbe potuta essere possibile.
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Modric Pallone d'Oro 2018: il coronamento di un anno da superstar tra Real e Croazia

La sorpresa: Mohamed Salah

Alzi la mano di chi aspettava un impatto del genere in Premier League? Non tanto per le qualità del giocatore – che in Italia avevamo conosciuto bene sia a Firenze che a Roma – quanto per l’improvviso cinismo sotto porta. In quel di Anfield, Momo Salah si è riscoperto bomber. 44 gol nella stagione 2017/18 e altri 15, fin qui, quest’anno. Numeri impressionanti per un finalizzatore esaltante e certamente esaltato dal calcio di Klopp. Per la semplice questione statistica, la sorpresa più sorpresa di tutte.
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Mohamed Salah

Credit Foto PA Sport

Il giovane: Kylian Mbappé

Che fuoriclasse, Kylian Mbappé. Lo era già stato nel 2017 il giovane più interessante e certamente si è confermato anche nel 2018. Non ha risentito dell’impatto con le stelle del PSG ma soprattutto ha vinto un mondiale da protagonista. Il suo match contro l’Argentina, i suoi scatti, la sua tecnica abbinata a quella velocità di gioco. Non lo abbiamo scelto come ‘stella’ perché quel posto quest’anno era già occupato. Sarà destinato a prenderselo nei prossimi, ne siamo sicuri.

La delusione: La Germania di Low e Muller

Da campioni a reietti. Se c’è stata una delusione è quella del calcio tedesco, che ha confermato la “maledizione” dei campioni del Mondo in carica, sempre eliminati ai gironi dell’edizione successiva ormai da una vita. Non sfuggono alla regola nemmeno Muller e compagni. Stra-deludenti in campo e certamente non aiutati da un Low per una volta incapace di dare spazio a una concreta rivoluzione, ripartendo da una stella – forse l’unica al momento del calcio tedesco – come Leroy Sane. Il conto è stato caro: fuori con Svezia, Corea del Sud e Messico. Non cose da Germania.
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Joachim Low, il ct della Germania dopo l'eliminazione ai mondiali di Russia 2018

Credit Foto Getty Images

L’italiano: Maurizio Sarri

Arrivato tra lo scetticismo sia nostro che degli inglesi, in tanti – anzi, tantissimi – davano a Sarri poca vita, specie in un Chelsea un po’ a fine ciclo. L’ex tecnico del Napoli ha invece dimostrato che il linguaggio del calcio non conosce barriere né confini, stereotipi né pregiudizi. Il suo impatto in Inghilterra è stato straordinario e il suo Chelsea ha conquistato anche la super scettica stampa inglese, oltre che il suo personaggio. Vincere il titolo nel 2019 sarà quasi impossibile vista la concorrenza, ma già tenere i Blues tra le prime 4 potrebbe essere un gran risultato.
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Maurizio Sarri

Credit Foto Getty Images

Il veterano infinito: Sergej Ignaševič

Classe 1979. A 39 anni colonna difensiva di una Russia tosta e mai doma nei Mondiali. Il cammino della squadra di casa è stato più che sorprendente, merito anche di una fase difensiva guidata proprio da questo “ragazzino” e in grado di arrivare fino ai quarti di finale, fermata solo ai calci di rigore dalla Croazia poi finalista. Se c’è stato un veterano degno di nota, nel 2018, non può che essere Sergej Ignaševič.
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Sergei Ignashevich abbraccia Kokorin e Mamaev durante un successo della Russia ai mondiali 2018

Credit Foto Getty Images

Il momento più emozionante: 4 e 5 aprile, 24 ore incredibili per il calcio italiano in Champions

E sono chiaramente la remuntada della Roma con il Barcellona e la successiva ‘quasi-impresa’ della Juventus al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. Due serate separate da solo 24 ore che hanno infiammato i cuori di tanti in Italia, e non solo tifosi delle due squadre. La Roma e il suo colpo clamoroso e la Juventus con la sua missione impossibile quasi portata a termine. Il pathos lasciato da due serate magiche di Champions League difficilmente ripetibili, anche negli epiloghi dei minuti finali.
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