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I finti teocrati hanno fallito: diamo una chance a Maldini, Buffon e chi ha fatto grande l'Italia

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Aggiornato 14/11/2017 alle 13:02 GMT+1

La delusione deve lasciare il posto all’unica occasione che abbiamo per azzerare tutto e avviare la rifondazione. Coloro che per anni hanno preso il comando senza averne le competenze hanno fallito. Proviamo a dare una possibilità a chi ha fatto grande l’Italia, a chi ha dimostrato di avere il carisma per farci emergere e che ha respirato il campo ad altissimi livelli. L’esperienza non si compra.

Paolo Maldini, Andrea Pirlo, Gianluigi Buffon

Credit Foto Getty Images

L’indignazione di una nazione intera deve servire da stimolo a chi fa questo mestiere per proporre soluzioni, per far sì che non si repeta più una cosa del genere e che da questa sconfitta si possa davvero ricostruire un movimento calcistico mummificato da anni. È un dovere per noi addetti ai lavori più che uno sfogo, perché la delusione deve lasciare il posto all’unica occasione che abbiamo per azzerare tutto e avviare la rifondazione. Questo si aspetta la gente, anche se tutti noi sappiamo benissimo di essere dei poveri illusi, dato che in Italia ammettere un fallimento o dimettersi non fa parte della mentalità di chi detiene il potere e si accomoda sulle poltrone. Trattasi di dignità, questa sconosciuta.
Proviamo dunque a proporre una soluzione che rimarrà inascoltata, ma che speriamo possa far venire anche un solo dubbio a qualcuno che conta per ricreare qualcosa di dignitoso, come la nostra storia calcistica ci imporrebbe, dalle macerie in cui ci siamo arenati da soli. I finti teocrati, coloro che per anni hanno preso il comando senza averne le competenze, hanno fallito. Proviamo allora a dare una possibilità a chi ha fatto grande l’Italia, a chi ha dimostrato di avere il carisma per farci emergere e che ha respirato il campo ad altissimi livelli. L’esperienza non si compra. Paolo Maldini non è ancora riuscito ad avere un ruolo nel Milan: diamogli un incarico importante in Nazionale. Non rimane più nulla dell’Italia che ha trionfato a Berlino nel 2006: Buffon, De Rossi e Barzagli hanno detto basta, Chiellini sta per unirsi a loro.
Ripartiamo da questi leader di campo, a partire dal capitano, per investire sul futuro e guidare i loro successori. A livello dirigenziale abbiamo bisogno di facce nuove, di persone che hanno vinto e dato lustro ai nostri colori nonostante tutto. Nonostante le magagne che già c’erano nel 2006 quando, all’indomani del più grande scandalo della nostra storia pallonara, abbiamo pensato che nessun cambiamento fosse necessario perché eravamo sul tetto del mondo e tanto bastava e avanzava.
Mentre la Germania e la Spagna programmavano il futuro, noi restavamo arroccati nei nostri stadi vecchi e snobbavamo i giovani italiani, senza avere il coraggio di puntare su di loro. D’altronde il calcio è uno specchio del Paese, ma la difficoltà dei nostri giovani a farsi spazio nel mondo del lavoro non ci ha insegnato nulla. Meglio scommettere sull’usato sicuro, su una generazione che sogna invano la pensione. Intanto, i nostri club hanno continuato a comprare stranieri scarsi: un tempo l’Italia era un punto d’arrivo e acquistavamo Maradona, van Basten e Ronaldo. Oggi siamo una discarica e il nome esotico, solo perché sconosciuto, ci intriga più del ragazzo di provincia che si deve accontentare della Serie B.
La generazione che ci ha esaltato l’ultima volta, quella dei Buffon, Cannavaro e Pirlo, potrebbe essere quella del rilancio ora che abbiamo toccato il fondo. Solo persone credibili, preparate e competenti, in grado di scegliere commissari tecnici esperti, carismastici e vincenti potranno svegliarci da questo torpore. Perché noi siamo l’Italia e un’esclusione dai Mondiali a sette mesi dal loro inizio, dopo due eliminazioni di fila nella fase a gironi, non la dovevamo vivere. Ma evidentemente ce la meritiamo.
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