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Heung-min Son, il più sottovalutato dei fuoriclasse

Simone Eterno

Aggiornato 08/12/2019 alle 14:56 GMT+1

22esimo in classifica nell'ultimo Pallone d'Oro, per finire nei radar mondiali Heung-min Son ha dovuto saltare tutti in 78 metri di corsa palla al piede terminata col gol per far parlare di se. Invece, da 2 anni a questa parte, è uno dei giocatori più decisivi in Europa. Un elogio al più sottovalutato dei fenomeni contemporanei.

Son Heung-min

Credit Foto Getty Images

Ci è voluto un gol così, una perla da ‘giro del mondo’, per portare sotto la luce dei riflettori Heung-min Son. Non che il talento sudcoreano del Tottenham ne avesse bisogno. Chi conosce il campionato inglese conosce il valore del giocatore; chi ha seguito l’edizione passata della Champions League ne ricorderà sicuramente le giocate.
Eppure di Son si parla e si scrive sostanzialmente poco. Anzi, pochissimo. O meglio: fa notizia, ma per aspetti legati all’extra campo. Le pagine social legate al calcio, quelle che hanno il potere di rendere notiziabile ormai qualsiasi evento, di Son divulgano sostanzialmente tutti gli aspetti extra. In rete troverete video di Son che gioca con i figli dei compagni di squadra alla festa di fine anno; troverete la reazione in lacrime dopo lo sfortunato intervento che è costato ad André Gomes una brutta frattura; troverete quella narrazione del ‘bravo ragazzo’ che certamente è un aspetto interessante del Son personaggio, ma che leva paradossalmente la scena alle qualità del Son calciatore.
Dal tardo pomeriggio dell’Immacolata però trovate finalmente anche una giocata. Già perché Son si è dovuto fare 78 metri di campo palla al piede in una partita di Premier League per rivendicare agli occhi del mondo il devastante livello che da due anni ormai sta con costanza mostrando sui campi nazionali e internazionali. Un gol ‘alla Maradona’. O alla ‘Sonaldo’, soprannome non coniato da Mourinho, bensì dai tifosi che prima di tutti ne avevano avuto il piacere di intravedere le potenzialità: quelli del Bayer Leverkusen.
Sì perché quella di Son è una storia che nasce da lontano. Il sudcoreano è il prodotto più interessante di quella collaborazione del programma di formazione dei giovani asiatici messa in atto dai club di Bundesliga ormai più di un decennio fa. Un percorso, quello di Son, che di fatto l’ha portato a sviluppare la seconda parte della sua formazione calcistica in Europa: dopo aver iniziato nell’accademia dell’FC Seoul infatti a 16 anni Son è passato alle giovanili dell’Amburgo. E da lì in poi è iniziato uno sviluppo probabilmente determinante nel portare al giocatore cui Son è adesso.
A differenza dei talenti asiatici che prima di lui erano arrivati nei migliori campionati europei, Son è un giocatore estremamente ‘europeo’ nella sua concezione di calcio, dove per ‘europeo’ intendiamo concreto. Il sudcoreano ha saputo costruirsi un ruolo determinante del corso degli anni durante la gestione Pochettino, partendo da alternativa fino a diventare uomo chiave dell’ultima e fortunata stagione degli Spurs. Come ci è riuscito? Con pochi fronzoli e tanta sostanza ogni qualvolta è stato chiamato in campo.
Il gol di ieri è infatti un sunto estremizzato delle devastanti qualità di Son negli spazi: accelerazione dinamitarda e incontenibilità nell’uno contro uno. Sono davvero pochi i profili più incisivi del sudcoreano in queste due caratteristiche in questo preciso momento; un giocatore che per essere limitato da un anno a questa parte deve essere preso prima che riesca a partire e prendere velocità, altrimenti poi sono guai. Eppure, nonostante l’enorme rendimento, continua a essere quasi ostracizzato quando si entra nelle discussioni filosofiche sui ‘migliori’ in linea di massima.
Son, che nella scorsa stagione ha chiuso con una finale di Champions League assolutamente impronosticabile per il suo club a inizio stagione e condita da un’annata dove i numeri personali hanno parlato di 20 gol e 10 assist in un totale di 48 presenze (ha di fatto messo uno zampino decisivo in 2/3 delle partite in cui ha messo piede in campo), è terminato nell’ultima classifica del Pallone d’Oro in 22esima posizione. In questa stagione, caratterizzata da una prima parte di anno di enormi difficoltà, è stato poi l’unico a tenere su in qualche modo gli Spurs. Mentre Kane era alla prese con i suoi guai fisici, mentre Alli era completamente perso in un’incomprensibile involuzione, mentre Eriksen sedeva in panchina per altre faccende(…), è stato Son a tener su la baracca: 10 gol e 9 assist in 20 presenze complessive sono un bottino ancor più migliorato rispetto a quello della già eccellente passata stagione.
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Heung-min Son

Credit Foto Getty Images

Heung-min Son insomma è un giocatore in grado di spostare gli equilibri: siano questi palesati da giocate individuali come quella di ieri, o da partite dove gli highlights non fanno il giro del mondo, ma restano lì da vedere. Basta volerlo. E andare oltre la logica stucchevole del ‘bravo ragazzo’.
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