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Dopo Italia-Inghilterra: problemi a centrocampo (ci aveva abituato troppo bene), non solo davanti

Roberto Beccantini

Pubblicato 24/03/2023 alle 19:56 GMT+1

QUALIFICAZIONI EURO 2024 - Il problema non è la sconfitta. È pensare che il secondo tempo cancelli il primo. Non vinceva in Italia dal 1961, l’Inghilterra. Scrivere che passano le prime due, tanto per medicare il morale, sa di tafazziana presa per i fondelli. Ci mancherebbe pure.

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Il problema non è la sconfitta. È pensare che il secondo tempo cancelli il primo. Non vinceva in Italia dal 1961, l’Inghilterra. Nello stadio intitolato a colui che la fregò e la sbranò ci ha battuto per 2-1. Era la prima dopo la scomparsa di Gianluca Vialli (sempre nei nostri cuori, che spero siano tanti ma temo non tutti). Era il battesimo delle qualificazioni europee. C’era attesa: noi, ammessi alla fase finale della Nations League di giugno; loro, eliminati nei quarti all’ultimo Mondiale e retrocessi in Lega B. Le sfide tra Italia e Inghilterra non sono mai banali. L’11 luglio del 2021, a Wembley, ci contendemmo addirittura il titolo di campioni d’Europa. Finì 1-1, e ai rigori brindarono gli azzurri. Seguì la sbornia con relativa Macedonia (del Nord): e al momento del conto, bye bye Qatar.
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Scrivere che passano le prime due, tanto per medicare il morale, sa di tafazziana presa per i fondelli. Ci mancherebbe pure. Non giocava, la Nazionale, dal 20 novembre 2022: sconfitta per 0-2, in amichevole, a Vienna con l’Austria. Ripeto: per un tempo, siamo stati surclassati: gran parata di Gigio Donnarumma su Jude Bellingham; gol di Declan Rice in mischia; rigore di Harry Kane per mani-comio «varista» di Giovanni Di Lorenzo; topica clamorosa di Jack Grealish a porta vuota. Il destino non ha gradito, anche se poi non ha infierito. E i nostri? Non pervenuti.
Dal cilindro del suo fiuto, Roberto Mancini aveva estratto il coniglio di Mateo Retegui, argentino dal bisnonno di Canicattì. Ha realizzato il gol della bandiera, su assist di Lorenzo Pellegrini; ha procurato il secondo giallo di Luke Shaw. Era sopravvissuto a un primo tempo dominato in lungo e in largo dai perfidi «leoncini» di Albione. Ha 23 anni, e come papa Francesco viene dalla fine del mondo. Alto 1,86, pesa quasi 90 chili: «una via di mezzo fra Bobo Vieri e Luca Toni», hanno chiosato i Pigafetta della propaganda. Guai a trasformarlo in una mano di roulette. Se il ct ci crede, gli dia altre occasioni: e più munizioni.
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Naturalmente, chi non c’era, da Manuel Locatelli a Mattia Zaccagni, verrà invocato e rimpianto. Capita spesso, con gli assenti. È stato soprattutto a centrocampo, là dove dettavamo legge, che abbiamo ballato: Jorginho non ne azzeccava una, Nicolò Barella e Marco Verratti si perdevano nella giungla, facili prede dei bracconieri di turno. Non era questione di modulo (4-3-3, 3-5-2, 4-2-4). Semplicemente, comandavano gli avversari.
E siamo alla ripresa: questa sì, a copione rovesciato. Kane - 54 gol, neo cannoniere dell’England - operava in pratica da «dieci», ma sia Bukayo Saka sia Grealish non riuscivano più a dettargli il lancio o ad aggredirne le idee. Il Mancio, in compenso, pompava energie dalle staffette: in particolare da Wilfried Gnonto e Matteo Politano. Licenziato in tronco il tridente mediano, spazio ai muscoli di Sandro Tonali, Bryan Cristante e Gianluca Scamacca. Scritto en passant, nemmeno Domenica Berardi aveva entusiasmato. Lo squillo di Retegui, improvviso, spaccava la trama, resa a senso unico dal rosso di Shaw. Mai visto gli inglesi «italianeggiare» in quel modo, rubando secondi in ogni vicolo della partita come volgari borseggiatori. Parlare di assedio è corretto, ma di Jordan Pickford non rammento voli pindarici.
Nella classifica Fifa l’Inghilterra occupa il quinto posto e l’Italia l’ottavo. Domenica sera, seconda tappa a Malta. Morale della favola: sulla torta divisa in due non ci piove. La squadra di Gareth Southgate ha però sfruttato meglio le sue fette. E allora, nulla di nuovo sotto il cielo di Napoli: alla ricerca del centravanti perduto, ci sta che vinca chi lo ha. Capitolo stranieri, tema fisso delle vigilie: gli stranieri ci sono ovunque e quando allenava l’Inter, il Mancio, lui quoque, vi attingeva copiosamente. Birichino.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini: www.beckisback.it.
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