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Qualificazioni mondiali, Bulgaria-Italia 0-2, si impara da partite così, più utili che divertenti

Roberto Beccantini

Aggiornato 29/03/2021 alle 13:13 GMT+2

QUALIFICAZIONI MONDIALI - Non mi aspettavo molto di più, molto di diverso. Parlando di Zinedine Zidane, l’avvocato Agnelli disse: "Più utile che divertente". Era una battuta, non so quanto involontaria. Ecco: è la sintesi, perfetta, di questa seconda tappa, in attesa della terza (mercoledì a Vilnius, con la Lituania).

Focus Italia: partita non divertente ma utile

Credit Foto Eurosport

Non avevamo mai vinto, in Bulgaria. Giocare da queste parti, in passato, era un supplizio. Due nomi: Georgi Asparuhov, Hristo Stoichkov.
Fra porte chiuse e frontiere spalancate, parenti ed eredi sono precipitati al 68° posto della classifica Fifa. Affrontarli, non è più un tormento: o lo è di meno. Si sono ridotti ad armadi sordi e grigi, loro che consideravano il dribbling una fuga dall'ordine, un gesto ribelle. La Svizzera aveva risolto la faccenda in un quarto d’ora: l’Italia ci ha messo un po’ di più. Due a zero all’Irlanda del Nord, due a zero ai bulgari: e, dal momento che i numeri non sono tutto ma spesso ci tentano, 24a. partita utile consecutiva della gestione Mancini.

Compitino

Sei cambi rispetto a Parma; e così, visto (anche) l’ingorgo del calendario, non proprio una coppa di champagne. Anzi. Un rigorino "ino-ino" di Andrea Belotti estratto da quei due o tre mezzi episodi che non avevano smosso la modestia dell’arbitro sloveno e, nel finale, un gran destro a giro di Manuel Locatelli, piedi raffinati e geometrie "aperte". Fino al raddoppio, un palo del Gallo e una noia che si tagliava con il coltello come i nebbioni di "Rocco e i suoi fratelli". Dopo, via libera e un paio di occasioni per Ciro Immobile, sazio (forse) del gol recuperato giovedì.
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Bulgaria-Italia, Qualificazioni Mondiali 2022 - Manuel Locatelli, al centro, esulta (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

Ci ha abituato talmente bene, la Nazionale del Mancio, che a ogni ruttino alziamo gli occhi al cielo, zitelle insofferenti ai minimi cali di galateo. Senza Jorginho, centrocampo piatto (Nicolò Barella; Stefano Sensi , a secco dal 9 febbraio e, dunque, un po' spaesato; Marco Verratti): piatto e basso. Se al Tardini aveva spopolato la destra (Alessandro Florenzi-Domenico Berardi), a Sofia meglio la sinistra (Leonardo Spinazzola-Lorenzo Insigne). Rari i falò accesi, rarissimi i pericoli corsi, come documentano gli sbadigli di Gigio Donnarumma. C’era Federico Chiesa, questa volta. Incollato alla fascia (destra), troppo ligio agli ordini, troppo scolastico nelle scelte: dei dribbling, dei tiri. E’ negli spazi intasati che si parrà la nobilitate, non nelle praterie, là dove il vuoto diventa benzina, adrenalina: pure qui, per carità, ma soprattutto là.

Manca un bomber

Non mi aspettavo molto di più, molto di diverso. Parlando di Zinedine Zidane, l’avvocato Agnelli disse: "Più divertente che utile". Era una battuta, non so quanto involontaria. Rovesciatela: più utile che divertente. Avrete la sintesi, perfetta, di questa seconda tappa, in attesa della terza (mercoledì a Vilnius, con la Lituania). Sappiamo di essere non più in fondo al gruppo e non ancora in testa. Penso che Francia, Belgio, Germania e Spagna ci siano davanti. La Francia, soprattutto. Ci manca, a essere pignoli, un bomber che sia sfondatore e non solo distributore. Serve, in generale, che la vecchia guardia non molli proprio adesso e tutti facciano quel "saltino" che non si può programmare né suggerire. Prendete Insigne, 30 anni il 4 giugno: dipende da lui. Dipende da loro. La lavagna è bussola, non meta. La indica, non la porge.
Ci giocheremo il Mondiale con la Svizzera di Vladimir Petkovic. Prima, però, Europei e Nations League. Mancano l’ansia e l'euforia del grande avversario. Verranno.
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Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini www.beckisback.it
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