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Perché l'Arabia Saudita investe nel calcio? Sviluppo della nazione, diritti tv, giocatori influencer. Tutte le verità

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Aggiornato 04/07/2023 alle 17:16 GMT+2

SAUDI PREMIER LEAGUE - A gennaio l'acquisto di Cristiano Ronaldo da parte dell'Al Nassr ha acceso i riflettori sul campionato saudita. E quest'estate la lista di campioni che scelgono questa destinazione si allunga a vista d'occhio. La SPL vuole diventare uno dei primi 10 campionati al mondo. Ma il piano non è ancora noto a tutti. Qui alcuni spunti dall'inchiesta di The Athletic.

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Quando a gennaio Cristiano Ronaldo accettò di proseguire la sua carriera in Arabia Saudita, sicuramente più attratto dalle cifre astronomiche (200 milioni di euro a stagione) che dalla proposta calcistica, non era ancora chiaro se stesse sorgendo un nuovo polo al di fuori dell'Europa, o se si trattasse appena della scelta isolata di una superstar ormai prossima al capolinea. Il mese di giugno e la riapertura del calciomercato hanno invece mandato segnali univoci: l'Arabia Saudita vuole irrompere nel calcio globale. Ma qual è il piano dei sauditi? The Athletic con un'inchiesta esclusiva ha provato a fare maggiore chiarezza.
Attualmente la Saudi Premier League è il 54° campionato nazionale, secondo la ricerca condotta da Twenty First Group. L'obiettivo della SPL, come si può leggere sul sito ufficiale, è di diventare una delle 10 migliori leghe al mondo, "dal punto di vista tecnico, commerciale, finanziario e mediatico". Mentre CR7 ha posto l'asticella anche più in alto: "Se continueranno il lavoro che vogliono fare qui per i prossimi 5 anni, penso che la SPL possa diventare uno dei primi cinque campionati al mondo". A detta del portoghese il livello è già buono. E senza dubbio migliorerà con l'arrivo di altri campioni. In poche settimane, si è attivato uno spaventoso canale in uscita dall'Europa: Karim Benzema (Pallone d'Oro 2022), N'Golo Kanté, Ruben Neves, Kalidou Koulibaly, Marcelo Brozovic sono solo alcuni dei giocatori che giocheranno in Arabia dalla prossima stagione. E altri ne arriveranno. La SPL però non sembra voler soltanto spendere cifre enormi per calciatori perlopiù a fine carriera.

LA CRESCITA IN 5-7 ANNI

L'inchiesta di The Athletic si fonda su dialoghi con fonti anonime ma ben informate. L'impressione più diffusa è che quest'estate sia solo l'inizio della nuova era. E all'interno della SPL c'è la consapevolezza che per raggiungere il livello dei migliori campionati serva tempo. Tuttavia, tenteranno di accelerare lo sviluppo nei prossimi 5-7 anni con un piano già in atto, sostenuto da un enorme capitale finanziario. Sul perché di questi investimenti restano diverse ombre, e non mancano le speculazioni. Infatti, al di fuori dell'Arabia Saudita è forte la tesi dello sportwashing, per cui il Paese starebbe tentando di ripulirsi la coscienza con il pallone, nascondendo dietro alla bellezza delle tante stelle del calcio, i problemi della criminalizzazione dell'omosessualità, delle restrizioni alla libertà di parola e ai diritti delle donne, come pure l'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi.

ORGOGLIO SAUDITA

Chi è più vicino ai vertici della SPL è invece convinto che questi investimenti nel calcio siano parte di un progetto nazionale. Mohammed bin Salman, il principe ereditario e primo ministro del Paese, ha l'interesse di rendere la popolazione orgogliosa di essere saudita. Il piano non prevede appena l'acquisto in massa di grandi volti del mondo del calcio. Ma anche l'implementazione di nuove infrastrutture, di maggiore qualità, all'altezza di un campionato che vuole essere tra i migliori al mondo. Dunque, stando a The Athletic all'interno della SPL sanno di non poter concentrare le spese solo sui calciatori famosi da ingaggiare.
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Mohammed bin Salman

Credit Foto Getty Images

LE MOSSE PER I DIRITTI TV

Spostando l'attenzione sui diritti tv, The Athletic ha rivelato che la SPL ha incaricato IMG, principale società di marketing sportivo, per trovare accordi di trasmissione internazionale per le partite della stagione 2023-24, al via il mese prossimo. IMG ha collaborato con la SPL dall'inizio del 2023, dopo che Cristiano Ronaldo si è trasferito all'Al Nassr, e ha concluso diversi accordi di breve periodo, grazie ai quali il campionato saudita è stato trasmesso in circa 45 Paesi, tra cui Regno Unito, Cina, Turchia e Brasile. In verità, però, le migliori offerte per la trasmissione dei match si trovano "in casa". La Saudi Sports Company (SSC), controllata dallo Stato, ha infatti acquisito i diritti nazionali sulla SPL dal 2022/23 al 2024/25 per una cifra 10 volte superiore all'importo che la lega ricava dai diritti internazionali. È improbabile che lo scenario cambi nei prossimi due anni, ed è per questo che la SPL si concentrerà sulle entrate nazionali quando si tratterà di trasmettere le partite.

L'UTILIZZO DEI SOCIAL NETWORK

Una fonte vicina alla SPL sostiene che convincere i giocatori con un grande seguito sui social media (es. Cristiano Ronaldo) a pubblicare messaggi positivi sull'Arabia Saudita e sul suo campionato sia molto più efficace che convincere le persone in altri Paesi a guardare le partite in diretta. Per questo punteranno sugli acquisti di calciatori molto influenti sui social media così da raggiungere la velocità di crescita desiderata. "I giocatori possono accelerare le cose", ha detto uno degli intervistati.
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CALCIATORI SAUDITI E CALCIO SOSTENIBILE

La SPL ha poi pianificato gli investimenti a livello locale. Il Ministero dello Sport del Paese ha coordinato una strategia calcistica nazionale in collaborazione con la Federazione calcistica dell'Arabia Saudita (SAFF), la SPL e altre parti interessate. La chiave del piano di crescita della SPL è la crescita di giocatori sauditi da affiancare agli acquisti di grandi nomi e gli investimenti per rendere sostenibile il calcio nazionale. A proposito di sostenibilità, le fonti ritengono che questo sia uno dei motivi principali che hanno spinto il Fondo PIF ad acquisire i quattro club più importanti della SPL: Al Nassr, Al Hilal (entrambi con sede a Riad, la capitale), Al Ittihad e Al Ahli (entrambi da Gedda, la seconda città del Paese).

DA PIF AGLI INVESTITORI PRIVATI

Il progetto è quello di costruire i marchi dei 4 club citati, per poi coinvolgere investitori privati disposti ad acquistarli. Se quel piano funzionerà, allora il Fondo PIF potrebbe prendere il controllo delle successive quattro squadre più importanti del Paese per tentare di ripetere il processo. Così facendo, la SPL potrebbe passare da 18 club di proprietà statale a 18 club di proprietà privata, che a loro volta non dovrebbero dipendere dal governo per i finanziamenti. "Pensate a quanta ricchezza si potrebbe generare vendendo l'Al Nassr a investitori privati, in particolare a quelli che vogliono lavorare di più con l'industria petrolifera e ottenere il favore del territorio", ha detto un intervistato.
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Cristiano Ronaldo con la maglia dell'Al Nassr

Credit Foto Imago

FUOCO DI PAGLIA? NO

In tanti hanno immediatamente paragonato l'Arabia Saudita alla Cina, che in pochi anni ha assistito alla ascesa e al declino della Super League cinese. Ma chi segue da più vicino il campionato saudita sottolinea la lunga storia calcistica del Paese, che si è qualificato per sei degli ultimi otto Mondiali maschili e ha battuto i campioni dell'Argentina in Qatar (al contrario della Cina, che ci è arrivata solo una volta, perdendo tutte e tre le partite e non segnando nemmeno un gol nel 2002). Inoltre, il governo saudita - a differenza di quello cinese - non vede questo investimento come un fuoco di paglia. Perciò, secondo The Athletic, quest'estate probabilmente sarà solo l'inizio di un piano di crescita aggressivo che durerà anni. E quel che è certo è che l'Arabia Saudita disponga delle risorse finanziarie necessarie per trasformare la SPL in una delle principali competizioni nazionali del calcio mondiale.
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L'Al-Itthiad è campione in Arabia Saudita: il suo successo

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