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La Fiorentina ci ricasca: ora scoppia il caso Joaquin

Luca Stamerra

Aggiornato 25/08/2015 alle 15:28 GMT+2

Neto, Montella, Salah, Ljajić, Montolivo e chi più ne ha ne metta. Si aggiunge un altro nome alla lista: Joaquin diventa un caso dopo il suo addio alla Viola, addio dove l'ex giocatore di Betis e Valencia esprime con parole durissime il suo malessere in casa Fiorentina. Come si comporteranno adesso i Della Valle?

Fiorentina (Joaquín Sánchez)

Credit Foto EFE

Scoppia l’ennesimo caso alla Fiorentina. Continuano ad esserci problemi per Joaquin che ha comunicato la propria intenzione di lasciare la Viola ricevendo però il secco no da parte della dirigenza che vuole trattenerlo a tutti i costi in rosa per il resto della stagione (su richiesta anche di Paulo Sousa). Il braccio di ferro è partito e questo caso può solo fare male a un ambiente carico dopo la prima vittoria in campionato (2-0 al Milan).
Dopo le ultime dichiarazioni di Paulo Sousa e di Della Valle, a rincarare la dose è direttamente il giocatore spagnolo che si sente ormai come un prigioniero alla Fiorentina: “La mia decisione è presa - dice l’ex Betis e Valencia sul proprio account Instagram - voglio solo andare a casa. Voglio tornare al Betis, non posso più giocare alla Fiorentina. Sto male, molto male. Non avrei mai pensato di vivere un momento così alla fine della mia carriera. Non capisco perché mi stanno facendo questo. Mi hanno comunicato che ero sul mercato e io ho deciso di tornare al Betis. Il dado è tratto, non posso tornare indietro. Il mio cuore sta a Siviglia. Mi volevano mandare via a Gennaio e io sono rimasto perché sapevo di poter essere importante. Il mister mi vorrebbe trattenere. Io lo capisco, ma la situazione è arrivata a un punto che non c'è logica. Nel senso che lui da giocatore dovrebbe capire che non posso giocare altro che nel Betis. Se sono intelligenti mi faranno andare via, se sono persone buone. Devono capire che io sono un calciatore che ho fatto 16 anni di carriera e mi merito di tornare a casa. In due anni ho dato tutto per questa squadra. Ho fatto vedere a tutti la mia voglia, la mia professionalità. Ho dato tutto per la maglia viola. Tutta colpa di Macia? E' da cinque anni che voglio tornare al Betis. Macia non c'entra niente. L'importante per me è il Betis, non chi dirige. Voglio tutto questo per una questione di cuore, lì mi aspetta la mia famiglia. Di sangue e di calcio. Non pensavo si creasse questa situazione, mi hanno messo sul mercato e io ho scelto. Ho dimostrato di voler giocare nella Fiorentina, come ora sto dimostrando che me ne voglio andare. Perché devono togliermi la mia felicità?”.
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2011-2012 Serie A Fiorentina Montolivo

Credit Foto LaPresse

Quello di Joaquin non è però l’ultimo caso. A Firenze, negli ultimi anni, sono state molte le incomprensioni tra società e giocatori/allenatori. Tutti si ricordano quanto successo in estate per Salah che ha preferito andare alla Roma piuttosto che rimanere alla Firenze, ma non dimentichiamoci il modo di trattare da parte della dirigenza Viola con Montella (esonerato dopo un principio di accordo per il rinnovo), e con Neto (messo inizialmente fuori rosa perché preferiva non rinnovare e cambiare area). Andando più indietro si ricordano anche i casi Montolivo, Ljajić e Prandelli. I misunderstanding ci stanno, ma la Fiorentina sembra agire in maniera troppo aggressiva quando invece dovrebbe essere utilizzata un po’ più di diplomazia, le minacce all’Inter prima e alla Roma poi per il caso Salah e quanto successo con la Juventus per il caso Berbatov denotano una difficoltà a ‘mantenere’ sereni alcuni rapporti.
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Neto Juventus Fiorentina 2014 AP/LaPresse

Credit Foto LaPresse

Il Betis vuole il giocatore, la Fiorentina può anche cederlo (ma vuole tanti soldi per farlo partire). Alla fine è solo una questione di soldi ma l’interesse di una squadra, e soprattutto di una società, è quella di tenersi stretti gli elementi motivati e non trattenere chi non sta più bene in quell’ambiente, soprattutto se al sig. Joaquin viene inizialmente notificata un’imminente cessione. Che fare? Ci vorrebbe un po’ di buon senso e non rovinare un ambiente che si preannunciava intenso per la ventata di ottimismo portata da Paulo Sousa, e trasformare il tutto in un malumore che non gioverebbe sicuramente alla Fiorentina e ai suoi tifosi.
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