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Juventus, l’ennesimo capolavoro di Max Allegri: cinico, geniale, criticato e vincente

Enrico Turcato

Aggiornato 14/05/2018 alle 16:20 GMT+2

Il tecnico bianconero firma la sua quarta doppietta consecutiva campionato-Coppa e diventa uno degli allenatori piú vincenti della storia della Serie A. Alle critiche ha risposto con i successi e i trofei, sempre chiarendo la sua filosofia di pensiero.

Massimiliano Allegri Juventus 2018

Credit Foto LaPresse

Il ghigno sorridente è l’instantanea che lo rappresenta meglio. Un’espressione che potrebbe tradursi con “Mi avete criticato? Me ne avete dette di tutti i colori? Ma io ho vinto ancora una volta”. Massimiliano Allegri mette in bacheca il quarto Scudetto in quattro anni alla guida della Juventus, il suo quinto sigillo in generale in Serie A, che lo porta di diritto nell’élite degli allenatori più vincenti nella storia del nostro campionato. Ancora una volta sopra i 90 punti, con 84 reti segnate. Numeri, statistiche, fatti reali che non possono essere ignorati quando si valuta l’Allegri allenatore. Visto che, tra l’altro, a questi quattro titoli ha abbinato anche quattro Coppe Italia e, grazie a quattro ottime stagioni in Champions League, ha ormai stabilmente inserito la Juventus nell’oligarchia europea.
Gli allenatori piú "Scudettati"
AllenatoreScudetti
Giovanni Trapattoni7
Massimiliano Allegri5
Fabio Capello5
Marcello Liippi5
Carlo Carcano4

Da Napoli al Napoli: quante critiche inopportune

Alla vigilia di Napoli-Juventus, quindicesima giornata del girone d'andata, i bianconeri erano terzi in classifica, staccati quattro punti dagli azzurri e due dall'Inter. Con a referto le due giá pesanti sconfitte contro Lazio (allo Stadium) e Sampdoria (a Genova). E al San Paolo la Juventus di Allegri gioca una delle migliori gare della stagione: dietro concede pochissimo all'insidioso attacco di Sarri, davanti colpisce con Higuain e sfiora anche il raddoppio con Matuidi. Una di quelle partite tanto care al tecnico toscano, riassumibile con tre semplici parole chiave: organizzazione, sacrificio, gestione. La Juventus inizia la sua rimonta e nelle successive 18 partite (praticamente un girone), fa meglio della rivale Scudetto, pur proseguendo il suo cammino in Champons (poi interrotto contro il Real) e conquistando una finale di Coppa. La sconfitta alla 34esima giornata nello scontro diretto con il Napoli, preceduto dal pareggio col Crotone, rimettono tutto in discussione. Anche lo stesso Allegri, dato da gran parte della stampa e da gran parte dello stesso popolo bianconero a "fine corsa". Invece quello che succede con Inter e Bologna (e il contemporaneo doppio suicidio del Napoli con Fiorentina e Torino) ristabilisce la situazione e, di fatto, assegna lo Scudetto alla Juve di Allegri. Contestato poco prima, troppo e in modo decisamente inopportuno.

La gestione Douglas Costa: alla fine ha ragione lui

Lo ha inserito con pazienza come aveva fatto con Morata e Dybala, per fargli prendere confidenza con il calcio italiano e non vederlo accerchiato da critiche premature. E ne ha gestito lo strapotere tecnico e fisico, sfruttandolo spesso a gara in corso per “spaccare” e vincere le partite che contavano. Eppure sull’utilizzo (per alcuni troppo limitato) di Douglas Costa si concentrano alcune delle principali critiche ad Allegri. Non avremo mai la riprova di cosa sia stato giusto e cosa no, ma fatto sta che il brasiliano è complessivamente stato il migliore del campionato bianconero, decidendo gran parte delle gare nella seconda parte della stagione, e la Juventus ha vinto ancora. E se fosse stato determinante averlo fresco proprio da febbraio in poi? E se non fosse stato casuale, ma studiato? Alla fine ha avuto ancora una volta ragione Max.
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Massimiliano Allegri Douglas Costa Inter Juventus 2018

Credit Foto LaPresse

Bel gioco o vittorie? Lui preferisce alzare trofei

Qui sta uno dei capisaldi del folto gruppo riunito dall’hashtag #Allegrivattene. O di chi comunque non lo ritiene un grande allenatore. O meglio, non un allenatore da Juventus. Il ritornello recita più o meno “Con la rosa a disposizione della Juventus, sarebbe doveroso esprimere un gioco migliore”. Obiezione sensata, ma anche pretenziosa. Prima di tutto perché, e lo ha ribadito piú volte lo stesso Allegri, la stagione di una squadra come la Juventus è fatta di momenti, di stati di forma, di giocatori che non vogliono mai stare fuori e di tantissime partite. E gestire le energie e le risorse non è mai semplice, in nessun tipo di lavoro. E secondo perchè comunque i numeri recitano 29 vittorie 37 giornate, 84 gol fatti e 23 gol subiti, tutti dati migliori rispetto ad una squadra spesso esaltata dall'opinione pubblica come il Napoli. Ovviamente la Juve in alcune partite non ha espresso tutto il suo potenziale, in altre si è difesa troppo. Ma il concetto di "giocare bene" è relativo. Sopratutto se poi a fine anno si aggiungono sempre i trofei alla bacheca.

Futuro in bilico? L’Arsenal ci ha provato, ma decide lui

E ora che accadrá? Allegri ha un contratto con la Juventus fino al 2020 (rinnovato la scorsa estate), in cui guadagna (bonus compresi) 7,5 milioni netti all'anno. Insomma, oltre che essere ben pagato è anche abbastanza blindato. L'Arsenal lo ha contattato nei mesi scorsi, ma non pare intenzionata ad offrire tanto di più. Il tecnico toscano, però, ha ribadito in numerose occasioni di stare bene a Torino, di divertirsi in bianconero e di non aver intenzione di lasciare. Parlerá con la societá e chiarirá obiettivi e progetto. Ma, considerando che tutte le panchine delle big europee sono occupate, chi si sposterebbe da un club solido e ambizioso come la Juventus in questo momento? Se gli stimoli ci sono ancora, Allegri non si muoverá. Viceversa, potrebbe valutare eventuali offerte. Tutto dipende da lui.
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