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Le 5 verità che ci ha lasciato Juventus-Roma

Simone Eterno

Aggiornato 24/12/2017 alle 08:27 GMT+1

Dalla mano pesante dei tre ex Szczesny, Benatia e Pjanic a una Juventus rivoluzionata in mezzo al campo grazie all'impatto di Matudi. Passando però dagli elogi a una Roma molto più matura rispetto al suo recente passato ma che dovrà invertire la rotta degli scontri diretti nel girone di ritorno. Il tutto con una questione che per la Juventus resta un caso apertissimo: Paulo Dybala.

Szczesny e Benatia - Juventus-Roma 2017-2018

Credit Foto Getty Images

1. Szczesny, Pjanic, Benatia: la mano pesante degli ex

Una bella botta per la Roma. Il polacco para tutto il parabile. Il marocchino – follia finale esclusa – gioca un partitone. Il bosniaco è il faro della Juventus. In settimana qualcuno aveva fatto polemica per il titolo forzato del quotidiano sportivo torinese, che in fondo però era stato – nella sua evitabile provocazione – buon profeta. I tre ex giallorossi infatti sono stati i migliori in campo di una Juventus che è ripartita soprattutto dalla ritrovata solidità difensiva, arrivata anche grazie a Benatia, e dalla fluidità in manovra di un Pjanic che con un braccio armato in più al suo fianco è libero di agire e pensare meglio.

2. Il segreto della Juve si chiama Matuidi e centrocampo a 3

Già, perché il vero miracolo dietro alla striscia di 8 partite della Juve senza subire gol si chiama passaggio al centrocampo a tre. E tale rivoluzione è rappresentata da Blaise Matuidi, uomo ovunque di questa nuova Juve. In conferenza stampa Allegri l’aveva definito bonariamente un “vagabondo”, proprio perché capace con la sua generosità di essere in tutte le zone del campo. Ma la realtà dei fatti è che Matuidi è sì ovunque… Ovunque davvero serva. Pronto all’inserimento, così come preciso nel passaggio o in fase di copertura. La sua presenza, come già sottolineato nel punto precedente, libera Pjanic da alcuni dei compiti difensivi e ne lascia più tempo per pensare e agire, con i benefici che sono sotto gli occhi di tutti. Ma soprattutto permette alla difesa – che ancora qualche sbavatura la fa, come dimostrano le occasioni concesse dallo stesso Benatia o Chiellini – di avere un filtro in mediana decisamente più efficace. Insomma, la cosa appare davvero chiara e con la Roma si è visto ancora: la Juve a tre è un’altra squadra. E sarà difficile ora tornare indietro.
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Blaise Matuidi

Credit Foto Getty Images

3. In questa Juventus non c’è quindi posto per Paulo Dybala

Fermi, no, non siamo impazziti. Almeno, non noi… Questa è solo la provocazione dietro all’evidente realtà dell’attuale momento. Si devono considerare infatti due aspetti fondamentali. Il primo, evidentemente, è lo stato di forma. O almeno questo è ciò che ci dice Allegri. E fin qui l’argentino ciò può lavorare sopra. Il secondo, palese, è appunto la nuova disposizione tattica. La piccola rivoluzione bianconera lo taglia fuori dalla posizione di esterno d’attacco perché a differenza di Mandzukic o Cuadrado non può fare quel lavoro difensivo. E dunque? E dunque l’alternativa è quanto visto in Coppa Italia: Dybala punta centrale del tridente, come Luis Suarez al Barcellona. Ruolo che potrebbe fare benissimo e che probabilmente sul lungo periodo gli si potrà cucire meglio di qualsiasi altro addosso. Il problema, però, per ‘La Joya’, è che lì Allegri lo vede solo come vice-Higuain. E dunque occhio a questo aspetto, palesatosi nei 95 minuti di panca con la Roma e che terrà certamente banco da qui ai prossimi mesi. Perché ‘il 10’ della Juventus rischia di finire sotto una discreta maledizione: in Argentina alternativa a Messi; alla Juventus alternativa a Higuain. Con una bella, sostanziale, ed evidente differenza però: il passaporto non si può cambiare, il club sì…

4. La Roma c’è…

Spostiamoci sulla Roma, che dallo Juventus Stadium esce sconfitta ma non ridimensionata. Un bel passo avanti rispetto al passato, quando dalle lande torinesi si erano registrati più che altro sconfitte epocali, beffe di difficile digestione e soprattutto tanti psicodrammi annessi. La squadra di Di Francesco, invece, questa volta, non ha mai perso la calma, restando in partita anche quando è andata sotto fisicamente e tenendo in sacco la Juve nei 10 minuti finali. Passi in avanti storici a bontà del lavoro di un tecnico che evidentemente sta riuscendo anche laddove non erano riusciti ben più illustri predecessori: dare una bella calmata all’ambiente. La strada è palesemente quella giusta, percorrerla convinti e trovare un po’ di condizione atletica sul tragitto potrà portare lontano.

5. ...Ma al ritorno dovrà fare meglio dello 0 su 9 dell'andata

Baci, abbracci e applausi a scena aperta dunque? Non esattamente. Ko con l’Inter; ko col Napoli, ko con la Juventus. Zero punti su nove in un campionato comunemente ritenuto come quello che “si vincerà negli scontri diretti”. E infatti Roma – se dovesse vincere il recupero con la Samp – a -3 dalla Juventus e -4 dal Napoli. Nel girone di ritorno, per Di Francesco, sarò urgente invertire la tendenza.
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