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Le 5 verità che ci ha lasciato Roma-Juventus

Stefano Silvestri

Aggiornato 14/05/2018 alle 09:56 GMT+2

Anche all'Olimpico, i bianconeri hanno ribadito l'importanza di una rosa ampia e di una fase difensiva solida. Menzione speciale per Barzagli, migliore in campo alla faccia dei suoi 37 anni, mentre Mandzukic non è riuscito a raggiungere i livelli della scorsa stagione. In casa giallorossa, Nainggolan non è ancora riuscito a trovare un equilibrio.

Les joueurs de la Juventus fêtent leur 7e titre de suite.

Credit Foto Getty Images

1) La rosa ampia fa sempre la differenza

Sono finiti da un bel po' i tempi romantici in cui si poteva diventare campioni d'Italia anche schierando in tutto 16 giocatori, come accadde al Verona di Osvaldo Bagnoli ormai 33 anni fa. Oggi gli Scudetti si vincono soprattutto con la rosa lunga, che permette di gestire al meglio le forze lungo la stagione e tra le varie competizioni nazionali e internazionali. Nel match della matematica contro la Roma, Allegri, già privo di Chiellini, si è potuto permettere il lusso di lasciare in panchina personaggi cruciali come Benatia, Douglas Costa e, almeno nelle intenzioni, Matuidi, rispolverando un Bernardeschi la cui ultima presenza da titolare risaliva addirittura a tre mesi fa. E la squadra non ne ha risentito eccessivamente, portando a casa il punto desiderato. È in questo modo che si scava un solco sulle concorrenti.

2) Com'è difficile attaccare questa Juve

Ricordate le prime giornate di campionato, in cui la Juventus prendeva gol a pioggia e sembrava aver smarrito la propria tradizionale compattezza difensiva? Analizzati con l'occhio odierno, appaiono tempi lontanissimi. Una volta trovata la quadratura difensiva, tutto è filato via liscio come l'olio. Sì, i bianconeri hanno sbandato più volte, perdendo lo scontro diretto contro il Napoli e sudando freddo contro Inter e Bologna, ma alla resa dei conti si sono chiusi a riccio impedendo a chiunque di sfiorarli: hanno imbavagliato il Milan mercoledì scorso e hanno tenuto a bada anche la Roma, che ci ha provato per un tempo ma senza mai creare vere palle gol. Ancora una volta, i campioni d'Italia chiuderanno con la miglior difesa del torneo.

3) Barzagli sa come zittire i critici

Nella fase davvero decisiva della stagione, quella del tutto o niente, Allegri ha deciso di affidarsi ad Andrea Barzagli in assenza dell'infortunato Chiellini. Anche a costo di sacrificare Benatia. Gli ha consegnato una maglia da titolare con l'Inter e col Bologna, poi in finale di Coppa Italia, quindi nella serata della festa: una bella iniezione di fiducia. E, alla faccia dei 37 anni appena compiuti, il centrale fiorentino ha saputo rispondere, trovando ulteriori stimoli dal tragicomico e sfortunato autogol di San Siro ed ergendosi a migliore in campo all'Olimpico. Non sempre esente da critiche durante la stagione, Barzagli non ha mai abbassato la testa continuando ad andare avanti per la propria strada. Il rinnovo del contratto, ormai una formalità, è ampiamente meritato.
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Under contro Barzagli in Roma-Juventus

Credit Foto Getty Images

4) Mandzukic tra luci e ombre

La meravigliosa doppietta di Madrid, che ha permesso alla Juventus di sfiorare l'impensabile, rappresenta il top stagionale di un Mario Mandzukic che, però, in campionato non è riuscito a raggiungere i livelli della scorsa stagione. Meno minuti giocati, meno gol e la sensazione che quel ruolo di esterno di fatica gli stia sempre più stretto. Una considerazione confermata dalla serata romana, in cui il croato quasi non si è mai visto. In calce al settimo Scudetto consecutivo, come al sesto e al quinto, c'è anche la sua firma, ma meno leggibile.
Mario MANDZUKIC 5 - Pochissimo da segnalare nella gara del croato. Nascosto tra le pieghe del match, combina poco e viene inevitabilmente sostituito [Le pagelle di Roma-Juventus]

5) Nainggolan e un equilibrio ancora da trovare

Poco da fare: quando Radja Nainggolan perde la bussola, sono problemi. Ogni tanto accade fuori dal campo, con qualche episodio non esattamente edificante per la sua immagine, e ogni tanto accade anche in campo. Il doppio giallo che lascia la Roma in 10 uomini a più di 20 minuti dalla fine è il simbolo perfetto di un equilibrio che il centrocampista belga deve ancora trovare. Un fallo tattico abbastanza inutile a centrocampo prima, un secondo intervento da ammonizione poi. E in precedenza Nainggolan era entrato ancora una volta duro, sempre su Dybala, venendo però graziato da Tagliavento. Se le sue qualità non si discutono, sono questi gli aspetti su cui il Ninja deve lavorare per diventare un top vero. Il problema è che ha già 30 anni: ci riuscirà?
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