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Antonio Conte e il calendario di Serie A: un film visto e rivisto, dal Bari, alla Juventus, a Londra

Lorenzo Rigamonti

Aggiornato 21/07/2020 alle 12:13 GMT+2

Un film visto e rivisto, che ha come oggetto di contesa il calendario. Lo sfogo di Antonio Conte nella conferenza stampa post partita tra Roma e Inter lo abbiamo già orecchiato in diverse occasioni: nel 2008 col Bari, nel 2013 con la Juventus e persino in Premier League col Chelsea. Ma quanto incide veramente il calendario di Serie A? Esiste un disegno che svantaggia l'Inter?

Antonio Conte, Protesta sul calendario

Credit Foto Eurosport

Passano gli anni, ma le recriminazioni di Antonio Conte a proposito del calendario si ripresentano puntualmente, trainate da un moto perpetuo. E dopo l’allungo della Juventus, le dichiarazioni polemiche del tecnico nerazzurro rimbombano ancora più prepotentemente fra i muri delle sedi di Lega e Inter. Perché quando si parla di calendario, spetta proprio alla Lega l’arduo compito di formulare combinazioni tra squadre e dosare giorni di riposo e orari in modo da accontentare non solo le società calcistiche coinvolte, ma anche televisioni e partner commerciali.
Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, lunedì si sono intensificati i contatti tra Marotta e i vertici di Lega, e il conflitto si è subito stemperato in una mutua distensione. Un compito di mediazione non affatto difficile quello affrontato dalla dirigenza nerazzurra, siccome la spada dell’accusa era stata impugnata unicamente da Conte:
Qualche domanda me la faccio, il problema è che me la faccio solo io all’Inter.
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Conte: "Calendario dell'Inter folle. Ci sono squadre che giocano prima e hanno 5 giorni di riposo"

Bari, Torino, Londra, Milano: la colpa è sempre del calendario

L’ex tecnico di Juve e Chelsea non è nuovo a questo tipo di esternazioni sul calendario: già nel 2008, sulla panchina del Bari, aveva commentato così il nuovo programma: “Avrei gradito un inizio più soft, invece nelle prime 8 giornate ci capitano tutte avversarie che si sono molto rinforzate”.
Stesso approccio nel 2013, dopo aver riportato la Juventus in testa alla Serie A: “Penso che sarebbe stato normale mettere Roma-Juventus la domenica sera, o anche il lunedì. Avere un giorno in più di recupero. Perché facciamo sabato, martedì e dobbiamo ancora giocare in anticipo il sabato? Per quale motivo? Che senso ha? Un giorno in più in periodi come questo per noi diventa fondamentale. Perché c’è tutta questa fretta di far giocare la Juventus?”.
E ancora, la stessa macchinetta preregistrata è stata sbobinata a Londra, sulla panchina del Chelsea: “Saremo a Londra alle 4 del mattino e avremo un solo giorno per recuperare, credo che non sia giusto.” E due mesi dopo: “Non sono stupido, se qualcuno vuole scherzare con me sappia che non sono la persona giusta. È la quarta volta su 14 partite che riposiamo meno giorni dei nostri avversari, poi vediamo come va”.
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Roma-Inter, Serie A 2019-2020: l'allenatore dell'Inter Antonio Conte (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

Pare chiaro dunque il leitmotiv che Antonio Conte adotta ad ogni picco di stress durante la stagione: una visione che tende a ridurre e semplificare il sistema calcio in un primitivo rapporto tra oppressori e oppressi, semplificando ed esorcizzando la programmazione attorno ad esso. Tutto questo, probabilmente, risponde a un bisogno personale – del tutto disallineato dagli interessi della società o della sua immagine - di proteggere il proprio operato e giustificare difficoltà che sono frutto di problematiche più complesse e latenti.

Il problema del calendario: una verità oggettiva interpretata male

Forse anche una personalità dominante e autoritaria come la sua ha bisogno di trovare un’anestesia estemporanea in momenti in cui scarseggiano le certezze, e incolpare un grande (e invisibile) disegno è la soluzione più immediata e semplice. Perché è vero, l’Inter ha affrontato squadre più riposate un numero maggiore di volte rispetto alle sue dirette avversarie, ma è anche vero che i nerazzurri sono usciti vittoriosi in 4 delle 5 partite in cui si registrava questa disparità, mentre le partite giocate “alla pari” si sono rivelate le più costose per gli uomini di Conte: Bologna, Sassuolo e Verona.
Serie A, partite contro squadre contro più riposate
Ma andiamo ad analizzare il tema dei giorni di riposo con una lente critica, squadra per squadra. Scopriremo che all’Inter è spettato un sentiero più tortuoso con tempistiche meno clementi rispetto alle dirette concorrenti. l’Inter per cinque giornate ha giocato contro squadre che avevano avuto un giorno in più di riposo. Alla Juventus – il riferimento invisibile che Conte ha rifiutato di menzionare direttamente in conferenza - non è mai successo, anzi per due volte le avversarie ha avuto ventiquattr’ore di “stacco” in meno. L’Atalanta ha giocato 3 volte con avversarie più riposate di un giorno (Udinese, Cagliari e Juve) e una sola volta con una squadra meno riposata di un giorno (Verona). La Lazio ha affrontato una squadra più riposata solo alla 28ª (due giorni in più per la Fiorentina), ma poi per tre volte il calendario le ha dato un “vantaggio” nei riposi. Questa disparità di trattamento tuttavia, non pare affatto in malafede: il consiglio di Lega ha dovuto riallineare il calendario dell’Inter per far sì che, rispettando le imposizioni televisive, non si presentasse sempre la stessa squadra in posticipo. Da qui nasce un’ulteriore compressione delle partite, esattamente 3 in 7 giorni. Un’anomalia che non è così rara come Conte vuol far sembrare, e che è capitata a molte squadre nel corso degli anni.

I giorni di riposo e gli orari

Confrontando i giorni di riposo concessi alle squadre in lizza per lo Scudetto, scopriamo che non esiste una netta differenza: la Juventus, tra un impegno ravvicinato e l’altro, ha potuto rifiatare 5 volte per 4 giorni, una volta per 3 giorni e un’altra per 5. La Dea si è riposata 3 volte per 4 giorni, e le restanti 5 occasioni ha avuto a disposizione 3 giorni. La Lazio 3 volte per 3 giorni, altre 3 per 4 giorni e una per 5 giorni. E l’Inter di Conte si è fermata 4 volte per 4 giorni e 3 volte per soli 3 giorni.
Un altro pezzo di polemica fomentata da Conte riguarda gli orari delle partite: troppe trasferte alle 21.45 non sono state gradite dal tecnico nerazzurro, che ha fatto notare come i ritorni a Milano in tarda nottata possano alterare allenamenti e prestazioni. In questo caso però, i confronti con le altre squadre non assecondano la tesi di Conte: la Juventus ha giocato in quello slot due volte in più rispetto all’Inter. Sono 7 (due in più) le gare totali disputate dai bianconeri alle 21:45, di cui 4 in trasferta (pari all’Inter).
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Conte: "Rimpianti? Vedo premeditazione sull'Inter, a 4 giornate siamo ancora in corsa per Scudetto"

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