Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Settantun anni di Grande Torino: cosa rappresentò e perché è sempre "vivo"

Roberto Beccantini

Aggiornato 04/05/2020 alle 08:43 GMT+2

Ancora oggi, la formazione viene recitata come una poesia: Bacigalupo; Ballarin, Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Con un riguardo speciale per capitan Valentino e le sue maniche tirate su. Per restare "vivi", non basta morire giovani. Bisogna essere davvero grandi, davvero di tutti, sopra le fazioni e oltre i campanili.

Il Grande Torino

Credit Foto Other Agency

Raccontare il Grande Torino a settantun anni da Superga (4 maggio 1949-4 maggio 2020) e spiegarlo ai giovani non è facile. E' la squadra che "nessuno" ha visto, nel senso che sono ormai rari i testimoni oculari, ma nonostante questo - o proprio per questo - continua a sprigionare un fascino che resiste al logorio del tempo e alla pigrizia della memoria.
Sono nato venti mesi dopo la tragedia. Sono stati gli articoli di Gianni Brera, Gian Paolo Ormezzano, Giuseppe Pistilli e Giorgio Tosatti a introdurmi alla liturgia della rimembranza. E le storie di Giampiero Boniperti e di mio padre a svelarmi "la" storia. Quella. Drammatica e unica. I record, più o meno, li conoscete: cinque scudetti a cavallo della seconda guerra mondiale; l’imbattibilità del Filadelfia; i dieci titolari che in azzurro, l’11 maggio 1947, sconfissero per 3-2 l’Ungheria di Ferenc Puskas; il sospetto, forte, che con il blocco granata il Mondiale del 1950, in Brasile, non sarebbe andato come invece rovinosamente andò.
I numeri del Grande Torino
Non c’era la bilancia delle coppe europee per pesarne il valore assoluto, ma se ne parlava in termini mirabolanti anche all’estero: dal Sud America, teatro di una feconda tournée, al Portogallo, sede dell’ultima tappa. Fu Ferruccio Novo, industriale del cuoio, a costruirlo, ed Egri Erbstein, allenatore ungherese di origini ebraiche scampato alla shoah (ma non allo schianto fatale), a forgiarlo nella tattica e nello spirito. Se la Nazionale di Vittorio Pozzo, bi-campione del Mondo, applicava il metodo, (2-3-2-3), il Toro si buttò sul sistema (3-2-2-3) che Herbert Chapman aveva escogitato per "parare" la modifica del fuorigioco (due e non più tre difendenti tra l’attaccante e la porta).
picture

Celebrazione anniversario Grande Torino, Valentino Mazzola, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Piano piano, diventò il simbolo di un Paese che cercava di rialzarsi dalle macerie di un conflitto che l’aveva esposto alla mortificazione dell’8 settembre e, soprattutto, al sangue di una vera e propria mattanza civile. Fausto Coppi e Gino Bartali nel ciclismo, il Grande Torino nel calcio: ecco le stampelle che l’Italia usò per camminare. E sognare.
Ancora oggi, la formazione viene recitata come una poesia: Bacigalupo; Ballarin, Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Con un riguardo speciale per capitan Valentino e le sue maniche tirate su: il segnale del celeberrimo quarto d’ora di furia.
picture

Il Grande Torino e il quarto d'ora granata, con tre squilli di tromba battevano tutti

Chiesi a Boniperti di fornirmi un riferimento moderno: il miglior Totti, mi rispose. E Virgilio Maroso, sempre a suo avviso, anticipò la saga dei terzini fluidificanti, da Giacinto Facchetti ad Antonio Cabrini e Paolo Maldini. La cosa buffa è che la filastrocca citata giocò insieme, nell’arco dei cinque scudetti, una sola partita di campionato: a Trieste, il 10 aprile 1949. Finì 1-1. Mancava poco all’imboscata del destino.
Una volta sola, eppure sono già passati settantun anni e non c’era mica la televisione, allora. Per restare "vivi", non basta morire giovani. Bisogna essere davvero grandi, davvero di tutti, sopra le fazioni e oltre i campanili. Come ricordò Indro Montanelli nel suo struggente epicedio: "Il Toro è solo in 'trasferta'".
Vi chiedo: cosa rappresenta, per voi, il "Grande Torino"?
=====
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini www.beckisback.it
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità