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Inter ko contro la Lazio e terzo posto, ma ecco perché è ingiusto criticare Conte

Francesco Balducci

Aggiornato 17/02/2020 alle 18:14 GMT+1

Nonostante la seconda sconfitta in campionato incassata, l’Inter di Antonio Conte è pienamente coinvolta per la lotta scudetto. Analizzando le ultime stagioni, i nerazzurri – alla 24esima giornata – hanno ridotto notevolmente il divario dalla vetta della classifica.

Antonio Conte, Lazio-Inter 2020

Credit Foto Imago

Certe volte ne abusa, è vero. È la sua via di fuga quando trova superfluo giustificare una brutta prestazione del singolo o della squadra. Dopo la sconfitta contro la Lazio, però, quel “fa parte di un processo di crescita” pronunciato da Antonio Conte è stato sacrosanto, non immerso nella solita zona d’ombra degli alibi. All’Olimpico è arrivata la seconda sconfitta in campionato per l’Inter, la seconda contro una diretta concorrente per lo scudetto. Chi l’avrebbe detto a settembre, quando a San Siro D’Ambrosio regalava ai suoi uno dei successi più sofferti della stagione interista, con una Lazio nona dopo 5 giornate e con solo 7 punti in cassaforte. Cinque mesi dopo i biancocelesti sono al secondo posto, seduti di diritto al tavolo della corsa al tricolore, restituendo proprio all’Inter il ‘favore’ del girone d’andata e aggiungendo dello scuro (eccessivo) al chiaro che tinge la Pinetina dall’arrivo di Conte.
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Guardare il dito che indica la luna

Come di consuetudine, dopo il ko contro la formazione di Inzaghi, si è pensato ad allestire il banco degli imputati e ad assicurarsi che tutti i motivi – abbastanza puntuali e veritieri – che hanno permesso il sorpasso in classifica alla Lazio fossero dettagliatamente sviscerati. Le incertezze di Padelli, la scelta di concedere ad Eriksen soltanto un quarto d’ora, la prestazione anemica di Lautaro o che contro le prime 5 i nerazzurri abbiano vinto una sola volta. Tutte circostanze poco contestabili ma, alla fine dei conti, sterili e poco costruttive. Sembra che Conte debba costantemente alimentare la sua fama di ‘campione al primo colpo’, visto che a ogni passo falso la memoria collettivia inizia ad accorciarsi. Ci si dimentica spesso, infatti, da quale situazione l’ex tecnico del Chelsea abbia ereditato l’Inter e che, nonostante sul mercato si sia palesemente rafforzata, i miglioramenti tangibili dell'Inter siano stati fatti sul materiale già a disposizione.

Scudetto: addio già alla 24esima nelle precedenti 8 stagioni

Dalla stagione 2011/12, quella della caduta ufficiale dell’impero del Triplete, l’Inter alla 24esima giornata ha sempre fatto registrare un ritardo dalla vetta superiore ai 10 punti con addirittura picchi di 20-24, come nello scorso campionato quando da terzi in classifica con 46 punti guardavano dal basso la Juventus, irraggiungibile a 66.
STAGIONEDISTANZA DALLA VETTAPOSIZIONE IN CLASSIFICA
2019/2020 - 3
2018/2019 -20
2017/2018 -15
2016/2017 -15
2015/2016 -11
2014/2015 -22
2013/2014 -24
2012/2013 -12
2011/2012 -14
I numeri parlano. Il cambio di rotta è stato brusco e finalmente deciso. L’Inter, dalla prima giornata, è stabilmente l’antagonista dei bianconeri e che adesso (o da un paio di mesi) ci sia anche la Lazio, non sminuisce i progressi dell’allenatore. Anche perché sarebbe uno sbaglio madornale giudicare l’annata fallimentare in caso di mancato trionfo in campionato. Poi con 14 partite da giocare, il trofeo è ancora lontano dall’essere collocato a doppia mandata in una bacheca.
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