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Koulibaly, un attacco che non segna e l'assenza di un regista: nel cuore della crisi del Napoli

Luca Stamerra

Pubblicato 13/11/2019 alle 07:32 GMT+1

Solo 21 gol fatti, già 15 subiti e un 7° posto che fa paura. In questo momento il Napoli non sarebbe nemmeno qualificato alla prossima Champions. E dire che doveva essere l'anno giusto, quello per conquistare lo Scudetto. Da Koulibaly ad Insigne, da De Laurentiis ad Ancelotti: tutti sono i colpevoli di questo Napoli in crisi. Ora come farà il club azzurro a risollevarsi?

Napoli focus

Credit Foto Eurosport

Se il Cagliari è la sorpresa positiva di questo campionato, il Napoli di certo è quella negativa. Non partiva con i favori del pronostico per lo Scudetto, assolutamente no, ma nessuno si sarebbe mai aspettato di vederlo così basso alla sosta di novembre. Gli azzurri in questo momento sarebbero al 7° posto, fuori dalla Champions, anzi dall'Europa, con soli 19 punti conquistati in 12 giornate di campionato. Solo 21 gol fatti e ben 15 subiti, il peggior dato tra le prime sette del campionato dopo l'Atalanta (18).

Tutti i numeri della crisi

Questi sono alcuni dei numeri che attestano uno stato di forma impietoso del Napoli. Perché oltre ai gol fatti e ai gol subiti, ci sono quelle 4 partite senza successo in campionato che gridano vendetta. Ci si può appellare all’arbitro (e sicuramente si è visto qualcosa di strano nelle gare del Napoli), ma la squadra di Ancelotti non segna e, soprattutto, lascia troppi buchi tra centrocampo e difesa. L’ultima striscia così lunga senza vittorie non si registrava dalla stagione 2015-2016, era il mese di settembre al primo Napoli di Sarri. Questo, secondo alcuni, poteva essere l’anno dello Scudetto, ma il Napoli in realtà rischia anche l’ingresso in Champions League: dall’era dei 3 punti, nei 7 precedenti, l’aver collezionato solo 19 punti dopo 12 giornate non mai portato il Napoli tra le prime quattro del campionato. 58% di possesso palla medio a partita, ma solo 21 gol segnati (3 fuori area, 18 da dentro l'area) e soprattutto solo il 12,4% di realizzazione sui 170 tiri tentati in tutta la stagione. Numeri impietosi davanti, considerando comunque la qualità degli attaccanti, che diventano peggiori considerando quello che succede dietro. Solo 4 partite senza subire gol, 4 rigori concessi e solo il solo il 52% dei duelli difensivi vinti. Se l’attacco non segna, dietro si aggrava la crisi, dove l’assenza di Raul Albiol si fa sentire, considerando che Koulibaly non ha trovato ancora un partner di difesa. E con Koulibaly libero di andare dove vuole, beh il gol è assicurato...

Napoli, su cosa intervenire

  • 21 gol fatti (terzo peggior attacco delle prime 7 del campionato)
  • 15 gol subiti (seconda peggior difesa delle prime 7)
  • 12,4% di realizzazione su 170 tiri tentati
  • 52% di duelli difensivi vinti
  • striscia negativa di 4 partite senza vittorie (non accadeva da settembre 2015)
  • 4 rigori concessi
  • solo 4 clean sheets in campionato
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Napoli-Genoa - Serie A 2019/2020 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Una squadra costruita male: manca un regista, un regista difensivo e un terzino

Come detto, uno dei grandi problemi di questo Napoli sono le distanze tra i reparti. Troppo affollati in avanti, dove Mertens deve trovare gli spazi tra Milik, Lozano, Insigne e Llorente, mentre dietro si crea una voragine considerando l’assenza di un regista. Jorginho non è mai stato considerato un fenomeno al centro del campo, ma la sua presenza era essenziale per l’equilibrio del Napoli. L’anno scorso la figura di Hamsik era stata comunque decisiva nella prima parte di stagione, ma una volta partito lo slovacco, il Napoli non ha più trovato delle combinazioni vincenti. Allan può fare il mediano in un centrocampo a 3? Possibile, auspicabile, considerando che in mezzo abbiamo giocatori come Busquets (nel Barcellona di Xavi e Iniesta) e Casemiro (nel Real Madrid di Modric e Kroos), e quindi il brasiliano sarebbe perfetto in quel ruolo.
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Busquets, Elmas - Barcellona-Napoli - Serie A/Liga friendly 2019 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Se non fosse che Allan perde molto spesso il senso della posizione e sia il primo a far salire la linea di pressing fino al limite dell’area avversaria (ben più avanti dei due attaccanti). Se non puoi mettere Allan perché non è funzionale a quel modo di giocare, devi mettere un regista vero: un Pirlo alla Milan di Ancelotti, o un Xabi Alonso alla Real Madrid di Ancelotti. Insomma, il 4-3-3 è sempre stato il marchio di fabbrica del tecnico emiliano, ma né Fabian Ruiz Zielinski hanno quelle caratteristiche. Fabian Ruiz si esaltava come ‘esterno’ nel 4-4-2 dello scorso anno perché non aveva il vincolo di accompagnare in avanti la difesa, ed è un giocatore che ama inserirsi piuttosto che avere una posizione ben precisa. Zielinski ha piedi buoni, ma il polacco è tutt’altro che un regista, semmai un trequartista... L’equivoco viene quindi alimentato di giorno in giorno e anche un centrocampo a 3, con questa rosa, rischia di non risolvere il problema. Serve a tutti i costi intervenire sul mercato. Così per quanto riguarda il ruolo di terzino sinistro: già dall’anno scorso si sapeva che non si sarebbe potuto puntare su Ghoulam. Bisogna intervenire anche in difesa, perché tra Maksimovic, Manolas e Koulibaly, nessuno è un regista di difesa. Con Raul Albiol, Koulibaly poteva essere annoverato nella lista dei 3 difensori più forti al mondo (con Sergio Ramos e van Dijk), ma senza... Koulibaly diventa lo stesso giocatore che si era visto nel primo Napoli di Benitez. Anche qui urge un cambiamento importante.

Si può passare al 4-3-3?

Si deve quindi cambiare nel modo più rapido possibile. Basterà passare ad un altro modulo? Lo abbiamo detto: Ancelotti ha sempre fatto il 4-3-3, dal Chelsea al PSG, dal Real Madrid al primo Milan, che era una versione alternativa al 4-3-3, ovvero il 4-3-1-2. Il tecnico emiliano, a maggior ragione, non è un allenatore estremista che si fossilizza verso un solo modulo in tutta la carriera, ma ha sempre creduto che il 4-4-2 potesse dare equilibrio in questo Napoli. Senza Allan e senza la colonna vertebrale che ha caratterizzato negli anni il Napoli (ci piace ancor di più sottolineare l’importanza che avevano Albiol e Hamsik), però questo equilibrio non c’è più. In questi giorni, sfruttando la pausa per le Nazionali, ecco il cartello dei ‘lavori in corso’. E 4-3-3 sia con Callejon ormai destinato al lavoro di mezzala - che già faceva per lasciare la fascia a Di Lorenzo - e Lozano esterno d’attacco nel tridente con Mertens e Insigne. Un centrocampo più ‘chiuso’ per non lasciare i buchi in mezzo al campo e, soprattutto, per chiudere gli spazi una volta saliti gli esterni.
  • Il nuovo 4-3-3 del Napoli: Lozano esterno d'attacco, Callejon interno di centrocampo
Napoli 4-3-3 con Callejon interno di centrocampo
Mertens può addirittura tornare alle origini, perché Ancelotti potrebbe scegliere di schierare un tridente Lozano-Milik-Mertens, sfruttando le doti di assist man del belga in favore del polacco. Milik si riserverebbe la posizione centrale per dare profondità, mentre a Mertens e Lozano il compito di fare densità offensiva, ma ognuno in una posizione ben precisa al contrario di quante accade al momento. Ma Mertens è disposto a tornare a fare quel ruolo? L’esterno d’attacco deve comunque guardarsi alle spalle e provare a dare una mano al centrocampo e il belga ha assunto - da qualche anno - tutta un’altra visione di gioco. L’assist è comunque nelle sue corde, considerando che ne ha forniti ben 13 nella passata stagione (solo uno in questa annata).
  • Napoli, un ulteriore cambiamento con Callejon interno e Mertens esterno
Napoli 4-3-3 con Mertens esterno

Cosa si può cambiare? Ecco l’inserimento di Elmas

Tenendo presente l’assenza di Allan per infortunio, un primo cambio potrebbe essere l’inserimento di Elmas centrale (sempre nell’ottica di passare ad un centrocampo a 3). Al Napoli servono forze fresche in mezzo al campo, gente che corra e che sappia spendersi nella transizione difensiva, fondamentale difficile da impiegare con Fabian Ruiz e Zielinski. Elmas ha dimostrato, quando chiamato in causa, grande intensità e applicazione sotto questo punto di vista, e potrebbe essere sicuramente l’uomo giusto per ricaricare le batterie nella propria metà campo. Un esperimento che potrebbe far svoltare la stagione, perché con un Elmas solido in mezzo al campo, puoi permetterti un Allan più mobile, con il brasiliano ‘libero’ di fare avanti-indietro tra la proprià metà campo e il limite dell’area avversaria. Staremo a vedere.
  • Napoli con Elmas titolare
Napoli con Elmas titolare

Mertens, Callejon e Allan sul piede di guerra: chi va via a gennaio?

C’è, però, chi è pronto a togliere il disturbo. Mertens e Callejon hanno il contratto in scadenza e nessuno dei due sembra essere incline ad accettare le condizioni di De Laurentiis, anzi. La ‘colpa’ dell’ammutinamento dei giocatori verso la società, viene fatta ricadere proprio su questi due, due dei senatori della squadra, che hanno così ‘risposto’ per il trattamento subito da ADL e soci. Mertens ha ancora estimatori in Cina, e l’Inter lo ha messo nel mirino per implementare il proprio attacco a gennaio, Callejon invece ha ricevuto un’offerta dallo Dalian Yifang di Benitez, proprio l’allenatore che lo portò a Napoli nel 2013. Un altro dei senatori sul piede di guerra è Allan. Il brasiliano stava proprio per lasciare il Napoli nel gennaio scorso, ma il club non accettò gli 80 milioni messi sul piatto dal PSG. Da lì ci fu il lento declino dello stesso Allan, che nella prima parte della stagione aveva dato l’impressione di essere il miglior interditore del mondo. Qualcuno andrà via? È finito il Napoli degli ultimi anni?
  • Come sarebbe il Napoli senza i suoi big?
Napoli senza Allan, Mertens e Callejon
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