La mia griglia pre-esuberi: Napoli e Inter a caccia della Juventus (ma quale?)
Pubblicato 23/08/2019 alle 07:54 GMT+2
Tutti ai vostri posti, si ricomincia. In attesa di brindare alla chiusura del mercato (offro io), vi giro la mia griglia.
Tutti ai vostri posti, si ricomincia. In attesa di brindare alla chiusura del mercato (offro io), vi giro la mia griglia.
1. Juventus
O CR7 o la spacca, questa volta senza se e senza ma: dal bilancio alla Champions. In campionato, nonostante o grazie al caos-esuberi, è sempre la più forte. Da Allegri a Sarri (auguri!), il gioco al centro del villaggio. E Dybala vicino a quale porta?
2. Napoli
La conferma di Ancelotti è stato un messaggio, gli acquisti di Manolas e Lozano un segnale. E non è mai troppo Icardi: sarebbe la ciliegina. Dimenticavo: Allan non aveva firmato per il Paris Saint-Germain?
3. Inter
Da Spalletti a Conte e da Icardi a Lukaku aspettando Alexis Sanchez: più quadrata, meno pazza. Sensi e Barella portano vivacità a centrocampo. Manca qualcosa sulle fasce. Occhio a Candreva. I primi anni di Conte sono sempre i migliori.
4. Lazio
Allenatore e rosa, più o meno la stessa struttura. I progressi di Correa e le volate di Lazzari potrebbero orientare la rotta. Bel colpo, aver trattenuto Milinkovic-Savic.
5. Roma
La prima senza Romolo-Totti e Remo-De Rossi. L’incognita Fonseca (a me piace) domina il panorama. Ripartire da Dzeko gonfia le vele, anche se il confine resta Zaniolo e l’urgenza, registrare la difesa.
6. Milan
E’ un biglietto della lotteria, visto l’ingorgo (Duarte, Theo Hernandez, Bennacer, Leao): si punta molto sul mister, ma Giampaolo non gioca. Una dritta: Bonaventura.
7. Atalanta
Gasp assicura la continuità del progetto. Sono rimasti il Papu e il papa (Ilicic), Muriel è un’alternativa tosta. Se mai, è la Champions che potrebbe rubare energie.
8. Torino
Ha perso così poco e pareggiato così tanto, la scorsa stagione, che deve decidersi: o di qua o di là. Mazzarri, Belotti, Sirigu: come no. Ma la chiave saranno Zaza e Berenguer.
9. Fiorentina
Chiusa la saga dei Della Valle, comincia l’era Commisso. E comincia con Chiesa. Impossibile «non» far meglio dell’ultimo calvario. Già mi intrigava il riciclo di Boateng, figuriamoci l’operazione Ribéry, 36 anni di dribbling al mondo.
10. Cagliari
Il ritorno di Nainggolan è polvere da sparo, Maran sa come si maneggia. E poi Rog. E poi Pavoletti. Il k.o. di Cragno rappresenta però un brutto incipit.
11. Sampdoria
Vialli sullo sfondo, il trasloco da Giampaolo a Di Francesco, le cessioni di Andersen e Praet. Troppi rebus. E una domanda: a 36 anni, Quagliarella saprà ripetersi?
12. Bologna
Forza Sinisa, naturalmente. Molto passa dal suo recupero. Ciò premesso, mi fido del fiuto di Sabatini: ma Pulgar l’avrei tenuto. Le rughe di Palacio sono tracce, non trappole.
13. Parma
D’Aversa è un fior di artigiano e la rosa, all’altezza delle ambizioni societarie. Karamoh è un’idea, Inglese e Gervinho lo zoccolo duro. Il contropiede come simbolo. Adelante con juicio.
14. Sassuolo
De Zerbi ha perso Sensi, non proprio una pagliuzza. La fiducia in Caputo è atto di grande coraggio, nella speranza che Berardi possa domare finalmente i suoi dubbi esistenziali.
15. Genoa
Andreazzoli è un allenatore che stava per salvare l’Empoli con il gioco. Il «busillis» è Preziosi, sempre: il Genoa estivo, «questo», è da metà classifica, ma «quello» di gennaio, post mercato? Il caso Piatek spalanca scenari imbarazzanti.
16. SPAL
Semplici corre per la terza salvezza consecutiva, un mezzo miracolo. Ceduto Lazzari, ha avuto D’Alessandro e Di Francesco. Gli servono, soprattutto, i 16 gol di Petagna, l’altro mezzo miracolo.
17. Brescia
Non invidio Corini, tra Scilla-Cellino e Cariddi-Balotelli: Mario può esplodere sul bersaglio o in mano al balilla. Mi aggrappo al talento di Tonali, classe 2000.
18. Udinese
Tudor ha meritato la conferma sul campo. L’organico non ha subito scosse né offerto mosse. Si riparte da De Paul e Lasagna: non è tutto, non è poco. Allarma la fase difensiva.
19. Lecce
O Lapadula torna il cecchino di Pescara o per Liverani si profila un lungo tormento. Il gusto per la manovra non sempre paga, anche se spesso aiuta.
20. Verona
Juric è un tecnico strano, che va a folate. Le fortune dell’Hellas ruotano attorno alla malizia di Veloso e ai blitz di Lazovic: aspirine di vecchio Grifo per scacciare il mal di coda.
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