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L’appello di Andrea Agnelli al Governo: "A luglio riaprite parzialmente gli stadi ai tifosi"

Stefano Dolci

Aggiornato 31/05/2020 alle 09:21 GMT+2

Come rivela il Corriere dello Sport, il presidente della Juventus nel corso dell’Assemblea di Lega andata in scena ha riferito ai colleghi il desiderio che a luglio il Governo Italiano allenti la pressione sul fronte porte chiuse: "Mi aspetto che a luglio il Governo ci dia una prima apertura parziale degli stadi". In Serbia già dai primi giugno ci sarà il pubblico sugli spalti, in Polonia dal 19.

Andrea Agnelli

Credit Foto Getty Images

Tornare alla normalità. Lo sentiamo ripetere spesso a tutti i livelli: per il calcio italiano, che nel fine settimana del 13-14 giugno riaprirà i battenti con la Coppa Italia, ciò significherà inevitabilmente anche riportare in sicurezza pubblico, appassionati e tifosi sugli spalti. Fino a quando ciò non sarà possibile, si giocherà a calcio ma in maniera asettica e in un contesto assolutamente straniante come quello di uno stadio vuoto (o al massimo con cartonati sulle tribune). Andrea Agnelli, presidente della Juventus e numero uno dell’ECA, però dopo il primo passo ottenuto – il ritorno in campo – guarda già avanti e, come riporta il Corriere dello Sport, nel suo intervento nell’ultima Assemblea di Lega andata in scena in videoconferenza venerdì ha lanciato un appello al Governo:
Mi aspetto che a luglio il Governo ci dia una prima apertura parziale degli stadi.
Una frase che risuona come una speranza e una missione comune, quella che il calcio a porte chiuse sia una parentesi destinata a durare il meno possibile. Ovviamente, specie all’inizio, non sarà possibile che gli stadi e le curve tornino quel catino brulicante di passione, colori e persone che ricordavamo. Però secondo Agnelli tornare a frequentare lo stadio in sicurezza e mantenendo il distanziamento sociale è possibile. Sanificando e disinfettando gli impianti, favorendo controlli e accessi termo-regolati e soprattutto immaginando una capienza ridotta, più che dimezzata almeno nella prima fase estiva. Perché ciò accada occorre anche la curva dei contagi continui a scendere come sta accadendo da alcune settimane a questa parte.

Dalla Polonia alla Russia, in Europa c’è già chi si muove per riaprire gli stadi

L’appello di Agnelli nasce anche dai segnali che da più parti arrivano in Europa. Già perchè, ad esempio, in Polonia – che ha ripreso venerdì a giocare – già a partire dal 19 giugno, il governo ha garantito l’apertura parziale degli stadi, con una quota spettatori limitata al 25% della capacità complessiva di ogni impianto. “Garantiremo che l’accesso alle strutture per la disinfezione, l’acquisto dei biglietti e l’arrivo dello stadio non conduca a raduni – ha spiegato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki – e che le persone vengano collocate negli stadi in conformità con gli standard sanitari”.
In Russia dal 21 giugno, la Rospotrenadzor (l’agenzia per la tutale della salute russa) ha autorizzato l’ingresso negli stadi fino al 10% della capienza. Un accordo voluto fortemente dal ministro della Salute Matycin: “La Bundesliga ha mostrato che il calcio senza tifosi non sembra nemmeno calcio. Portare il 10% dei tifosi allo stadio è una buona soluzione”. Anche la Spagna, ha già fissato un piano per riportare nei prossimi mesi la gente negli stadi della Liga. L’idea – condivisa da Federazione e Governo iberico – è quello di un rientro scaglionato: 30% della capienza da settembre, 50% da novembre e 100% dal gennaio 2021. Anche in Belgio e in Portogallo si lavora con l’idea di rimettere in condizione il pubblico e gli appassionati di tornare allo stadio. Ci vorrà tempo ma la normalità passa anche dalla necessità di uscire dagli schermi e riappropiarsi nuovamente degli spazi e dei luoghi, dalla magia che si prova ad entrare in uno stadio a rivedere dal vivo il proprio spettacolo preferito.
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