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Montolivo: "Mi hanno condannato a smettere, non doveva finire così"

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Aggiornato 13/11/2019 alle 09:50 GMT+1

Il centrocampista conferma l'addio al calcio al Corriere dello Sport dopo un anno senza partite al Milan, un ritiro imposto da altri: "Non ho avuto la possibilità di salutare i tifosi".

Riccardo Montolivo - Milan

Credit Foto Getty Images

Promesse mai mantenute e speranze tramontate sul nascere. Riccardo Montolivo, ex giocatore di Milan, Atalanta e Fiorentina ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, in cui ripercorre le ultime tappe della sua carriera e gli avvenimenti che lo hanno condotto al ritiro dal calcio giocato. Aneddoti di campo fanno emergere un pessimo rapporto con Leonardo e Maldini e anche con Gattuso e Mirabelli. Questi ultimi, secondo Montolivo, colpevoli di averlo posto ai margini della rosa e messo in secondo piano addirittura rispetto ad alcuni giovani della Primavera.
Alla fine di una stagione nella quale da gennaio avevo praticamente smesso di giocare non per mia volontà né per problemi fisici, l’allenatore mi dice che farò parte del gruppo pur perdendo la centralità. Accetto di rimettermi in gioco, sono all’ultimo anno di contratto. Poco prima della partenza per la tournée negli Stati Uniti, però, ricevo un sms dal team manager, l’ex arbitro Romeo: 'Tu non vieni'. Motivazioni e spiegazioni, zero
Elliott subentra al cinese, a fine luglio Leonardo e Maldini prendono il posto di Mirabelli ereditando anche la mia situazione. Leonardo in qualche modo mi rassicura e da quel momento smetto di essere considerato a disposizione. Mi fanno allenare da solo, da solo o insieme a Halilovic. Giusto al torello partecipo. Nelle partitelle tra la prima squadra e le riserve o la Primavera gioco sempre con le seconde e vengo impiegato in tutti i ruoli tranne nel mio. Specifico che i test di luglio del Milan Lab avevano confermato che stavo benissimo, i migliori riscontri fisici di sempre
Agli inizi della stagione 2017/2018, con l'arrivo di Leonardo Bonucci, la fascia da capitano passò sul braccio dell'attuale difensore della Juventus: una decisione dell'allora presidente Yonghong Li:
Non fui io a consegnargliela. Mi dissero che Yonghong Li aveva deciso che la fascia sarebbe passata a uno dei nuovi. Quando me lo comunicarono spiegai che lo trovavo ingiusto, che stavano commettendo un grosso errore poiché nello spogliatoio ci sono delle gerarchie che dovrebbero essere sempre rispettate. Feci i nomi di Bonaventura e Romagnoli. Niente, Bonucci
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Bonucci, Romagnoli - Juventus-Milan - Serie A 2017/2018 - LaPresse

Credit Foto LaPresse

Mai un'opportunità: il culmine è stato raggiunto in un Milan-Fiorentina.
Ma il massimo credo che l’abbia raggiunto quando, fuori Biglia e io in panchina, José Mauri fece il centrale e Calabria, un terzino, partì mezzala. A un certo punto José Mauri chiese il cambio e l’allenatore spostò Calabria centrale e Calhanoglu fece la mezzala. Dopo quell’episodio provai a chiedere spiegazioni a Leonardo, la sua risposta fu questa: 'È stata una decisione dell’allenatore'. Il quale aveva detto che non avevo minutaggio. Ma come avrei potuto avere minutaggio se non mi metteva mai dentro? Non avrei mai immaginato di poter vivere un’esperienza del genere
Un'esperienza da dimenticare che ha indotto Montolivo ad annunciare il ritiro dal calcio giocato, 'imposto' da altri più che deciso da lui stesso.
Potrei ripeterti che mi hanno condannato a smettere. E non ho avuto neppure la possibilità di salutare i tifosi dopo sette anni
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