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Calcio, società di scommesse in Albania per Tare? Il dirigente della Lazio smentisce: "È tutto falso"

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Aggiornato 08/06/2021 alle 11:46 GMT+2

CALCIO - Nella trasmissione Report si è raccontato di una presunta proprietà occulta della Top Bast, una società con 400 sale scommesse in Albania, dietro cui ci sarebbero il direttore sportivo della Lazio Igli Tare con suo fratello Genti.

Igli Tare

Credit Foto Getty Images

Nella trasmissione Report si è raccontato di una presunta proprietà occulta della Top Bast, una società con 400 sale scommesse in Albania dietro cui ci sarebbero il direttore sportivo della Lazio Igli Tare con suo fratello Genti, console albanese in Turchia, che avrebbe avuto un ruolo nel tentativo di acquisto della società da parte di alcuni clan malavitosi, affare poi rimasto al palo perché giudicato non conveniente dai potenziali compratori. Il dirigente biancoceleste ha risposto duramente dichiarandosi "assolutamente estraneo alla società rispetto al quale non è titolare di alcun interesse diretto e indiretto".
Tare smentisce categoricamente un altro passaggio dell’inchiesta, il tentativo di acquistare la società da parte del clan Martiradonna, "operazione di cui - dicono i suoi legali in una nota - ignora qualsiasi informazione". Una posizione che ha portato il dirigente laziale a diffidare "Report" dalla messa in onda. Nell’inchiesta della procura della Repubblica di Bari (nella trasmissione viene citata una informativa della Guardia di Finanza), i due fratelli Tare non risultano indagati. I documenti sono arrivati anche alla procura federale, ai tempi, anno 2018, in cui era guidata da Giuseppe Pecoraro, che aveva ritenuto non sussistessero elementi per indagare sulla posizione del dirigente laziale.

La nota di Stefan Radu

A seguito di quanto affermato dal Sig. Vincenzo Morabito durante la trasmissione "Report", trasmessa nella serata di ieri su Rai 3, ci tengo a respingere fermamente le affermazioni per le quali avrei screditato il valore calcistico del mio compagno di squadra Vedat Muriqi. Comportamenti di questo genere non mi appartengono e, la diffusione pubblica di tali asserzioni, ledono gravemente la mia persona. Pertanto rendo noto di aver dato mandato ai miei legali di difendere la mia immagine professionale in tutte le sedi opportune.
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