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Le 5 verità che ci ha lasciato Milan-Atalanta 0-3: Dea no limits, rossoneri male in mezzo

Enrico Turcato

Aggiornato 24/01/2021 alle 10:24 GMT+1

SERIE A - Analiazziamo la partita di San Siro, in cui la squadra di Gasperini ha sconfitto nettamente quella di Pioli. Ilicic e Pessina sugli scudi, rossoneri deboli in mezzo (manca Bennacer). La formazione nerazzurra non deve porsi limiti e puó sognare in grande, Pioli dovrá dare una scossa ai suoi.

Zapata - Milan-Atalanta - Serie A 2020/2021 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Una Dea meravigliosa, che quando gioca cosí tocca livelli paradisiaci. Milan-Atalanta, match della 19ª giornata della Serie A 2020/21 andato in scena allo stadio San Siro di Milano si è concluso col punteggio di 0-3. A segno per i bergamaschi Romero, Ilicic su rigore e Zapata. Il Milan di Stefano Pioli, nonostante questa sconfitta, rimane in vetta alla classifica, mentre l'Atalanta di Gasperini sale a sette punti dal primo posto, in terza posizione.

Classifiche e risultati

1) Atalanta senza limiti: può sognare in grande

36 punti: miglior girone d'andata della sua storia, dopo essersi qualificata agli ottavi di Champions e ai quarti di Coppa Italia. Più punti di tutti negli scontri diretti, imbattuta con Milan, Inter, Juventus e Roma. Solo sette punti dal primo posto. L'Atalanta di Gasperini vista a San Siro ha ancora una volta incantato tutti. Squadra solida, consapevole, matura, che gioca bene, che crea tanto, che colpisce. Una formazione ormai di alto livello, un top club italiano che non può e non deve porsi limiti. Considerando che da quando c'è Gasperini la Dea ha sempre fatto meglio nella seconda parte di stagione, è lecito sognare in grande. Scudetto? Magari le chances non sono tantissime, ma escluderla a priori è sbagliato. Che squadra.
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Ilicic - Milan-Atalanta - Serie A 2020/2021 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

2) Josip Ilicic: quando gioca così, non ha rivali

Tra i bergamaschi hanno brillato quasi tutti, ma una menzione d'onore la merita Josip Ilicic. Lo sloveno ha portato a spasso mezzo Milan, ha disegnato calcio, risultando imprendibile per qualsiasi avversario. Quando gioca così, quando inventa linee e giocate in questo modo, col suo passo dinoccolato e il suo mancino pregiato, ha pochi rivali in Europa. Giocatore dal talento sconfinato, che è diventato leader e simbolo della truppa Gasperini.
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3) Milan debole in mezzo: manca tanto Bennacer

Tonali e Kessié hanno perso, sia a livello corale che a livello individuale, lo scontro diretto con Freuler e De Roon. Sovrastati in tutto, atleticamente e tecnicamente. A conferma che l'italiano non è ancora maturo per guidare il centrocampo rossonero e che l'assenza di Bennacer inizia a pesare. Il Milan deve recuperare il suo regista titolare se vuole ambire al trono di campione d'Italia. Pioli lo sa e freme per riaverlo. Senza l'algerino manca quel ritmo, nei momenti complicati della gara, cui non possono sempre sopperire le invenzioni dei singoli.
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Pioli: "Non sono preoccupato. Meité trequartista? Lo rifarei"

4) Quanto è cresciuto Matteo Pessina!

Tonali ha fatto molta fatica anche per la presenza costante di Matteo Pessina. Il gioiello dell'Atalanta, dopo la grande stagione scorsa a Verona, ci ha messo un po' di tempo a conquistarsi un posto da titolare, ma è piano piano diventato un inamovibile anche per Gasperini. Pulizia nel passaggio, senso della posizione, visione di gioco, inserimenti. Caratteristiche ideali per fare da collante tra centrocampo e attacco in una delle squadre più forti d'Italia. Mancini (e la Nazionale) gongolano.
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Stefano Pioli in Milan-Atalanta

Credit Foto Getty Images

5) Ibra, Rebic e Mandzukic: difficile farli coesistere

Negli ultimi 20 minuti Pioli ha schierato l'artiglieria pesante contemporaneamente. Una scelta dettata dal momento, che però ha già lasciato dei segnali. Tre punte fisiche e poco mobili di questo tipo non sono sostenibili per il Milan, che di fatto nel finale ha concesso ancora più occasioni all'Atalanta in contropiede. I lanci lunghi da dietro per le torri dei tre attaccanti risultano prevedibili per qualsiasi difesa. Raramente li vedremo insieme, se non in qualche momento concitato di gara. Anche la convivenza tra Ibra e Mandzukic appare alquanto complicata al momento: servirà tempo e non è detto che Pioli riuscirà a trovare l'alchimia giusta per farli coesistere.
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Come cambia il Milan con Mandzukic

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