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Mihajlovic: "Il Covid? Dopo la leucemia niente ti fa più paura"

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Pubblicato 19/09/2020 alle 12:34 GMT+2

Il tecnico del Bologna in un'intervista al TG1 parla dei momenti difficili vissuti nell'ultimo anno. E sulla decisione di presentarsi in panchina a Verona all'inizio dello scorso campionato: "Se non lo avessi fatto sarei morto".

Sinisa Mihajlovic

Credit Foto Getty Images

Sinisa Mihajlovic a cuore aperto. Il tecnico del Bologna, in un'intervista al TG1, rivive l'ultimo, difficilissimo anno della sua vita durante il quale ha dovuto fare i conti con la leucemia. Nella memoria dei tifosi della squadra emiliana e di tutti gli appassionati di calcio c'è ancora quell'immagine del 25 agosto di un anno fa quando, alla prima giornata contro il Verona al Bentegodi, Mihajlovic decise a sorpresa di presentarsi in panchina quando era passato solo un mese dal suo ricovero in ospedale:
"Se non lo avessi, sarei morto. Anche se quel giorno ero debole in tutto e per tutto, quelle erano le immagini della forza e della volontà di una persona che combatte. Ringrazierò sempre il donatore di midollo. Non so chi è, ma mi ha salvato la vita".

Sulla positività al Coronavirus

"Quando passi la leucemia è difficile avere paura. È come quando riesci a uscire da una guerra, di cosa mai puoi avere paura dopo? Sono stato sempre sereno. Se lo avessi preso a febbraio-marzo quando ero immuno-depresso poteva essere anche pericoloso".

Lunedì la sfida contro il Milan a San Siro

"Sì, devo incontrare il mio amico Ibra. Speriamo che possa andare meglio dell'ultima volta che abbiamo preso cinque pappine (la scorsa stagione finì 5-1 per il Milan, ndr)".
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