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Serie A, la Lazio ribadisce: "Nessun positivo in campo, sarebbe una follia"

Eurosport
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Aggiornato 17/11/2020 alle 16:02 GMT+1

SERIE A - Il caso "tamponi" continua a imperversare in casa Lazio: si attende ancora l'esito dell'ultimo test effettuato da Ciro Immobile, intanto l'avvocato del club Gian Michele Gentile, intervistato da "Radio Punto Nuovo" ha fatto chiarezza sulla vicenda.

Ciro Immobile (Lazio Rom)

Credit Foto Getty Images

"Nessuno dei giocatori della Lazio in Italia e in Europa è sceso in campo col minimo dubbio". L’avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile, fa chiarezza sulla questione tamponi ai microfoni di "Radio Punto Nuovo".

La salute prima di ogni cosa

"E' un ordinamento autonomo che ha regole che vanno accettate in funzione di un determinato assetto. Hanno come parametro il codice di giustizia sportiva e delle direttive di Figc per vigilare sulle violazioni delle norme di diritto sportivo. La giustizia sportiva agisce per valutare queste violazioni. Vicenda Juventus-Napoli? Ho letto la sentenza di Sandulli: voglio ricordare, primo, la responsabilità oggettiva che nessun ordinamento ha recepito ma che tutti viviamo come pressione, anche come nel caso degli ultras. Altro problema è quello della fretta: non ci sono i maxi-processi per fortuna, come per Calciopoli, ma abbiamo fatto il primo grado il 25 luglio e l'appello il 2 agosto. Non è giustizia quella: è una finta giustizia. Però, dove si sacrifica la difesa e l'affidabilità del processo: bisogna finire troppo presto i processi. Nel caso del Napoli, io non mi sarei mosso da Napoli, stesso avrei consigliato alla Lazio: la salute prima di ogni cosa, mi sembra una cosa di buon senso".

Due processi

"Abbiamo due processi, uno sportivo ed uno in Campania nella quale si parla solo della prassi burocratica della Figc su chi deve segnalare un eventuale positivo. Mai messo in discussione che non si siano mai messi i risultati dei tamponi. Abbiamo denunciato la Gazzetta dello Sport, sappiamo perché lo fanno, anche per la gara con il Torino. Per questo li abbiamo denunciati, abbiamo una vertenza in corso che nasce dopo questa campagna contro la Lazio. Sulla vicenda scientifica dei tamponi, abbiamo una consapevolezza diffusa, anche da come viene eseguito. L'altezza del prelievo del naso incide. Sarebbe una follia se un presidente mandasse a giocare un calciatore positivo per poi far positivizzare anche gli altri".

Nessun positivo in campo

"Nessuno dei giocatori della Lazio, a qualsiasi sistema si faccia riferimento, italiano o europeo, è sceso in campo col minimo dubbio. Immobile, prima di scendere in campo col Torino, aveva fatto un tampone venerdì che aveva accertato la negatività, dopo un ciclo che aveva testimoniato lo stesso percorso, come accertato anche dalle indagini. Il gene N? Un sintomo di una situazione di malessere che non è inequivocabilmente sintomo del coronavirus. Quando compare va fatto il tampone molecolare, se il molecolare è negativo, allora il gene N è sintomo di altro. Il problema è che la Uefa dà risalto al gene N, dice che è sintomo di coronavirus. La Lazio ha mandato i tamponi al Campus Biomedico: quando il Campus ha detto che i tre calciatori avevano il gene N, la Lazio ha fatto i tamponi che hanno dato esito negativo. Nessun calciatore è entrato in campo con il dubbio che potesse essere positivo. La Lazio rischia retrocessione o penalizzazione? La Gazzetta semina terrorismo. L'unica contestazione fatta alla Lazio è stata quella di non aver fatto la segnalazione alla Asl, ma che parte da una errata revisione della nomenclatura giuridica, perché è il laboratorio a dover comunicare. Il laboratorio di Avellino ha fatto qui i tamponi ed ha dato regolare comunicazione all'Asl di Roma. La contestazione che ci è stata fatta dalla Procura Federale è un ritardo di due giorni".
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