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Festa Scudetto, striscione con insulto all’Inter sul bus del Milan: procura Figc indaga, cosa rischiano giocatori e club

Stefano Dolci

Pubblicato 24/05/2022 alle 10:16 GMT+2

SERIE A - 15 anni dopo il celebre due aste insultante di Massimo Ambrosini mostrato nel 2007, un due aste esposto da Maignan e Krunic sul bus scoperto del Milan durante la festa scudetto del Milan finisce nel mirino della procura federale che ha aperto un fascicolo d'inchiesta. E Scaroni in serata ha stigmatizzato l'episodio chiedendo scusa al telefono ai dirigenti dell'Inter.

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La festa scudetto si tinge di giallo. 15 anni dopo il vituperato due aste di Massimo Ambrosini con insulto infamante ai ‘cugini’ nerazzurri nella festa dopo la conquista della Champions League un altro striscione esposto dai giocatori sul bus scoperto durante la sfilata per le vie di Milano per festeggiare lo scudetto n°19 del Diavolo fa discutere e finisce nel mirino della giustizia sportiva.
La procura federale – presieduta da Giuseppe Chiné - aprirà un’inchiesta sullo striscione che alcuni calciatori rossoneri (Maignan e Krunic nel dettaglio, ndr) hanno esposto a favore di telecamera durante la parata per le strade di Milano con una scritta estremamente eloquente ‘La Coppa Italia mettila nel c...”. Non è dato sapere se lo striscione sia stato consegnato ai calciatori rossoneri da alcuni tifosi, di sicuro è facile intuire che il riferimento è all’Inter e al successo ottenuto contro la Juventus dai ragazzi di Simone Inzaghi, poche settimane prima del rush finale nella corsa scudetto vinta proprio a discapito dei rivali cittadini.

Scaroni si scusa, silenzio Inter

La società nerazzurra non ha commentato ufficialmente e – secondo quanto filtra dagli organi di stampa – non ha intenzione di prendere alcuna iniziativa ma è irritata e un po’ delusa per certi toni esacerbati usati nella festa, in particolare, contro il grande ex Calhanoglu. In serata comunque il patron rossonero Paolo Scaroni ha stigmatizzato la vicenda dello striscione chiedendo scusa per l’accaduto in una telefonata con i dirigenti nerazzurri.
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L’ipotesi di violazione e cosa rischia il Milan

Chiné e la procura FIGC hanno deciso di muoversi per la la violazione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, quello in cui si fa riferimento ai doveri di “lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva”. L’apertura del fascicolo vuol significare che per gli organi federali l’episodio valica il confine del semplice sfottò, ma è a tutti gli effetti un insulto diretto verso un club rivale.
Ma cosa rischiano giocatori e club? La procura federale potrebbe pure decidere di archiviare l’episodio, magari dopo aver sentito i calciatori mentre le altre ipotesi sullo sfondo sono il patteggiamento o il deferimento con processo sportivo presso il Tribunale Federale. A livello sanzionatorio per questo tipo di violazioni il codice prevede – nei casi più gravi - anche una possibile squalifica per i giocatori incriminati, anche se lo scenario più plausibile pare quello della multa.
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