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Zlatan Ibrahimovic: "Allegri? Poco coraggioso, Lukaku? Conto aperto. Calciopoli? Nessuno può togliermi quegli scudetti"

Paolo Pegoraro

Aggiornato 01/12/2021 alle 13:58 GMT+1

SERIE A - Zlatan Ibrahimovic ha parlato a tutto campo in una lunga intervista concessa al "Corriere della Sera". Tra gli argomenti affrontati Moggi, Allegri, il modo in cui ha cambiato il Milan, il mancato passaggio al Napoli...

Lukaku vs Ibrahimovic

Credit Foto Getty Images

Intervistato da Aldo Cazzullo sulle pagine del Corriere della Sera, Zlatan Ibrahimovic ha parlato a tutto campo, senza peli sulla lingua come da par suo. Abbiamo raccolto per voi gli stralci più significativi della corposa intervista del quotidiano politico milanese all'attaccante del Milan e della Nazionale svedese. Non mancano gli spunti di riflessione....

Su Calciopoli

“Capello mi ha insegnato a fare gol, mi massacrava di continuo. Con Moggi un buon rapporto anche dopo Calciopoli. Quegli scudetti li abbiamo vinti, e nessuno ce li può togliere. Nessuno può cancellare il sudore, la fatica, la sofferenza, gli infortuni, i gol. Per questo, quando dicono che in carriera ho vinto undici scudetti, li correggo: sono tredici. Moggi era uno che incuteva soggezione, anche se non a me”.

Su Allegri

"Avevamo perso 3-0 con l’Arsenal, e lui era tutto contento. È vero che avevamo passato il turno, ma non c’era nulla da ridere, e gliel’ho fatto notare. Mi disse: Tu Ibra pensa a te, che hai fatto ******. Gli ho ribattuto che aveva fatto ****** lui: per paura si era portato due portieri in panchina… Allegri è bravissimo a gestire lo spogliatoio, ma doveva avere più coraggio: andare al Real Madrid, misurarsi con l’estero. Invece ha fatto la scelta comoda”.

Su Materazzi

“Con lui avevo un conto aperto da anni. L’ho saldato in un derby. Quello entra a piedi levati, io salto, lo evito, e lo colpisco con una gomitata alla tempia. Pippo Inzaghi commentò: “Il più bel derby della mia vita: 1-0, gol di Ibra, Materazzi in ospedale”. Ovviamente stava scherzando”.

Su Lukaku

“Lui litiga prima con Romagnoli, poi con Saelemaekers; io intervengo per difendere i compagni, e Lukaku mi attacca sul piano personale. Da restare scioccati. Eppure eravamo stati compagni al Manchester. Lukaku ha un grande ego, è convinto di essere un fuoriclasse, ed è davvero forte. Ma io sono cresciuto nel ghetto di Malmoe, e quando qualcuno mi viene sotto a testa bassa, lo metto al suo posto. Così l’ho colpito nel suo punto debole: i rituali della mamma. E lui ha perso il controllo. Anche se mi è rimasto un dubbio atroce…vuoi vedere che quei riti funzionano? Devo saldare il conto anche con lui. Spero di incontrarlo presto”.
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Sul Milan

“All’inizio in allenamento non correva nessuno. Li ho affrontati uno per uno, e non in disparte, davanti agli altri: in allenamento bisogna ammazzarsi di lavoro. Se io corro, se io mi ammazzo, il mio compagno correrà e si ammazzerà per me. L’hanno capito tutti, tranne uno. Leao. All’inizio non mi dava retta. Ci è arrivato per conto suo. Infatti è molto migliorato”.
Zlatan Ibrahimovic e Rafael Leao

Su Donnarumma

“Gigio è un grandissimo portiere. Se gli avessero dato quel che chiedeva, sarebbe rimasto al Milan. Ora deve fare casino per essere titolare nel Psg. Non esiste che i sudamericani impongano quell’altro. Gigio è più forte”.

Sul passaggio al Napoli (sfumato)

"Vedendo un documentario su Maradona, avevo deciso di andare al Napoli per fare come Diego: vincere lo Scudetto. Ero stanco dell’America, pensavo di smettere. Mino mi disse: sei matto, devi tornare in Italia. Con il Napoli era fatta. Poi De Laurentiis cacciò Ancelotti. Allora chiesi a Raiola quale fosse la squadra nella me**a e che io potessi cambiare. Rispose: ieri il Milan ha perso 5-0 a Bergamo. Allora è deciso, dissi: andiamo al Milan. È un club che conosco, una città che mi piace.

Sugli insulti

"L’ultima volta è successo a Roma. Per l’esultanza dopo un gol. Cinquantamila persone mi gridavano zingaro, e l’arbitro ha ammonito me. L’Italia un Paese razzista? Il razzismo c’è dappertutto. Anche in Svezia".

L'amicizia con Gattuso

"Con Rino ci caricavamo a vicenda. Lui mi chiamava 'brutto slavo' io lo infilavo a testa in giù nei bidoni della spazzatura".
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