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Serie A, Juventus azzerata: le 7 domande per capire cosa succederà adesso in casa Juve

Simone Eterno

Aggiornato 29/11/2022 alle 16:44 GMT+1

SERIE A - La rivoluzione in casa Juventus apre a una serie di inevitabili domande. Cosa succede tecnicamente da oggi? Chi è il nuovo presidente? Qual è il futuro della parte sportiva con Cherubini e Allegri? Cosa rischia davvero la Juve con l'inchiesta della Procura di Torino? Ma soprattutto: cosa ne sarà della Juventus, resterà in mano degli Elkann o finirà altrove? Proviamo a fare chiarezza

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La nota ufficiale della società, le dimissioni dell’intero cda, la fine di un’era. Con un comunicato a mercati chiusi il 28 novembre 2022 ha avuto ufficialmente fine, dopo 4576 giorni, la gestione di Andrea Agnelli alla Juventus. Uno scossone totale che si è preso titoli e prime pagine, riuscendo a oscurare persino il Mondiale. La nomina di un nuovo direttore generale, Maurizio Scanavino, uomo di fiducia di John Elkann e di conseguenza della holding che controlla la Juventus, Exor, darà il via a una vera e propria nuova era bianconera. Un’era inevitabilmente più vicina alla parte Elkann della famiglia Agnelli, come si evince anche dall’unica ‘sopravvivenza’ in questo terremoto, Maurizio Arrivabene, a cui è stato chiesto di restare dopo le dimissioni per garantire continuità in questo periodo di transizione. Ovviamente le domande al momento sono tantissime. Quale futuro? Cosa succede adesso? In che direzione andrà la Juventus? Con chi? Quali saranno le conseguenze dell’indagine in corso dalla procura di Torino? Ad alcune è possibile rispondere, su altre si possono solo fare delle ipotesi. Le abbiamo messe tutte insieme per cercare di fare un po’ di chiarezza.

1. Cosa succede adesso alla Juventus, proprio tecnicamente?

Ci sarà da nominare il nuovo consiglio di amministrazione e questo toccherà farlo all’assemblea degli azionisti. L’assemblea degli azionisti è stata convocata per il 18 gennaio 2023, dopo che già era slittata due volte: al 23 novembre prima e al 27 dicembre poi. Di fatto si andrà a riscrivere l’intero organo di controllo della Juventus; ma sarà presumibilmente formato per lo più da tecnici e legali di fiducia, come spesso succede in questi casi. Una volta approvato il nuovo cda inizierà la vera e propria nuova gestione della Juventus, che partirà, almeno inizialmente, dalle scelte appunto dell’amministratore delegato Maurizio Scanavino. Qui la sua scheda.

2. Quanto ha pesato l’inchiesta della procura di Torino?

Gli indagati erano Andrea Agnelli, Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici, l’avvocato Cesare Gabasio, gli ex dirigenti Marco Re, Stefano Bertola e Stefano Cerrato.
Sicuramente tanto. Sulla decisione hanno pesato eccome quelle “carenze e criticità rilevate dalla Consob e i rilievi sollevati da Deloitte&Touche, società di revisione” del club sulla questione del bilancio; ma, appunto, l’ha fatto soprattutto l’inchiesta della Procura di Torino che ha indagato i vertici bianconeri con l’accusa di false comunicazioni sociali e al mercato, ostacolo agli organi di vigilanza e false fatture per operazioni inesistenti. Tutto questo ha portato ovviamente accuse allo stesso club, per responsabilità amministrativa. Uno scossone che insieme al continuo rinvio dell’approvazione del bilancio che avrebbe dovuto fare il cda prima rinviato dal 23 novembre al 27 dicembre, ha portato al terremoto di ieri sera.
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John Elkann a colloquio con Andrea Agnelli, Getty Images

Credit Foto Getty Images

3. Sempre a proposito dell’inchiesta della procura di Torino: cosa rischiano gli indagati e cosa rischia la Juventus?

Sul fronte dell’inchiesta penale, chiusa da poco, spetterà ai magistrati chiedere o meno il rinvio a giudizio. In una nota di qualche settimana fa la Juventus aveva rivendicato di essere “convinta, anche tenuto conto degli approfondimenti di natura legale e contabile” svolti dal club “con l’ausilio dei propri consulenti e dei pareri legali e tecnico-contabili acquisiti dalla Società, di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme”. Per quanto riguarda la giustizia sportiva, alla luce della totale rivelazione degli atti, è possibile che la Procura della Federcalcio decida di riaprire il caso che era già stato archiviato senza contestazioni al club e ai suoi tesserati. Questo ammesso che i proscioglimenti in due gradi di giudizio della scorsa primavera non integrino una situazione di “ne bis in idem”, e che dunque di fatto non succeda niente. È bene però ricordare che le contestazioni penali e quelle sportive, avanzate prima della chiusura delle indagini della Procura di Torino e quindi senza le acquisizioni istruttorie dei magistrati, corrono su binari paralleli. Tradotto nella maniera più semplice possibile? Sono due binari completamente differenti. Giustizia ordinaria per le persone coinvolte, giustizia sportiva – se la procura della Federcalcio deciderà di farlo – per il club. È solo questo secondo punto quello che potrebbe aprire tutto uno scenario di eventuali provvedimenti contro la Juve che già ha scatenato i social. E per capire bisognerà soltanto attendere qualcosa dalla Procura della Federcalcio. Solo in quel caso, appunto, si potrà ragionare su ammende o punti di penalizzazione legati a eventuali illeciti riscontrati anche dalla procura federale.

4. Tornando al club Juventus: chi diventa presidente?

Al momento la nomina è quella di Gianluca Ferrero, altro uomo di fiducia di John Elkann come si evince dal suo cv e dagli incarichi che ricopre come presidente del collegio sindacale del Gruppo Editoriale Gedi, sotto il controllo di Exor e gestita proprio da Scanavino. Qui ne abbiamo dedicato un profilo.

5. E Alessandro Del Piero?

In queste ore in Qatar per commentare i Mondiali per la televisione Bein Sports, Alessandro Del Piero è intervenuto e all’immediata domanda se fosse pronto a tornare ha risposto piuttosto chiaramente: “Le relazioni tra me, il management e i tifosi sono molto profonde. Resto in stand-by, vediamo cosa succederà”. Ovviamente niente di clamoroso da parte di Del Piero, che però un riavvicinamento al mondo Juventus negli ultimi tempi l’ha avuto eccome proprio dall’ingresso in società di Maurizio Arrivabene. L’ipotesi di una presidenza onoraria del nuovo club è un’altra voce che circola e che è sicuramente plausibile. Ma anche in questo caso le cose diventeranno più chiare solo dal 18 gennaio in poi, con la nascita del nuovo consiglio di amministrazione.

6. E la parte sportiva? Resta Cherubini? Qual è il futuro di Allegri?

Le chiavi di lettura da questo punto di vista sono due. Da un lato è evidente che chi ha voluto il ritorno di Massimiliano Allegri – ovvero Andrea Agnelli – oggi non c’è più, quindi al tecnico viene a mancare quella “protezione” che nei primi mesi di questa stagione (mesi di grande, enorme difficoltà) l’ha tenuto a galla. Dall’altro è però evidente che dentro questo enorme terremoto venutosi a creare l’ultimo problema che ha in questo momento la Juventus è andare a cambiare anche la guida tecnica. Paradossalmente l’enorme scossone sopra, da qui a fine stagione, consolida sia la posizione di Cherubini che quella del tecnico Massimiliano Allegri. Semplicemente perché a oggi la Juventus ha altri problemi più grandi e dunque è difficile pensare che si vada a mettere in difficoltà ancora di più resettando anche i vertici della parte sportiva della società. Poi, a fine stagione, il discorso sarà sicuramente diverso. Lì si capirà quale strada avrà intrapreso la nuova Juventus e con chi. Insomma, da qui a giugno Allegri sarà al sicuro. In estate, poi, sarà un altro paio di maniche.
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Massimiliano Allegri, Federico Cherubini e Maurizio Arrivabene, Getty Images

Credit Foto Getty Images

7. Exor – e quindi John Elkann – cosa vuole fare realmente della Juventus?

E’ questa la domanda più affascinante dell’intera questione, perché è poi lì che si vuole andare. Il prossimo anno scatterà il centenario della gestione della Juventus da parte della famiglia Agnelli. E’ un percorso che prosegue o che volge al termine? Sì perché questo enorme scossone ora può portare John Elkann solo in due direzioni.
  • 1. Rilancia l’intero progetto Juventus.
  • 2. Cerca a chi vendere il club.
Qualche mormorio ovviamente mai ufficiale, più che una voce un sibilo, racconta che la seconda e clamorosa opzione non è così utopistica come potrebbe sembrare. Dentro Exor d’altronde l’unico asset rimasto italiano dal punto di vista fiscale è solo la Juventus. Un asset ormai da qualche anno in forte perdita. A John Elkann il compito di capire davvero cosa fare. Porre fine a un binomio centenario, oppure rilanciare completamente il progetto. Ed è qui che si torna al punto 4 e al punto 5. Quali uomini e quali professionalità metterà in campo Elkann saranno la chiave di lettura per capire in che direzione andrà la Juventus. Se quella di una nuova rinascita o se di una semplice sopravvivenza in attesa, magari, di una nuova proprietà.
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