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Serie A - Le 5 verità di Fiorentina-Milan 1-2: Leao è definitivamente esploso, il secondo posto è ipotecato?

Stefano Silvestri

Pubblicato 31/03/2024 alle 11:01 GMT+2

SERIE A - Il portoghese non si ferma più e si candida a essere l'arma in più dei rossoneri, in vista dell'Europa League e dello sprint finale con la Juventus. Ottimi segnali da Chukwueze, Maignan è uscito dal momento buio. I viola, invece, ora puntano tutto sulle coppe.

Leao: "Maldini mi manca, mai pensato di lasciare il Milan"

Fiorentina-Milan, match valido per la trentesima giornata di Serie A, è terminato sul punteggio di 1-2, frutto delle reti di Loftus-Cheek, Duncan e Leão. Con questo risultato il Milan si porta a +6 in classifica sulla Juventus, battuta dalla Lazio. Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la partita del Franchi.

1) "Milan più competitivo della Juve": Capello aveva ragione

C'era una volta la Juventus antagonista dell'Inter per il primo posto. Fino a quando è durata, la lotta pareva reale, tangibile. Ma poi il Milan è uscito alla distanza. Non raggiungerà i cugini, ormai destinati a conquistare in carrozza lo Scudetto della stella, ma intanto sta ipotecando la conquista di un secondo posto finale che, a un certo punto, sembrava essere lontano chilometri. La squadra di Stefano Pioli ha trovato continuità proprio mentre quella di Massimiliano Allegri ha perso ogni tipo di certezza, sfaldandosi clamorosamente. E ha operato prima l'avvicinamento in classifica, poi l'aggancio, quindi il sorpasso, infine l'allungo. Fabio Capello, qualche giorno fa, ha detto che “non solo l'Inter, anche i rossoneri sono più competitivi della Juve”. In attesa dello scontro diretto di ritorno, in programma all'Allianz Stadium alla fine di aprile, il campo gli sta dando ampiamente ragione.

2) Leao sprinta e segna: il finale di stagione deve essere suo

Si accende e si spegne, entusiasma e deprime. A fiammate, a lampi. Il tutto nell'arco dello stesso campionato, dello stesso periodo di tempo, addirittura della stessa partita. Questo è Rafael Leão: prendere o lasciare. E in questa annata è una situazione che si è ripetuta spesso e volentieri. Solo che ora il portoghese sembra finalmente essere entrato in modalità “on”: segna in Europa, segna col Portogallo, segna pure in Serie A, il suo cruccio nei mesi precedenti. Da metà febbraio a oggi sono sei le reti collezionate con la maglia rossonera e con quella della propria Nazionale, numero tutt'altro che banale. Quasi sigillato il secondo posto, il grande obiettivo del Milan si chiama ora Europa League. E con un Leão così, tutto diventa possibile: Roma avvisata.

3) Maignan si è lasciato alle spalle la fase più buia

Ma che colpo da campione ha estratto dal cilindro Mike Maignan? Due, per la precisione: lo strepitoso volo a togliere dall'incrocio il destro di Belotti, ma anche un salvataggio provvidenziale su Mandragora. Senza dimenticare un altro intervento decisivo, nel primo tempo, a tu per tu con lo stesso Belotti. Se la difesa del Milan difficilmente chiude una partita con un rendimento impeccabile, e il dato dei gol subiti è lì a dimostrarlo, Maignan dimostra di essersi ripreso da un momento piuttosto buio. Qualche errorino in questa stagione lo ha commesso, l'ultimo in Europa League contro lo Slavia Praga. Ma i campioni sono così: incassano e ripartono. E l'ex portiere del Lilla, un pilastro su cui è difficile nutrire dei dubbi, non fa eccezione.

4) Chukwueze sta giustificando l'investimento estivo

D'accordo, è sempre un pochino sgradevole legare il nome di un nuovo acquisto al numero di milioni sborsati per strapparlo alla sua ex squadra. Però, nel caso di Samuel Chukwueze, c'è poco da fare: quando rappresenti l'investimento estivo più corposo, o ti comporti di conseguenza sul campo oppure sei destinato ad attirarti le critiche. Con il nigeriano è andata proprio così: minutaggio scarso, rendimento altrettanto. Ma ora, come nel caso di Leão, sembra essere scattato il classico click: al gol di Verona ha fatto seguito la bella prestazione del Franchi, tra buone iniziative e la partecipazione attiva allo 0-1. Pulisic rimane il titolare, ovvio. Ma anche l'ex Villarreal sta dimostrando di potersi rendere utile. E per il Milan è un'ottima notizia.

5) La Fiorentina ha deciso di puntare forte sulle coppe

A proposito di "c'era una volta": c'era un tempo in cui la Fiorentina era quarta in classifica. Quasi impensabile, a guardare oggi la posizione di una squadra ormai lontanissima dalle posizioni – quattro o cinque che siano – che condurranno in Champions League. Però la squadra di Vincenzo Italiano, al passo d'addio a fine stagione, ha un'ancora di salvataggio. Che poi in realtà sono due: la Conference League e la Coppa Italia. Entrambe sfuggite per un soffio un anno fa, entrambe nuovamente a portata di mano. Le scelte iniziali del tecnico (Dodô e Kouamé titolari) indicano anche una gestione delle forze in vista della semifinale di mercoledì contro l'Atalanta. È a quella, e all'Europa, che i viola punteranno con decisione. Un all in che potrebbe portare a un finale di campionato ancor più in tono minore.
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