Juventus, la Champions adesso è a rischio o no? Gli attaccanti non segnano, l'effetto-Tudor era un'invenzione giornalistica ma l'Europa si può fare

CALCIO, SERIE A - Juventus, la qualificazione alla prossima Champions League adesso è a rischio oppure no? Interrogativo che attanaglia società e tifosi e che, a oggi, vede anzitutto una risposta: sì, è a rischio. Per diversi motivi: lo stato di forma delle avversarie, gli attaccanti bianconeri che non segnano e un effetto-Tudor pura invenzione della stampa. Ma ci sono anche motivi di ottimismo.

Fantacalcio, i consigli per la 34ª giornata di Serie A: chi schierare e chi evitare

Video credit: Eurosport

È bastato un colpo di testa a complicare nuovamente i piani della Juventus. Il colpo di testa con cui Mateo Pellegrino ha scritto l'1-0 gialloblù nella trasferta della Signora a Parma, obbligando così al primo stop in campionato i bianconeri sotto la gestione tecnica di Igor Tudor. Il risultato? Un passo indietro in classifica, anche se per un solo punto: dal 4° al 5° posto, a tutto vantaggio del Bologna (vittorioso 1-0 contro l'Inter). Così, a cinque giornate dal termine di questa Serie A, la corsa per l'Europa resta più avvincente che mai e vede coinvolte almeno cinque squadre. Sei, se consideriamo anzitutto l'aritmetica.
In ordine di classifica: Bologna (60 punti), Juventus (59), Lazio (59), Roma (57), Fiorentina (56), Milan (51). Senza poi considerare l'Atalanta, attualmente terza con 64 punti ma anche attesa da un calendario abbastanza "morbido" nei restanti turni di campionato. A differenza dei bianconeri, dato che tra 35ª e 36ª giornata saranno ben due gli scontri diretti per un posto nelle prossime coppe europee: il 4 maggio a Bologna, il weekend successivo in casa con la Lazio. Sfide-chiave, sebbene un ragionamento sul lungo periodo non sia la cosa migliore da fare. La domanda è: la Juventus rischia o no?
picture

Tudor: "Traghettatore brutta parola: io sono l'allenatore della Juve"

Video credit: Eurosport

Considerando la prestazione di squadra offerta al Tardini dai bianconeri e, di converso, gli stati di forma di Bologna, Fiorentina, Lazio e Roma, la risposta può essere soltanto una: sì, la Juventus rischia. Non solo di mancare la qualificazione alla prossima Champions League, ma proprio di non disputare alcuna competizione europea nella stagione 2025/26. Per diversi motivi. Dal calendario, tutt'altro che semplice - oltre alle già citate partite con Bologna e Lazio, la Signora dovrà affrontare pure un Venezia in piena lotta per non retrocedere, più Monza e Udinese - al rendimento di alcuni giocatori che, soltanto fino a poco tempo fa, erano considerati imprescindibili.
Si pensi ad Andrea Cambiaso, autore di una prima metà di stagione da incorniciare e ora decisamente meno debordante, a causa anzitutto di piccoli problemi fisici (e delle sirene di mercato?). Oppure a Dusan Vlahovic, giocatore su cui era stato costruito il nuovo progetto bianconero (dalla metà del 2022) ma che continua a offrire prestazioni altalenanti e non segna da oltre due mesi (ultimo gol in Cagliari-Juventus 0-1, del 23 febbraio scorso). La stampa si era "aggrappata" a un presunto effetto-Tudor, riversando sul nuovo allenatore quel ruolo - se così lo possiamo definire - di panacea di tutti i malesseri juventini. Come se un allenatore, in neanche un mese, potesse rivoltare come un calzino un'intera squadra.
picture

Tudor: "Yildiz ha doti evidenti, ma per diventare un campione serve continuità"

Video credit: Eurosport

Sia chiaro, il tecnico croato ha indubbiamente ristabilito il rispetto di quei valori che per anni - specie quelli che lui ha vissuto da calciatore - hanno animato la juventinità. Virtù che con Thiago Motta non erano certo state cancellate, a essere onesti; semmai non potevano essere tramandate da chi non le aveva mai assimilate nel proprio DNA, non avendo mai indossato la maglia bianconera da calciatore. Eppure non si può ridurre tutto all'indefinitamente chiaro "spirito Juve", perché il calcio ormai evolve verso un futuro dal sempre più marcato professionismo, con tutto ciò che ne consegue. Semmai, bisogna tentare di estremizzare ciò che ha continuato ad avere un valore importante. Quasi imprescindibile.
Si pensi alla leadership di Manuel Locatelli. Alla solidità di Pierre Kalulu. Alla frizzantezza tecnica di Kenan Yildiz. E al talento box-to-box di Khéphren Thuram. Quattro giocatori che, se disponibili al 100%, Tudor ha sempre schierato nel suo undici titolare. Da loro, anzitutto, bisogna ripartire per questo mini-campionato di cinque giornate. Perché l'obiettivo europeo è fin troppo importante, per tutti. I mancati ricavi dalla partecipazione alla prossima Champions potrebbero scombussolare ulteriormente i piani societari e complicare (non poco) il futuro più prossimo del club. Non è comunque tutto perduto, questo è evidente; perciò non bisogna recitare il de profundis sportivo di Madama.
picture

L'aneddoto su Zidane e Del Piero: Tudor spiega cosa significa la Juventus

Video credit: Eurosport

Anche perché è lecito attendersi miglioramenti da tanti giocatori. Su tutti, oltre al già citato Cambiaso, Randal Kolo Muani. Alla prima da titolare con Tudor l'attaccante francese non ha certo incantato ma, complice lo stop muscolare che ha fermato Vlahovic, contro il Monza (almeno) dovrebbe essere nuovamente lui a guidare il fronte offensivo. C'è poi il recupero fisico di Teun Koopmeiners, col centrocampista che è passato da quasi "oggetto misterioso" durante l'era-Motta a perno tecnico-tattico nello schieramento di Tudor. E infine il jolly Francisco Conceição, giocatore che non sembra incarnare il prototipo ideale del nuovo tecnico ma che rappresenta l'unica "mina vagante" a livello offensivo.
Basterà tutto questo per un posto tra le prime quattro di questa Serie A? Se lo augurano anzitutto in società, prima ancora che tra i tifosi. Perché in ballo ci sono almeno 50-60 milioni di euro. Una somma troppo importante, perfino per un club come la Juventus. Al termine del campionato saranno poi maturi i tempi per stilare un bilancio di questa stagione. Potenzialmente la terza delle ultime quattro senza trofei messi in bacheca, anche se resta comunque il Mondiale per Club. Un trend che a Torino non si vedeva da 14 anni, giusto per dare un'idea. Senza però dimenticare che, come già successo in tante occasioni, la Juventus ha sempre trovato il modo di risorgere sportivamente, aprendo poi cicli indimenticabili.
picture

Tudor si presenta: "Basta scuse, dobbiamo raggiungere gli obiettivi"

Video credit: Eurosport


Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità