Le 5 verità di Napoli-Inter 3-1: Kevin De Bruyne non è Luka Modric, David Neres deve giocare di più, nerazzurri troppo nervosi

SERIE A 2025/2026 - I partenopei di Antonio Conte vincono lo scontro diretto e si portano in testa alla classifica, ma gli spunti sono tanti anche lato Napoli. Kevin De Bruyne segna su rigore e si fa male, David Neres meriterebbe più spazio se le difese lo soffrono come ha fatto oggi quella dell'Inter. Per non parlare del nervosismo che serpeggia nello spogliatoio nerazzurro all'apparenza.

Conte: "McTominay? Sta a lui decidere se riuscirà a scendere in campo"

Video credit: Eurosport

Il Napoli ha messo la freccia in classifica e, superando 3-1 l'Inter nel big match dell'8^ giornata della Serie A 2025/2026, si è portato in testa a quota 18, davanti al Milan (a 17). A segno Kevin De Bruyne, Scott McTominay e Frank-André Zambo-Anguissa, intervallati solo dal rigore di Hakan Calhanoglu. Andiamo, quindi, a vedere gli spunti che ci ha offerto questo incontro.

1) Kevin De Bruyne non è Luka Modric

L'affermazione è forte, certamente, ma la spieghiamo subito. Partiamo dal dato realizzativo: il ruolino di marcia in campionato recita 2-1 a favore di Kevin De Bruyne, che però 3 reti le ha realizzate su rigore e l'altra su punizione. Sul piano del coinvolgimento nelle trame di gioco Luka Modric dà l'idea di essere molto più dentro rispetto al suo collega. Che tra l'altro contro l'Inter è anche uscito anzitempo dal campo per un infortunio, a quanto pare muscolare. Ecco, si diceva che il croato avrebbe giocato gli spezzoni finali per evitare stop continui: si fa quasi sempre i 90' ed è uno dei pochi del Milan ad essere sopravvissuto alla 'piaga' dei guai fisici.
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De Bruyne portato via in spalla dopo l'infortunio in Napoli-Inter - Serie A 2025/2026

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2) David Neres deve giocare di più

Lanciato oggi da Antonio Conte da titolare come centravanti, in un ruolo che non è propriamente il suo, non ha segnato ma ha mandato in confusione uno come Francesco Acerbi, che negli ultimi mesi si è fregiato del pregio di aver neutralizzato un certo Erling Braut Haaland. Al di là di questo, comunque, rispetto al minutaggio che gli è stato concesso finora, ci sentiamo di dire che meriterebbe di più. Perché se tanto ci dà tanto e si esprime sempre ai livelli mostrati contro l'Inter, rischia di essere un ago pesantissimo nella bilancia rappresentata dalla stagione dei partenopei. E il suo allenatore forse lo ha capito.
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Neres e Barella a duello in Napoli-Inter - Serie A 2025/2026

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3) Napoli, Eindhoven è un lontano ricordo

Solo 4 giorni fa il Napoli usciva con la coda tra le gambe contro il PSV Eindhoven, annientato 6-2, mentre l'Inter si imponeva 4-0 sull'Union Saint-Gilloise. Ora, i paragoni non avrebbero senso, ma anche sul piano della prestazione i partenopei hanno già dato un chiaro segnale di aver dimenticato la sconfitta pesante e dolorosa. Questo è sintomo di una squadra forte, allenata da un condottiero come Antonio Conte capace di infondere nei suoi uomini la capacità di voltare subito pagina. Ci si giocava la testa della classifica, c'era grande pressione. E gli azzurri l'hanno retta benissimo.

4) Inter, c'è troppo nervosismo

Quanto accaduto in campo tra Lautaro Martinez e Antonio Conte non è un caso, ma è un segnale evidente della tensione che serpeggia in casa Inter. Non tanto a livello di spogliatoio perché il gruppo oggi sembra unito, a differenza di quanto potesse essere qualche mese fa all'indomani di quelle pesanti dichiarazioni del capitano. La sua reazione oggi, pur segnata dal risultato e dalla delusione, nasconde qualcosa di più importante, sottolineato poi dalla scelta di Nicolò Barella e Denzel Dumfries di allontanarsi di qualche metro rispetto alla panchina dopo il cambio. Niente che non possa rientrare, ma Cristian Chivu dovrà fare un grande lavoro.

5) Altro segnale da Zielinski

Qualcosa lo aveva già fatto vedere contro l'Union Saint-Gilloise. Nella serata che per tutti è stata negativa, per lui forse lo è stata un po' meno. Entra sostanzialmente a freddo dopo l'infortunio di Henrikh Mkhitaryan, contro la sua ex squadra, quella in cui ha giocato per anni e che lo ha reso noto al mondo del calcio, e non sfigura, anzi. Probabilmente non riuscirà mai a prendersi la titolarità e non sarà di certo la gara contro il Napoli a cambiare le valutazioni. Però siamo già a due indizi consecutivi. Il polacco può ancora dire la sua, vedremo se Cristian Chivu gli darà spazio e tempo per crescere ulteriormente.
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Chivu: "Per me non esistono titolari. Credo in ognuno del gruppo"

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