Roma, Napoli, Inter: quante sconfitte tre le prime della classe. Si può vincere il campionato con così tanti ko? Ecco cosa dicono i numeri

SERIE A - Sorprende la quantità di partite perse tra le prime della classe dopo un terzo di campionato. Roma e Napoli con 3 ko, l'Inter addirittura con 4. Nell'era della Serie A a tre punti non si è mai vinto il campionato con più di 5 sconfitte (se non in due stagioni anomale). Un campionato livellato al ribasso dove potrebbe esserci davvero spazio per le sorprese.

Lautaro Martinez in Inter-Milan, derby di Milano Serie A 2025/26

Credit Foto Getty Images

Messa in archivio - o quasi - la dodicesima giornata, la Serie A è in sostanza questa mattina giunta a un terzo del suo svolgimento. Periodo storicamente buono per provare a tirare i primi bilanci. Dopo 12 giornate delle 38 a disposizione a sorprendere ci sono i dati piuttosto inusuali delle prime della classe. Roma, Napoli, Milan e Inter. Queste sarebbero le qualificate alla prossima Champions League in questo momento. E tre squadre di questo gruppo - Roma, Napoli e Inter - un'anomalia statistica. La Roma infatti guida la classifica con ben 3 sconfitte, seguita a ruota da un Napoli anch’esso con tre ko e da un’Inter quarta - ma a soli tre punti dalla vetta - che di partite perse ne ha messe a referto addirittura 4.
Numeri che testimoniano di un campionato decisamente più imprevedibile rispetto al recente passato, meno dominato dalle grandi piazze e più aperto alle sorprese — anche perché il livello generale sembra, almeno per ora, un po’ più livellato verso il basso.

Il dato storico: si può vincere lo Scudetto con molte sconfitte?

L’osservazione sul dato delle sconfitte è doverosa e al tempo stesso intrigante, poiché cartina tornasole già adesso per tutti coloro che alla viglia di questa Serie A avevano indicato la stagione come incline alle possibili sorprese. Nell’era del campionato con la vittoria a tre punti, è stato piuttosto raro vedere squadre laureatesi poi 'campione d’Italia’ con un numero elevato di sconfitte. C’è riuscita in due casi la Juventus, che in un arco temporale che va dal 1994 a oggi ha alzato il titolo con 7 sconfitte in due occasioni: proprio la stagione 1994/95 e la 2019/20. Due annate in qualche modo anomale. La prima proprio perché introduceva il campionato con la vittoria a tre punti; la seconda quella colpita dal Covid. La Juventus di Sarri in quel caso firmò un’anomalia assoluta, vincendo lo Scudetto non solo con 7 ko stagionali, ma anche con la terza miglior difesa (unica squadra a non vincere con la miglior difesa negli ultimi 15 anni) e addirittura il quinto miglior attacco.
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Pjanic, Douglas Costa e Maurizio Sarri festeggiano lo Scudetto 2019/20 con la Juventus

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La storia recedente ci dice poi che al di là di queste due stagioni anomale, nessun altro team ha vinto il campionato incassando più di 5 sconfitte. Oggi dunque, alla dodicesima giornata, alcune delle principali contendenti sono appunto già molto vicine a questa soglia. E con ancora 26 partite da giocare.
L’attenzione dunque potrebbe spostarsi altrove, specie in una classifica così corta. Al Milan di Allegri ad esempio, unica del gruppetto di testa ad aver incassato una sola sconfitta. O perché no ad assolute outsiders come il Bologna o il Como. La squadra di Italiano condivide gli stessi punti dell’Inter - 24 - ma a fronte di soli due ko. E quella di Fabregas - seppur più staccata e con una partita in meno rispetto alle altre nel momento in cui scriviamo questo articolo - con una sola sconfitta. Persino la Juventus, che continua ad apparire tutto sommato in difficoltà nonostante il cambio in panchina, è a quota 2 ko stagionali.

Cosa significa questo in chiave attuale?

La risposta a questa domanda ce la potrà dare solo il prosieguo della stagione, ma questo indicatore in qualche modo ci sottolinea quanto questa Serie A possa diventare territorio di caccia per tante. Possiamo infatti affermare già oggi che non esista una ‘corazzata’ proprio per quanto ci suggerisce la voce ‘sconfitte’ tra le prime della classe. Tra queste in particolare l’Inter - sulla carta rosa che rimane la più forte del campionato - dovrà in sostanza correggere la rotta negli scontri diretti se non vorrà compromettere le proprie ambizioni.
Il resto lo farà la regolarità. In un campionato così aperto, spazio potrebbe appunto esserci per squadre meno "tradizionali"; compagini meno attese ma in grado di sfruttare le fragilità delle big, fin qui apparse piuttosto evidenti per tutti i nomi storici del nostro calcio. Insomma, se l’attuale andamento dovesse mantenersi, potremmo assistere a una stagione piena di colpi di scena; a un campionato imprevedibile, più vulnerabile, forse "meno forte"; ma al tempo stesso intrigante e ricco di opportunità.
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Gasp: "Roma 1ª dopo 11 giornate non è un’impresa. Margini? Sono infiniti..."

Video credit: Eurosport


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