Cristiano Ronaldo, l’uomo destinato a vincere: sono 12 successi consecutivi in finale
Aggiornato 10/06/2019 alle 12:00 GMT+2
A 34 anni CR7 continua ad aggiornare incessantemente il suo palmarès. Il trionfo in Nations League è valso il 30esimo titolo in carriera e la 12esima finale consecutiva vinta dal portoghese, che battendo l’Olanda ha vendicato – in parte – l’eliminazione ai quarti di Champions League per mano dell’Ajax con la Juventus.
Stare ad analizzare ogni successo di Cristiano Ronaldo, ormai, sta diventando complicato. Basta guardare la sua espressione appena ricevuta la coppa per capirlo. Capita a tutti gli eventi straordinari quando iniziano a verificarsi con una certa regolarità, dannatamente puntuale. È come se ci fosse un’eclissi lunare ogni settimana, alla stessa ora. Difficile restare increduli ma è impossibile rimanere indifferenti, ogni volta che solleva un trofeo il mondo si ferma ad applaudirlo ed è successo anche in questo caso, con la prima Nations League vinta con il suo Portogallo, trentesimo titolo da dover lucidare nella bacheca di casa.
Non ha segnato in finale, è vero. Era già accaduto tre anni fa, nell’Europeo contro la Francia. A Saint-Denis non aveva inciso per un infortunio dopo soli 25 minuti di gioco, mentre all'Estádio do Dragão ha fatto fatica a sorprendere De Ligt e van Dijk. È anche vero, però, che Ronaldo per tutta la durata del torneo ha sempre fatto da apripista alla squadra, come dimostra la tripletta in semifinale contro la Svizzera e la rete dell’1-0 siglata contro il Galles che spalancò le porte della finale di Euro 2016 ai lusitani.
Chiude la stagione con un trofeo, in attesa della risposta a distanza del suo miglior nemico Leo Messi, che in Brasile proverà a sfatare il tabù con l’Albiceleste nella Copa America. Per ora lo score tra i due, con le maglie delle rispettive nazionali, recita 2 finali vinte per Cristiano su 3 e 4 finali perse su 4 per il dieci del Barcellona. La soddisfazione per aver battuto l’Olanda, per il classe ’85, sarà stata doppia visto che proprio per mano di una squadra fiamminga – l’Ajax – è sfumato l’obiettivo principale della stagione: vincere la Champions con la Juventus.
Intanto sono trenta, trenta titoli in una carriera da vincente. Trenta titoli che scandiscono lo spelling della parola predestinato, di colui che vince anche quando non si illumina (casi che possiamo contare sulle dita di una mano). Queste sono le sue partite, quelle che durano 90 minuti, in cui non hai margine di correggere il tiro a distanza di una settimana o nell’arco di una stagione. Ne ha vinte 12 di fila, con la Supercoppa bianconera e la prima edizione della UEFA Nations League. Tutta argenteria da lucidare, tutta argenteria che impreziosisce il mito.
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