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Ciclismo, Giro Donne 2022 - Erica Magnaldi e Elise Chabbey tra ciclismo, covid e le corsie dell'ospedale

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Pubblicato 07/07/2022 alle 16:23 GMT+2

GIRO DONNE - Erica Magnaldi, 29enne della UAE Team ADQ, ed Elise Chabbey, classe 1993 della Canyon//SRAM Racing, prima di concentrarsi a tempo pieno sul ciclismo hanno passato del tempo in ospedale, lavorando a stretto contatto con i medici. Una storia di sport e di vita, che nella tappa di Bergamo (una delle città più colpite dal covid) ha trovato la sua sublimazione.

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Nella giornata di mercoledì il Giro Donne è arrivato a Bergamo. Una città importante nella storia delle due ruote, che poco tempo fa è stata il teatro della sofferenza per colpa del covid. Tra i racconti che intrecciano il ciclismo e il virus ci sono quelli di due "angeli", che proprio ieri sono arrivate al traguardo da protagoniste: Erica Magnaldi ed Elise Chabbey.

Le parole di Erica Magnaldi

Erica Magnaldi, 29 anni nativa di Cuneo, non è solo una delle atlete più importanti del movimento italiano, ma anche una laureata con 110 e lode in Medicina e Chirurgia all’Università di Torino. “Ho indossato il camice bianco nel periodo di tirocinio, ho fatto tre mesi di pratica ma in quel momento, nel 2017, ho iniziato nel mondo Elite e ho messo in pausa la mia carriera da medico”.
“Il mestiere del dottore e quello del ciclista si incrociano nella disponibilità e nella voglia di aiutare il prossimo”, racconta a Il Messaggero.“Essere sempre presenti, nei momenti in cui c'è bisogno. Come quando ho aiutato una compagna a medicarsi dopo una caduta. Covid? Ora c'è sollievo, lo si sente quando passiamo per le città e vediamo i tifosi felici di stare all'aria aperta. Sentiamo che la rinascita è iniziata, nonostante ci portiamo dietro le sofferenze di quel periodo”.
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La storia di Elise Chabbey

“Nel 2020 ho mosso i miei primi passi nel mondo della medicina. Ero molto motivata, in quel periodo avevo bisogno di un obiettivo. Ecco perché smisi di allenarmi”. Elise Chabbey, elvetica in forza al team Canyon/Sram, ha iniziato così. Oggi, dopo il lavoro in corsia, è ritornata in bici e ha vinto la corsa di casa: il Giro di Svizzera. “Sono contenta che la gente voglia conoscere il mio percorso e sapere qualcosa di più della mia vita professionale. Si parla ancora di pandemia, è vero, ma per fortuna la situazione è più stabile. Certo non è ancora finita”.

Il dovere di medico

“L’Ospedale universitario di Ginevra aveva chiamato molti neolaureati, serviva una mano per tre mesi nei reparti Covid e in quelli di medicina interna”,racconta alle colonne de Il Messaggero.“Facevo un po' di corsa, da casa all'ospedale per tenermi in forma. Poi nei week end salivo in bici. In Italia il pubblico è fantastico, rivedere gli italiani festeggiare per lo sport è bellissimo”.
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