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Aru, Contador e le due prime volte "al contrario"

Fabio Disingrini

Aggiornato 22/05/2015 alle 21:36 GMT+2

Prima maglia rosa in carriera per Fabio Aru nel giorno in cui Alberto Contador cede la leadership di un grande giro come non gli era mai accaduto fra Giro d'Italia (2), Tour de France (3) e Vuelta a España (3). Tutto alla vigilia della lunga crono di Valdobbiadene, spartiacque (per Uran, Amador e Richie Porte) della classifica generale fra rivoluzione e restaurazione

Giro d'Italia 2015, Tappa 13, Fabio Aru in maglia rosa (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Ed ecco che, la lunga crono di Valdobbiadene che domani avrebbe dovuto fare la rivoluzione, si trasforma nel giorno in cui Alberto Contador, il re ferito, sarà chiamato a riprendersi il trono contro il tempo. Avrebbe potuto iniziare i festeggiamenti del Giro d’Italia brindando con un ottimo Prosecco DOCG di Conegliano, e invece il Campéon, salendo sulla pedana di Treviso, non avrà i riferimenti intermedi del migliore avversario perché Fabio Aru partirà dopo di lui in maglia rosa. Il Giro d’Italia s’infiamma nel giorno in cui una “facilissima” tappa - di quelle che una volta avrebbero chiamato di trasferimento, corta e senza Gran premi della montagna - scava un baratro a 3,2 chilometri dal traguardo, a 200 metri dalla sospirata neutralizzazione, quando una maxi-caduta travolge ancora Alberto Contador. Una settimana fa, il capitano della Tinkoff s’era sublussato una spalla a Castiglione della Pescaia; oggi, a Jesolo, Contador cede la maglia rosa a Fabio Aru.
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Fabio Aru (Astana) a endossé le maillot rose pour la première fois de sa carrière sur le Giro 2015

Credit Foto AFP

Pensare che i loro destini sembravano inversamente proporzionali e riflessi su una timeline tutta propizia all’ex-leader: se infatti, nella prima settimana di Giro, era sempre stata l’Astana a fare la corsa dura e Aru a testare qualche scatto su Contador, negli ultimi giorni il giovane sardo ha invece subito i forcing del Campéon da Tre Monti al Monte Berico, fra cali di zuccheri e forse qualche “tossina di ritorno” del virus gastro-intestinale pre-Giro. In rosa dall’Abetone per 8 giorni, Alberto Contador ha perso oggi per la prima volta la leadership di un grande giro, ma nel bis di mala suerte di oggi c’è però un lato positivo, perché chi infatti fra i concorrenti diretti potrà fare meglio di lui a cronometro, oggi ha guadagnato poco (Uran) o perfino ceduto ulteriore distacco. È il caso di Richie Porte che, già sfiancato dall’Affaire Clarke e ormai spaesato come tutta la sua Sky, scivola in classifica generale fino al diciassettesimo e oltre i 5 minuti.
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Simon Clarke, Richie Porte

Credit Foto Twitter

Certo è che Rigoberto Uran, sesto overall a +2’02 e defilatosi presto dai migliori per problemi bronchiali, e specialmente Richie Porte, che resta il favorito per domani, potranno fare un’ottima prova contro il tempo (il colombiano ha vinto l’anno scorso la “crono dei vini” Barbaresco-Barolo) e scalare posizioni in proiezione podio nell’ambito di una classifica generale ancora “embrionale” con due Astana (Landa terzo e Cataldo quinto) oltre ad Aru, Roman Kreuziger (quarto e pretoriano di Contador) e qualche altro “corpo estraneo” in top-ten, nessuno si offenda, come Visconti e Yury Trofimov. Come per Uran e Porte, la crono potrebbe infine garantire anche ad Andrey Amador, veloce contro il tempo e attentissimo fin qui alla generale, un bel salto avanti dall’ottavo posto a +2’21.
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Giro d'Italia 2014, Rigoberto Uran (AP/LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Attenzione, fra i già citati, a Dario Cataldo che è stato nel 2012 Campione nazionale a cronometro, mentre chi sembra destinato a cedere posizioni a Valdobbiadene è Damiano Caruso (settimo), scalatore e uomo classifica della BMC. Infine, la crono sarà un banco di prova importante per Davide Formolo e le sue ambizioni da top-ten (la caduta di oggi l’ha però declassato al quattordicesimo posto a +3’59) dopo aver vinto, al debutto nelle 3 settimane, la favolosa tappa di La Spezia. Per l’enfant prodige del ciclismo italiano e per tutti gli altri outsider, la crono di domani sarà un’effettiva spartiacque del Giro d’Italia prima dei fuochi di montagna: da Madonna di Campiglio (forse sotto la neve…) di domenica, alla Cima Coppi sul Colle delle Finestre. Per i due dominatori (fin qui) della Corsa Rosa invece, le prospettive sono inverse, con Fabio Aru che - non ancora perfettamente competitivo a cronometro, ma rigenerato dalla maglia rosa - prepara la rivoluzione e Alberto Contador, che invece vorrà spegnere sul nascere il fuoco della rivolta.
Non ci resta che presentare il percorso seguendo le scrupolose indicazioni del garibaldi: la lunga crono di 59,4 chilometri parte da Treviso con un avvio di 30 chilometri sì pianeggianti, ma in costante e leggerissima salita con rapporto sempre in tiro. A metà percorso, Il Gran premio della montagna di San Pietro di Filetto (tremila metri al 7%, km. 35) che scollina verso un’ultima parte in saliscendi collinari e il finale di 3 chilometri in discesa fino a 400 metri dall’arrivo. Per quanto riguarda infine le bici da cronometro, quelle di Porte, Uran e Fabio Aru avranno la lenticolare pesante con gomma slick e copertone su razza per i primi due, tubolare preferito invece dal capitano Astana. Freni rinforzati sulle protesi da patine in sughero o carta vetrata: sulla bici di Uran, che un po’ curiosamente non cambia sella, perfino le borracce sono profilate. Massimo riserbo invece sul telaio veloce di Alberto Contador: il re è ferito e per una notte si defila dai riflettori rosa.
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