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Gilbert e Boonen, re del Nord in testacoda al Giro d'Italia

Fabio Disingrini

Pubblicato 29/05/2015 alle 12:15 GMT+2

Il vallone torna in Italia dopo 6 anni e vince due tappe "alla maniera del Cauberg"; il fiammingo, alla sua "prima volta rosa", si ritira dopo la seconda settimana. Destini diversi anche al Giro per chi, nell'inferno del Nord, s'è spartito tutto: Philippe Gilbert signore delle Ardenne, Tom Boonen re del pavé

Giro d'Italia 2015, Philippe Gilbert vince la diciottesima tappa del Giro d'Italia (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Sarà perché il Giro delle Fiandre, la Parigi-Roubaix o la Liegi-Bastogne Liegi sono le mie corse (di un giorno) preferite, sarà che ho avuto il grande privilegio di parlare e conoscere entrambi, gentili e raffinati, sarà che Tom Boonen e Philippe Gilbert sono più semplicemente due straordinari campioni della bici, per tutti questi e altri motivi la loro partecipazione al Giro d'Italia aveva dischiuso una certa attesa. Due assoluti fuoriclasse venuti dal Nord: Boonen detiene il record di vittorie al Fiandre (3), alla Parigi Roubaix (4) e alla Gent-Wevelgem (3) e colleziona 6 tappe al Tour de France (nel 2004 sugli Champs-Élysées) più 2 alla Vuelta a España; Gilbert ha vinto tutto sulle Ardenne (en plein 2011 tra Freccia del Brabante, Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi) oltre a 2 Giri di Lombardia e alla "piccola tripla corona" fra Giro (3), Tour (1) e Vuelta (5).
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Philippe Gilbert of the BMC team celebrates as he crosses the finish line under heavy rain to win the 12th stage of the 98th Giro d'Italia

Credit Foto AFP

Stiamo parlando del gotha del ciclismo "classico" e infatti Philippe Gilbert, in splendida forma e primo favorito per l'iride di Richmond, è stato campione del mondo a Valkenburg, profeta in patria sul suo Cauberg. Il vallone ha una cifra stilistica inconfondibile, la sparata di mille metri in pendenza, ed esportabile anche in Italia. Dodicesima tappa, al Giro d'Italia piove e imperversa il maltempo come se fossero le Ardenne, Gilbert stacca Contador sul Monte Berico e alza le braccia sul traguardo sopra Vicenza: con quei gradi sulla divisa, non poteva non lasciare il segno sulla Corsa Rosa, come nel 2009 ad Anagni quando vinse una bellissima tappa del Giro del centenario. Diciottesima frazione, cronaca di ieri: In fuga dal chilometro 40 con un compagno di squadra della BMC (Amael Moinard) e un'altra decina di battistrada, il belga fatica sulle dure pendenze del Monte Ologno, rientra a ruota di Chavanel sull'Alpe Segletta, scende con Monard e spara in contropiede sull'ultimo dente di Bee: mancano 20 chilometri, 15 sono in discesa parzialmente tecnica e Gilbert non si prende più, flame rouge e bis rosa, una griffe alla maniera del Nord.
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Tour of Belgium 2015, Tom Boonen (Imago)

Credit Foto Imago

Le note dolenti sono invece per Tom Boonen, che aveva saltato tutta la Campagna del Nord per una lussazione alla clavicola sinistra (prima tappa della Parigi-Nizza) e ha debuttato al Giro d'Italia ritirandosi dopo due settimane. Nessuna fiammata: Boonen s'è visto in testa nella cronoprologo di Sanremo, quando la sua Etixx-Quickstep ha provato a regalargli la prima maglia rosa, e poi basta, nessuna fiammata sui traguardi veloci.. Del resto sono fatti così, vicini di casa, diarchi del Nord, fuoriclasse dai destini opposti, il vallone delle Ardenne e il fiammingo del pavé. Philippe Gilbert ha scelto l'Italia per riportare la chiesa al centro del villaggio, lassù dove il ciclismo è liturgia e Boonen sempre avrà gloria terrena.
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Philippe Gilbert

Credit Foto Imago

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