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Si scala il Mortirolo, dove nel 1994 cominciò il mito di Marco Pantani

Andrea Tabacco

Aggiornato 26/05/2015 alle 19:22 GMT+2

Aveva solo 24 anni, il Pirata, che durante quell’edizione del Giro d’Italia presentò al mondo il suo incredibile talento. Sul Mortirolo mise in crisi l’allora maglia rosa Berzin, quindi – lungo l’ultima salita – staccò anche Indurain e andò a vincere in solitaria

Giro d'Italia 1994 Marco Pantani (Imago)

Credit Foto Imago

Dopo Madonna di Campiglio e il secondo dei due giorni di riposo previsti dal Giro d’Italia 2015, la Corsa Rosa riparte con un altro tappone di alta montagna. Cinque i Gpm da affrontare: Carlo Magno, Tonale, Aprica, Mortirolo, e ancora Aprica, dove è posto il traguardo di questa terribile 15esima tappa. Il totale dice 174 km: Aru e Landa attaccheranno, ma non è da escludere che Contador possa decidere di sugellare la maglia rosa con un’azione da fuoriclasse.
Il percorso, d’altronde, si presta alle imprese dei campioni. Sul Mortirolo, in particolar modo, hanno fatto la storia diversi eroi della bicicletta. Dal 1990, primo anno in cui venne scalata la mitica montagna dal Giro d’Italia, sono stati 11 i passaggi in vetta al Mortirolo della Corsa Rosa. Il record di scalata è di Ivan Gotti al Giro 1996, che coprì l’intera ascesa in 42’40’’. Subito dopo, però, ecco l’assolo di Marco Pantani, lo scalatore più grande di tutti i tempi, che nel 1994 stabilì il suo primato personale: 43 minuti tondi tondi.
Merano-Aprica, 5 giugno 1994. E’ il giorno che mostra al mondo il talento del Pirata in maniera definitiva: 24 ore prima, Pantani aveva vinto a Merano, ma quell’azione non gli era bastata. A 24 anni, Marco ha voglia di spaccare il mondo, di dimostrare a tutti il suo infinito talento. Lo scatto sul Mortirolo mette in ginocchio la maglia rosa Evgenij Berzin, che però riuscirà comunque a mantenere la leadership della generale fino a Milano. L’ascesa verso l’Aprica, poi, consegnerà per sempre Pantani alla storia del ciclismo.
Il Pirata è in compagnia di Indurain e Rodriguez, ma gli bastano pochi chilometri per capire che quella sarebbe stata per lui un’altra giornata da leggenda. Uno scatto, folle e deciso, e fa il vuoto. Poi l’assolo fino al traguardo, tra due ali di folla che non smettono mai di incitarlo. La gente, quel giorno, capisce subito chi ha davanti. Il Pirata regalerà agli appassionati di ciclismo 10 anni di spettacolo assoluto.
Fu una doppietta da fuoriclasse assoluto, quella di Pantani, che chiuderà quel Giro al secondo posto, alle spalle di Berzin (che vinse solo grazie alle cronometro individuali), ma davanti a corridori del calibro di Indurain, Tonkov e Chiappucci, che a quel tempo proprio del Pirata era il capitano. Tre anni dopo l’ultima volta, oggi il Giro rivedrà il Mortirolo. Una salita mitica, dove si scrive la storia e si entra nella leggenda. Contador e Aru hanno il dovere di regalarci un grande spettacolo.
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