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Divide et impera! Dall'Irlanda ai Paesi Bassi, Marcel Kittel vince sempre al Giro estero

Fabio Disingrini

Aggiornato 08/05/2016 alle 12:53 GMT+2

Lo sprinter tedesco della Etixx-Quickstep vince in volata la seconda tappa del Giro d'Italia seminando Arnaud Demare e Sacha Modolo: Marcel Kittel ricomincia da dove aveva smesso, due anni fa in Irlanda, tra Belfast e Dublino. E se ieri Tom Dumoulin s'era preso la maglia rosa per un centesimo, oggi salva la leadership di un secondo sul traguardo di Nimega: il secondo arrivo della Ronde van Italie

Marcel Kittel a remporté la deuxième étape du Tour d'Italie 2016 devant Arnaud Démare.

Credit Foto AFP

NIJMEGEN (GELDERLAND) - Come on down, Down to Meanstreet, They're dancing now, Out of Meanstreet! Si fa sul serio. Perché si corre la prima tappa in linea e perché anche quei due olandesi non accortisi del Giro sotto casa, oggi sanno che Tom Domoulin sfila in patria con la maglia rosa. Una questione di stato sovrano, una logica d'investitura regale, un leader al riparo fra le ruote veloci degli sprinter che oggi vogliono alzare le braccia. Greipel, Kittel, Demare, Ewan, Mareczko, Zabel Jr. e i nostri Viviani, Nizzolo, Modolo, Colbrelli, Pelucchi: una rosa di velocisti a caccia del secondo traguardo d'Olanda.
Ronde van Italie, pianure del Gelderland, paesi bassi di nome e di fatto: 190 chilometri di rettilinei piattissimi da Arnhem a Nijmegen, un restringimento su pista ciclabile, sempre sole e tanto caldo, che nella lingua dei corridori vuol dire niente ventagli e 3 ore di corsa alla “sobria” media dei quaranta orari. Nel finale, un berg di mille metri per la prima maglia azzurra di questa edizione (lo spagnolo Omar Fraile della Dimension Data, che vuole completare in un anno Giro, Tour e Vuelta) e il circuito cittadino di 8,6 chilometri attraverso il fiume Waal e l'Oude Binnenstad di Nimega, la città più antica dei Paesi Bassi.
Qui sono nati i fratelli Van Halen, che nel 1981 composero Mean Street. Qui Marcel Kittel rispetta il secondo pronostico del Giro d'Italia dopo l'elezione terrena di Tom Domoulin: ricominciando da dove aveva smesso due anni fa, quando vinse le prime due volate in Irlanda, da Belfast a Dublino. L'Apollo tedesco della Etixx-Quickstep è il corridore più vincente del 2016 dopo l'annus horribilis: nono successo stagionale, terzo al Giro d'Italia con una sparata di 200 metri seminando Arnaud Demare (secondo) e Sacha Modolo, primo italiano sul podio.
Scortato da un treno di quattro vagoni ad alta velocità: Brambilla, Sabatini, Trentin, Wisniowski; schivando l'ultimo uomo della FDJ (Delage) sui binari della stazione d'arrivo. Marcel Kittel era l'unica potenziale nuova maglia rosa della vigilia dopo l'ottimo quinto posto a cronometro (11 secondi sulla carta colmabili a partire dai traguardi volanti) ma non ha fatto gli sprint intermedi lasciando per un secondo la leadership a Dumoulin contro Maarten Tjallingii della Lotto NL Jumbo - un altro olandese, unico corridore vegetariano al via del Giro, nel terzetto di fuga con Fraile e Giacomo Berlato - privato invece della prima maglia rossa.
Per l'Italia, oltre a Modolo sul podio per la Lampre-Merida, Nicola Ruffoni (Bardiani) quinto, Kristian Sbaragli (Dimension Data) ottavo, Giacomo Nizzolo (Trek Shimano) decimo. Per l'Olanda, un'altra giornata di passione rosa nel segno di Tom Domoulin e un'aderenza di 235mila spettatori sparsi fra Arnhem e Nijmegen: This is home, This is Meanstreet, It's the home, Only one I know.
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Kittel, volata vincente a Nijmegen; Dumoulin sempre in rosa

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