Giro d'Italia 2020 - Nibali: "Le gambe hanno risposto bene"; Fuglsang: "Il Giro non è finito"
Pubblicato 13/10/2020 alle 22:12 GMT+2
GIRO D'ITALIA - Fuglsang non vuole gettare la spugna, nonostante abbia perso 1'15'' dal gruppo dei migliori a causa di una foratura. Sensazioni positive per Vincenzo Nibali, mentre Almeida ringrazia la squadra per un altro giorno in maglia rosa.
Ecco le parole dei protagonisti dopo la 10a tappa del Giro d'Italia.
Vincenzo NIBALI (Trek Segafredo)
È stata una tappa animata, come ci aspettavamo. Nelle prime due ore di gara abbiamo tenuto una velocità media molto elevata su un percorso insidioso. Nel complesso è stata una buona giornata per me. Nel finale le sensazioni erano buone, le gambe hanno risposto in salita. In discesa ho evitato rischi. In una giornata così nervosa e pericolosa è stato un buon risultato
Chi vincerà il Giro d'Italia?
Jakob FUGLSANG (Astana)
È stata una giornata molto sfortunata per noi. Ho avuto una foratura nel momento peggiore in cui potessi averne una. Ho dato il massimo e ho cercato di limitare i danni. Dobbiamo superare questo momento e concentrarci sui prossimi giorni. C’è ancora molta strada da fare e ci sono ancora molte possibilità
Domenico POZZOVIVO (NTT)
Abbiamo fatto un buon lavoro, eravamo davanti al gruppo sulle prime salite. Dopo sono stato sfortunato con un problema tecnico, poi sono tornato sul gruppo con l’aiuto dei miei compagni e avevo un buon passo. Ho poi provato qualcosa alla fine, anche se poi sono dovuto restare attento
João ALMEIDA (Deceuninck Quick Step)
Anche oggi la mia squadra ha svolto un lavoro perfetto, sono davvero orgoglioso di loro. Nel finale ci ho provato e ho guadagnato qualche secondo con l’abbuono. Complessivamente è stata una buona giornata. Arrivati alla decima tappa devo dire che mi sento molto bene, quindi teniamo questa maglia finché possiamo. Questa maglia rosa è una grande gioia per il mio Paese, come del resto quella azzurra di Ruben Guerreiro. Stiamo dando il massimo anche per i portoghesi
Peter SAGAN (Bora Hansgrohe)
Finalmente ho vinto con il mio stile. Siamo stati tutto il giorno in fuga, ero da solo ma con una buona fortuna dalla mia parte nell’avere la gamba giusta per controllare tutti e fare un numero in salita. Nell’ultima discesa ho preferito fare attenzione piuttosto che rischiare di cadere. Ho recuperato per poter far ben gli ultimi 7 km perché sapevo che il gruppo dietro di me andava a tutta. Alla fine ho vinto per un pelo. Digiuno? Nella mia carriera è sempre andata così, dopo un periodo di continui secondi posti dovevo per forza di cose arrivare alla vittoria. Ogni tanto ci vuole solo pazienza. E poi la vittoria arriva nel momento in cui non la si cerca. Quando smetti di provarci troppo le cose vanno per il meglio. Ripeto nuovamente questa mia teoria
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